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Corsa al riarmo nell’Indo Pacifico. Dopo Taiwan anche il Giappone chiede cifra record

Di fronte al prolungarsi della pressione militare nell’Indo Pacifico, esercitata da Pechino con crescenti manovre intorno a Taiwan, Taipei risponde armando le proprie difese e il Giappone chiede una nuova cifra record per il proprio ministero della Difesa

Si continuano a rilevare forze cinesi nei pressi dell’isola di Taiwan, rivendicata come parte del territorio nazionale del Dragone. Soprattutto nell’ultimo mese, si sono intensificate le esercitazioni militari di Pechino intorno all’isola, anche in risposta alla visita della speaker della Camera, Nancy Pelosi, a cui ne sono succedute altre da parte di contingenti statunitensi, mostratisi vicini alla causa di Taiwan e aperti a implementare nuove iniziative commerciali. Di fronte a una tale crescita delle tensioni nell’Indo-Pacifico, i Paesi dell’area corrono ai ripari, primo tra tutti il Giappone che chiede una cifra record per la Difesa del prossimo anno e ha appena discusso un piano di evacuazione dei propri cittadini residenti a Taiwan, nell’eventualità di un’invasione militare da parte della Cina.

Le ultime tensioni

Questa volta sono stati 53 gli aerei e otto le navi di Pechino registrati nei pressi dell’isola di Taiwan, secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa di Taipei. Manovre che succedono ai 14 caccia cinesi, di cui dieci Shenyang J-11 e quattro bombardieri Xi’an JH-7, che hanno varcato la linea mediana dello Stretto di Formosa, una sorta di confine non ufficiale tacitamente rispettato da entrambe parti negli ultimi decenni. Nel corso della settimana vi è stato anche l’abbattimento di un drone civile cinese da parte delle forze taiwanesi, avvenuto sull’isola di Kinmen non distante dalla costa cinese, nonostante diversi precedenti tentativi di allontanamento. Episodio che rischia di alimentare le tensioni, già accese, nell’area. Taipei nel frattempo schiera le proprie truppe e sistemi a difesa per tenere monitorare i velivoli cinesi, oltre ad aver invitato i vertici militari a rispondere in maniera ferma alle pressioni di Pechino, senza tuttavia provocare un’ulteriore escalation, come rimarcato nei giorni scorsi dalla presidentessa Tsai Ing-wen.

Taipei e Tokyo insieme per un piano d’emergenza

Una delegazione di parlamentari giapponesi ha incontrato il governo taiwanese per parlare di sicurezza e concordare un piano di evacuazione dei cittadini giapponesi, nell’eventualità di un’invasione militare dell’isola da parte del Dragone. L’incontro non è avvenuto a livello di ministri degli Esteri, dal momento che il Giappone non intrattiene ancora relazioni diplomatiche ufficiali con l’isola. La necessità di prevedere tale scenario si è resa ancora più urgente dopo una simulazione militare giapponese che ha mostrato quanto siano le limitate capacità del Paese di affrontare una tale eventualità e in seguito all’aumentare delle molte tensioni nella regione per via della postura aggressiva di Pechino. La simulazione dell’invasione è stata condotta dal think-tank Japan forum for strategis studies che ha coinvolto anche parlamentare ed ex ufficiali delle Forze di autodifesa. Lo scenario prevedeva lo scoppio di ostilità a Taiwan tra forze pro-indipendenza e pro-unificazione innescate dalla propaganda di Pechino. In quest’eventualità, il Giappone solleciterebbe i propri cittadini che vivono sull’isola – circa 1500 – a lasciarla in breve tempo. Tuttavia, non sarebbero poche le difficoltà da affrontare, dalla logistica al luogo dello sbarco, fino all’esposizione dei cittadini al rischio di un attacco durante l’evacuazione. Questo non rappresenta l’unico colloquio che vede i Paesi dell’area unirsi per discutere del da farsi in caso di un’escalation di pressione militare da parte cinese. Vi è appena stato infatti un incontro trilaterale tra Usa, Giappone e Corea del Sud alle Hawaii proprio per discutere della situazione di crisi che ha visto la condanna sia del programma di missili balistici e armi di distruzione di massa della Corea del Nord sia la promozione di una visione condivisa per l’Indo-Pacifico.

Il Giappone e la richiesta record per la Difesa

Dopo la cifra record richiesta per il budget della Difesa di Taiwan, anche il Giappone punta a consolidare la propria componente militare. “Il Giappone rafforzerà drasticamente le proprie capacità di difesa grazie ad un forte aumento delle spese destinate al settore per fronteggiare il contesto di sicurezza globale deteriorato a partire dall’invasione russa dell’Ucraina”, ha spiegato il premier Fumio Kishida in conferenza stampa. Di fronte a una richiesta di bilancio per il prossimo anno che ha raggiunto la cifra record -per l’undicesimo anno consecutivo- di oltre 788 miliardi di euro, per il ministero della Difesa sono stati preventivati più di 40 miliardi di euro. I fondi verrebbero destinati al riarmo e all’implementazione di misure di sicurezza per fronteggiare le minacce crescenti del panorama geopolitico, comprese le minacce provenienti da Cina, Russia e Corea del Nord. Nella richiesta di bilancio sono inoltre inseriti i possibili acquisti di missili terra-nave a lungo raggio, o Ssm, dotati di un raggio di tiro di circa mille chilometri ottimo deterrente verso le minacce esterne. Per una decisione definitiva in merito, dovremo aspettare la fine dell’anno.

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