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Così la Francia si prepara al razionamento del gas

Piscine e musei chiusi, razionamento dell’acqua calda, pubblicità luminose spente e scuole riscaldate con la legna: l’Europa si prepara a un inverno con meno gas. La lezione (preventiva) della Francia

 

Sale la preoccupazione per la questione energia in Europa. La Russia minaccia ancora sui rifornimenti del gas, sostenendo che le sanzioni dell’Occidente impediscono un’adeguata manutenzione del gasdotto Nord Stream, che la scorsa settimana non ha ripreso le consegne in Europa.

Dimitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che “non ci sono altre ragioni” per i problemi di pompaggio del gasdotto, se non quelle legate alle sanzioni che bloccano la manutenzione delle infrastrutture. Per il portavoce, l’Unione Europea, il Canada e il Regno Unito sono i responsabili della situazione che si è creata sul gasdotto.

Ma qual è la reazione europea di fronte a questa situazione? Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, ha detto in una conferenza stampa sulla politica comune di difesa e sicurezza che “come Europa dobbiamo essere uniti e deve essere visibile che siamo uniti. Sarebbe un problema se presentiamo diversi interessi a diversi livelli. Non si tratta solo di valori, dobbiamo essere franchi: i valori vengono scossi ogni volta che ci scontriamo l’uno con l’altro per gli interessi”.

“Naturalmente le sanzioni non fermeranno la guerra – ha aggiunto -, ma indeboliscono chi ha lanciato la guerra, la capacità della Russia di sfruttare nuovi giacimenti del gas o di usare nuove armi. Non abbiamo soluzioni magiche ma possiamo agire su diversi livelli: consegnare le armi all’Ucraina è uno degli strumenti che aiutano, la diplomazia è un altro”.

Contemporaneamente ai rapporti diplomatici, i governi europei cercano soluzioni pragmatiche alla mancanza di gas che ci sarà quest’inverno. In Germania, per esempio, il senatore Jens Kerstan ha proposto che in caso di “una grave carenza di gas, l’acqua calda potrebbe essere resa disponibile solo in determinate ore del giorno”, invitando i cittadini a ridurre i consumi di energia.

A Parigi, entro la fine dell’estate dovrebbe essere vietata la pubblicità luminosa tra l’1 e le 6 del mattino. Secondo l’Agenzia per la gestione dell’ambiente e dell’energia, uno schermo pubblicitario digitale Lcd di 2 m² consuma 2.049 kWh/anno, l’equivalente del consumo medio annuo di una famiglia per l’illuminazione e gli elettrodomestici, come riprende SkyTg24.

Ugualmente, le piscine pubbliche francesi sono state chiuse più frequentemente per risparmiare energia, mentre in Normandia alcune scuole inizieranno a riscaldare le aule come ai vecchi tempi: bruciando legna. Alcuni musei saranno chiusi due giorni alla settimana invece di uno per ridurre il consumo energetico.

E le imprese? Cristal d’Arques, produttore francese di calici da vino in cristallo, ha deciso di congedare parzialmente 1.650 dei 5.000 dipendenti fino alla fine dell’anno. Il motivo: la bolletta del gas della società è quadruplicata rispetto alla fine dello scorso anno, rendendo le operazioni “economicamente impraticabili”. Duralex International, produttore di classici bicchieri, ha annunciato che metterà in standby i suoi forni per almeno quattro mesi.

Il governo francese ha comunque stanziato più di 26 miliardi di euro per contenere il prezzo delle bollette del gas e dell’elettricità, e ha già annunciato un tetto massimo per le bollette energetiche delle famiglie fino alla fine del 2022. Questo ha contribuito a dare alla Francia uno dei tassi di inflazione più bassi in Europa, 6,5% mentre il resto si aggira sul 9%.

Si tratta del più grande sforzo di risparmio energetico dagli anni ‘70. Il governo del presidente Emmanuel Macron ha chiesto ai francesi di prepararsi a una nuova era di “sobrietà” energetica per affrontare l’inverno che verrà: “Ci siamo confrontati con una serie di crisi, una più grave dell’altra. Il quadro che sto dipingendo è quello della fine dell’abbondanza. Abbiamo raggiunto un punto di svolta”.

Secondo il quotidiano The New York Times, lo sforzo richiede ad aziende e privati di abbassare i termostati e spegnere le pubblicità luminose di notte, tra altre misure, perché in mancanza di provvedimenti riduttivi le conseguenze sarebbero un razionamento energetico imposto o il rischio di continui blackout.

La Francia, sottolinea il NYT, sembrerebbe meno vulnerabile degli altri, giacché vanta il più grande arsenale di energia nucleare di qualsiasi Paese dell’Unione Europea, ed è uno dei meno dipendenti dal gas naturale russo: “Ma la Francia deve affrontare una propria crisi energetica, poiché la sua industria nucleare affronta crepe, corrosione e altri problemi che hanno costretto a chiudere temporaneamente 32 dei 56 reattori nucleari”.

I francesi ora si trovano davanti alla prospettiva di dovere affrontare blackout continui in inverno e dover importare energia o ricorrere a centrali a carbone per soddisfare il proprio fabbisogno, scenari che cercano disperatamente di evitare con delle piccole ma significative misure di riduzione del consumo energetico.

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