Il segretario generale della difesa, Luciano Portolano, ha incontrato allo stabilimento di Cameri il suo omologo finlandese. Il Paese scandivano ha annunciato alla fine dell’anno scorso l’acquisto di 64 caccia F-35 dalla Lockheed Martin. Per questo motivo la visita potrebbe rappresentare un indizio sulla scelta del luogo di produzione dei caccia finlandesi, che potrebbe ricadere proprio sul polo piemontese
Roma e Finlandia ancora più vicine nella bilaterale della Difesa a Cameri. Il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti italiano, il generale Luciano Portolano, ha accolto il suo omologo finlandese, Raimo Jyväsjärvi, al Polo regionale trivalente F-35, Faco/Mro&u (Final assembly and check-out) di Cameri. Della delegazione di Segredifesa erano presenti anche Luca De Martinis, direttore del IV Reparto “Coordinamento programmi”, Bruno Levati, direttore del programma F-35 per l’Italia e Pietro Alighieri, senior advisor del segretario generale. A Cameri si trova infatti una delle sole due linee di produzione dell’F-35 fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone), e l’unica in Europa, ed è inoltre centro di assemblaggio e verifica finale del programma del Joint strike fighter. La Finlandia proprio a dicembre dello scorso anno aveva annunciato l’acquisto di 64 unità di F-35 Lightning II (Joint strike fighter), per un valore di circa 8,3 miliardi di euro: si tratta del programma più rilevante nella storia del Paese scandinavo. Che la visita possa rappresentare un indizio per la scelta del polo piemontese come produttore dei caccia acquistati dalla Finlandia?
L’incontro
Nella prima parte dell’incontro, i due direttori nazionali degli armamenti hanno spiegato e condiviso le rispettive posizioni nazionali su tematiche geopolitiche attuali, quali gli effetti causati dalla guerra russo-ucraina nel Vecchio continente o il sostegno che Roma e Helsinki, insieme agli altri Paesi, stanno fornendo da mesi a Kiev. Durante la visita il generale Portolano ha avuto l’opportunità di mostrare il polo di Cameri all’omologo finlandese, illustrandone l’importanza per i caccia F-35. Per l’Italia lo stabilimento in provincia di Novara rappresenta infatti una conferma della scelta strategica di partecipare fin dall’inizio al programma Joint strike fighter, anche per le significative ricadute dal punto di vista industriale e occupazionale. Portolano ha poi sottolineato a Jyväsjärvi, il peso specifico del nostro Paese nel programma internazionale -che ad oggi conta già 16 Stati- a sostegno di un ruolo attivo nella cooperazione europea e transatlantica. L’Italia ha partecipato al programma F-35 infatti fin dagli albori e l’Aeronautica militare e la Marina militare utilizzano attualmente gli aerei in versione convenzionale (versione A) e a decollo corto e atterraggio verticale (versione B).
Il polo piemontese
Nato come catena di montaggio finale per i velivoli della Marina e dell’Aeronautica militare, il Polo di Cameri è di proprietà del governo italiano ed è gestito da Leonardo, nel ruolo di subfornitore del capo-commessa statunitense Lockheed Martin. Qui già vengono assemblati i velivoli destinati all’Olanda, e a marzo anche la Svizzera ha deciso di far assemblare i suoi F-35A presso lo stabilimento piemontese. Che sia ora il turno della Finlandia? Non è ancora dato saperlo, ma ciò che è chiaro è che l’adesione di sempre più Paesi europei al progetto degli F-35 potrebbe rappresentare per le industrie del nostro Paese un ulteriore momento di partecipazione, dal momento che già si trovano in una posizione privilegiata per inserirsi nella linea di produzione dei caccia destinati alle nazioni del Vecchio continente.
Un caccia europeo?
L’F-35 ha infatti goduto di una crescente popolarità in Europa negli ultimi anni, con Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Danimarca che hanno attualmente in servizio o in fase di ordine F-35 nelle varianti A e B. Nel 2018 il Belgio è diventato il primo cliente europeo nell’ambito delle vendite militari estere, impegnandosi nell’acquisto di 34 velivoli, seguito due anni dopo dalla Polonia. Nel 2021 il novero di Paesi europei a volersi dotare degli F-35 è salito drasticamente, con Svizzera e Finlandia, seguita dalla scelta storica della Germania di affidarsi ai caccia della Lockheed per sostituire i suoi Tornado. Anche la Repubblica Ceca si è impegnata ad acquistare 24 F-35A per il ritiro dei suoi Gripen, e a giugno la Grecia ha presentato ufficiale richiesta per l’acquisto di venti F-35A entro il 2028. Anche la Spagna sta ora ipotizzando di dotarsi di F-35, ipotesi ventilata anche dal Portogallo. Svizzera, Finlandia, Germania e Repubblica Ceca sono tutti all’inizio del processo di acquisizione, e la Lockheed Martin ha stimato che entro il 2030 saranno dislocati in Europa oltre 550 F-35.
(Foto: Segredifesa)