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Phisikk du role – Berlusconi, Des Rosiers e i bidet di Gheddafi

Ospite all’unica Camera che non si scioglie mai, quella di Vespa, l’ex premier ha raccontato di duecento bidet regalati a Gheddafi per ragioni umanitarie e di alta diplomazia. Forse già sapeva che avremmo dovuto risparmiare l’acqua ed evitare le docce

Non crediamo di mancare di rispetto alla regina più amata dai repubblicani di tutti i mondi, peraltro nota per il suo sense of humor, interrompendo I “coccodrilli” con un piccolo deragliamento verso la misera cronaca di questa sbilenca campagna elettorale italiana, estraendone qualche rara perla. Nell’unica Camera che non si scioglie mai, la Porta a Porta vespiana in luccicante ripresa autunnale, Berlusconi ci regala la storiella dei bidet.

Con l’aplomb un cicinin appannato dall’incalzare (non impietoso, però ) dell’età, colui che ha permeato di sé un’era intera ha raccontato di duecento bidet da lui regalati a Gheddafi per ragioni umanitarie e di alta diplomazia. A coloro cui sparluccicavano gli occhi domandandosi se per caso non avessero compreso bene gli argomenti di vaga pertinenza scatologica del più volte presidente del Consiglio italiano, confermiamo: si parlava di cessi e di bidè. Comunque argomenti che sicuramente rimangono più impressi nella memoria dell’elettore, piuttosto che il nulla pneumatico che scorre come rumore di fondo di questa campagna elettorale.

Peraltro, come insegnano gli interessanti consigli per gli acquisti reperibili nelle reti Mediaset e non solo, gli articoli sanitari sono cose serie, da maneggiare con cura. Da conoscere a fondo. Per esempio: chi ha inventato il bidet? Un monsieur francese di nome Bidet? Nossignore. Pare che l’oggetto abbia come ideatore tal Christophe Des Rosiers, francese del 700, e che il suo nome tenda ad evocare la posizione del cavalcare, necessaria per l’uso. Installato originariamente nella reggia di Versailles in un centinaio di esemplari, l’oggetto in questione, ahimè, non trovò grande fortuna in patria, ma anzi allineò ostilità tra i nobili destinatari restando decisamente opera indesiderata nei secoli a venire anche dal popolo minuto ( e bene lo sa l’italiano che lo cerca in un viaggio nel Nord Europa).

Maggiore fortuna ebbe tra i nobili italiani, ma solo quelli che si insediarono nel Sud: Maria Carolina d’Asburgo installò il bidè nella maestosa Reggia di Caserta incoraggiandone l’uso, in genere negletto perché associato alle abluzioni delle “donne di piacere”, le uniche, pare, costanti estimatrici dell’invenzione. Un aneddoto: pare che quando i Savoia videro l’oggetto lo descrissero, con una leggera spruzzatura sotto il naso, come uno “strano oggetto a forma di chitarra” di uso sconosciuto.

Borboni contro Savoia: molto a zero. Va messo in evidenza che noi italiani siamo campioni di igiene nel mondo con il 97 per cento di bidè presenti nelle nostre abitazioni grazie all’art.7 del Decreto ministero Sanità 05/07/1975 – DM 05 luglio 1975, che prescrive la presenza del sanitario come condizione di abitabilità. Era il governo Moro IV.

Nel resto del mondo non va così bene: i francesi fruitori del servizio sono il 42%, i tedeschi il 6%, gli inglesi il 3%. Sorge spontanea la domanda: con tutte le restrizioni energetiche, antispreco d’acqua eccetera, come faranno a farsi la doccia? Ecco, forse anche a questo pensava il nostro past-President quando ricordava i bidet regalati alla buonanima.

(Foto dal profilo Instagram di Silvio Berlusconi)


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