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Un’altra morte sospetta. Cade dalla finestra il presidente di Lukoil

Ravil Maganov, presidente del consiglio di amministrazione della compagnia petrolifera statale russa, si sarebbe lanciato dal sesto piano del Central Clinical Hospital a Mosca a causa di “una grave malattia”

 

Ancora costernazione nel mondo dell’energia in Russia. Ravil Maganov, presidente del consiglio di amministrazione di Lukoil, petrolifera statale russa, è morto dopo essere caduto dalla finestra di un ospedale di Mosca.

In un comunicato ufficiale, Lukoil ha riferito che il loro presidente del Consiglio di amministrazione e vicepresidente è morto “dopo una grave malattia”.

Secondo le spiegazioni della polizia, riprese dal sito RBC, Maganov è precipitato da una finestra al sesto piano del Central Clinical Hospital nella capitale russa. L’ospedale avrebbe confermato all’agenzia Ria il decesso, senza però precisare le circostanze di quanto accaduto.

Per l’agenzia di notizie Mash “Ravil Maganov è caduto nel vuoto dal sesto piano del Central Clinical Hospital nella strada Marshala Timoshenko”. Anche l’agenzia russa ENews112 sostiene che “il presidente di Lukoil è morto come conseguenza di una caduta dalla finestra di un ospedale a Mosca, luogo dove si stava curando, per cui le autorità stanno cercando di capire le cause della caduta”.

Maganov aveva 67 anni e lavorava dal 1993 per Lukoil, il secondo gruppo petrolifero russo. Era in azienda dall’inizio e aveva curato il settore di raffinazione, produzione ed esplorazione, diventando presidente del Consiglio di amministrazione nel 2020. Maganov aveva sostituito Valeri Greifer, morto ad aprile del 2022. Secondo l’agenzia Reuters, suo fratello, Nail Maganov è il capo della compagnia petrolifera Tatneft, più piccola come compagnia rispetto a Lukoil.

Maganov è l’ennesimo top manager o ex manager di un’azienda russa ad essere trovato morto negli ultimi mesi.

A luglio, Yury Voronov, impresario russo con stretti rapporti con la petrolifera Gazprom, è morto nella sua villa vicino a San Pietroburgo con uno sparo in testa, galleggiando in piscina.

Come riportato da Formiche.net, a fine febbraio l’oligarca, Mikhail Watford, magnate dell’energia, è stato trovato morto nella sua casa a Surrey, nel Regno Unito.

A marzo il miliardario Vasily Melnikov e la famiglia sono stati trovati morti nella loro casa a Nizhny Novgorod. Era proprietario di una impresa di forniture mediche chiamata MedStom. Secondo il quotidiano russo Kommersant, non ci sono indizi che nell’abitazione sia entrato qualcuno, per cui si valuta la possibilità che Melnikov abbia ucciso i figli per poi suicidarsi.

Ad aprile, sono stati trovati morti Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprombank ed ex funzionario del Cremlino, insieme alla moglie e la figlia di 13 anni. L’agenzia statale russa Tass ha scritto che il caso sembra un presunto omicidio-suicidio, ma gli amici di Avayev non credono a questa versione e hanno dichiarato che l’uomo aveva informazione su alcuni segreti finanziari.

Anche Sergey Protosenya, ex presidente dell’azienda del gas Novotek, con un patrimonio di circa 400 milioni di euro, è stato trovato impiccato nel giardino della sua villa fuori Barcellona, Spagna. A pochi metri i corpi della moglie e la figlia. Secondo il figlio, che si trovava in Francia, è impossibile che ad ucciderle sia stato lui.

Andrei Krukowski, manager di un resort alpino di Gazprom, a maggio sarebbe morto cadendo dalla scogliera a Sochi, mentre Yevgeny Palant, imprenditore del settore di telefonia mobile, è stato trovato morto insieme alla moglie.

La storia più strana? Quella del miliardario Alexander Subbotin, ex alto dirigente dell’impresa di energia Lukoil, trovato morto a maggio. Avrebbe seguito i consigli di uno sciamano e per questo sarebbe morto per un infarto dopo avere ingerito veleno di rospo.

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