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Politica e pop corn – Piazze reali e virtuali. L’ultimo atto prima del voto

L’ultima puntata di Politica e Pop corn, la video-rubrica di Martina Carone, svela i perché dietro alle scelte dei leader sulle piazze per la chiusura delle campagne elettorali, virtuali e non, l’inciampo finale di Letta e perché non è così strano che la moda dica la sua sulla politica…

Questa sera a mezzanotte scatterà il cosiddetto silenzio elettorale, sarà quindi curioso, domani, vedere chi lo rispetterà, perché come sappiamo sui social media il silenzio elettorale non è regolamentato, e negli anni diversi leader politici ci hanno mostrato che nonostante sia fortemente consigliato il suo rispetto, evidentemente non è stato portato avanti. Questa sera, poi, tutti i leader – o quasi – si incontreranno con i propri elettori e faranno quelle che vengono chiamate comunemente le feste di chiusura di campagna elettorale.

Partiamo dalla scelta delle location. Come sappiamo ieri il centrodestra unito, quindi con un palco che vedeva insieme Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Maurizio Lupi e a chiudere Giorgia Meloni, quasi come un vero e proprio passaggio di consegne, da chi il centrodestra unito lo ha fondato, l’ha pensato, a chi oggi ne porta avanti la proposta politica con particolare successo. Evidentemente la scelta di Piazza del Popolo racconta una certa sicurezza del centrodestra di poter riempire una piazza abbastanza grande. Stessa scelta che porterà avanti questa sera proprio il Partito democratico con Enrico Letta che nuovamente a Piazza del Popolo concluderà la propria campagna elettorale.

Il MoVimento 5 Stelle e Giuseppe Conte hanno scelto invece in piazza Santi Apostoli a Roma, che come sappiamo è una piazza stretta e lunga, e che quindi fa emergere forse dei ragionamenti sulla sensazione di riempimento della piazza con numeri di partecipazione più bassi. Il terzo polo e Carlo Calenda si troveranno al Gianicolo. Il primo popcorn lo apriamo, ma aspettiamo di vedere cosa succederà. Proprio da questo punto di vista aggiungiamo come un piccolo post scriptum che Matteo Salvini ha annunciato che la sua chiusura elettorale la farà proprio sui social media partendo con una diretta su Tik Tok che si prolungherà poi sugli altri social media per 4 ore. È una scelta che come sappiamo il leader della Lega ha portato avanti da diverso tempo, sia quello di raccontarsi spesso come innovativo riguardo alcune dinamiche comunicative si nell’utilizzo delle piattaforme digitali. E però qualcuno ha commentato: “Ce la meritavamo una diretta di 4 ore di Matteo Salvini?”, strappandoci una risata.

Il secondo pacchetto di popcorn lo apriamo guardando lo screenshot di un tweet di Andrea Romano, esponente del Partito democratico che a una manifestazione, un comizio di Enrico Letta a Livorno, ha giocato con lo slogan “Scegli” e con l’impostazione grafica dicotomica della campagna che il Partito democratico ha fatto finora, giocando sull’antagonismo storico e culturale tra due città, Livorno e Pisa. La sensazione è che però questi momenti di ilarità, di leggerezza vadano un pochino a cozzare con il racconto del pericolo democratico e soprattutto con il racconto di tutti contro una. A poche ore dal voto, forse questo tipo di uscite più che alleggerire l’animo – cosa che ovviamente hanno l’obiettivo di fare – tendono a contrastare troppo con le dichiarazioni, invece, più legate alla paura e al pericolo.

Terzo pacchetto di popcorn, ultimo di questa campagna elettorale, lo apriamo guardando non alle dichiarazioni dei leader ma alle dichiarazioni cosiddette di endorsement, cioè quelle dichiarazioni di sostegno o di espressione valoriale che spesso grandi realtà fuori dal dibattito politico – ad esempio grandi giornali o giornali internazionali,  cantanti – fanno nei confronti di una proposta politica. Parliamo delle dichiarazioni di grandi stilisti e grandi direttori creativi come Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della Maison Valentino, Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, e anche a Donatella Versace, ovviamente la mente dietro alla maison Versace. Che cosa hanno fatto? Hanno espresso la loro preoccupazione nei confronti dell’avvento di una parte politica che è particolarmente ostile rispetto ad alcune espressioni della propria identità, esprimendo invece vicinanza rispetto a una parte politica considerata più progressista (qui l’articolo di Formiche.net).

C’è chi ovviamente ha criticato questo tipo di dichiarazioni, sottolineando che queste Maison rappresentano il made in Italy nel mondo, eppure molti movimenti culturali sono nati proprio in contrasto con la società in cui si viveva, con un riflesso diretto sullo stile e sulla moda, basti pensare ovviamente al movimento Punk.

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