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Politica e pop corn – Politici in cerca di elettori, con risultati molto pop

Dal video di Di Maio in pizzeria a Napoli, ai “piccioncini” Renzi e Calenda. La campagna elettorale è vero che da una parte è molto dura, si pensi agli attacchi a Giorgia Meloni, ma non mancano episodi per intercettare un elettorato ormai stanco. La nuova puntata di Politica e pop corn di Martina Carone, consulente Quorum-YouTrend e docente di Analisi dei media all’Università di Padova

In questa nuova puntata di “Politica e Pop corn” è doverosa una premessa. Quando abbiamo deciso di iniziare questa avventura, il nome della rubrica aveva l’intento di sottolineare come la campagna elettorale – ma tutta la politica in realtà – potesse anche essere guardata con un occhio divertito, leggero. L’idea di questi “pop corn” era quella appunto di fare un sommario di quelli che sono gli episodi più divertenti e leggeri della politica.

Il problema è che questa rubrica ha davvero troppo materiale! La campagna elettorale attuale è, da una parte, molto dura e molto critica nei confronti di quella che sembrerebbe essere l’ascesa di Giorgia Meloni come vera e propria leader del centrodestra, dall’altra parte però i leader politici e i partiti devono cercare di carpire e di raggiungere l’attenzione di un elettorato stanco, affaticato, che non ha fiducia e percepisce la politica come distante.

Si creano così situazioni un po’ “cringe”, molto da pop corn, che ci invitano proprio a raccontare episodi che però sollevano qualche dubbio sulla capacità dei leader di riuscire a impostare una campagna elettorale che possa dettare un’agenda politica e sociale, di rispondere effettivamente alle necessità dei cittadini.

Partiamo oggi dallo screenshot che proviene da un video che è stato registrato a Napoli, dove il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico, viene ripreso mentre fa lo stage diving sulle note di Dirty Dancing.

Luigi Di Maio nel suo collegio, e quindi nel suo territorio storico, si è prestato a un gioco da parte dei suoi sostenitori. Subito dopo però ha rilasciato una dichiarazione molto preoccupata per il dossier sulle ingerenze russe su altri Stati nel mondo, sia a livello politico sia livello economico.

Come si riesce a conciliare la ruota, il ballo sulle note di uno dei film più cult degli anni ’80 e ’90 e contemporaneamente poi la credibilità sul caso internazionale molto pesante? Si riesce ad avere sia il taglio istituzionale sia quello elettorale-politico con questa chiave Pop? Sorge qualche dubbio.

Il secondo spunto parte da una dichiarazione di Matteo Renzi che su La7, a L’aria che tira, sollecitato su quelli che potrebbero essere litigi che comunemente possono essere acuiti dalla campagna elettorale, attacca il rapporto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, dicendo che invece tra lui e Carlo Calenda, leader di Azione e che insieme formano il cosiddetto terzo polo, non ci sarebbe nessun problema. Ci sarebbe l’amore perché loro sono “due piccioncini”.

Questa è la dichiarazione di Matteo Renzi, che è un abile comunicatore abituato alle critiche, e che soprattutto sa gestire molto bene l’uscita da domande più puntigliose, riuscendo ad archiviare il tutto con una battuta.

Il problema è che il terzo polo un domani probabilmente avrà dei rappresentanti in Parlamento e questi rappresentanti non saranno tantissimi. In quel caso, in un contesto più piccolo, due figure particolarmente carismatiche come Carlo Calenda e Matteo Renzi potranno avere più probabilità di scontrarsi, incontrarsi, confrontarsi… Ecco, vedremo quindi se due galli all’interno di un pollaio molto più piccolo riusciranno a convivere.

Terzo e ultimo aspetto quello un po’ amaro che riguarda il profilo Twitter del ministero della Transizione ecologica utilizzato dal ministro Roberto Cingolani. L’account è stato hackerato e non è la prima volta che capita che qualche sito o profilo delle strutture della nostra Pubblica amministrazione vengono attaccate dagli hacker, con anche diffusione di dati sensibili dei cittadini.

Non sarebbe il caso forse di iniziare a occuparsi e preoccuparsi dei sistemi di sicurezza informatica delle strutture a cui si appoggia la nostra pubblica amministrazione? Forse è il caso di iniziare a ragionarci seriamente.


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