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“La Wagner sono io”. Lo chef di Putin confessa (e lui chiude i confini)

I media indipendenti russi sostengono che il Cremlino annuncerà a breve il divieto di uscire dalla Russia a tutti gli uomini in età idonea per combattere nella guerra in Ucraina. C’è Evgheni Prigozhin dietro questa trovata?

Escalation in Russia. Il sito di informazione indipendente russo Meduza sostiene che il governo di Vladimir Putin chiuderà tutti confini agli uomini in età idonea per combattere nella guerra in Ucraina. La misura entrerà in vigore dal 28 settembre, una volta che saranno chiuse le urne per il referendum sull’annessione dei territori occupati.

L’obiettivo del divieto è aumentare le truppe russe in Ucraina ed è in linea con la mobilitazione parziale della popolazione annunciata da Putin. Dovranno entrare nell’esercito, dunque, tutti i cittadini in riserva e anche quelli che hanno un minimo di esperienza militare. Inoltre, il leader russo ha previsto un aumento della produzione di armi e la capacità della produzione dell’industria della difesa.

L’annuncio di mobilitazione di Putin ha scatenato la fuga dalla Russia. Il Cremlino ha dovuto ammettere che c’è una fila importante nella frontiera con la Georgia, con più di 2300 macchine che aspettarono per attraversare il confine. La situazione è simile con il Kazakistan, Mongolia e Finlandia.

Chi resiste all’arruolamento sarà penalizzato con la nuova legge del Codice penale, riformato da pochi giorni, che prevede fino a 15 anni di carcere contro chi non partecipa al conflitto armato. Le persone che si consegneranno in maniera volontaria al nemico dovranno scontare fino a 10 anni di carcere. Porte aperte invece per chi vuole fare parte dell’esercito di Putin, anche se straniero. La cittadinanza russa è garantita in tempi brevissimi.

Dietro all’idea di vietare l’uscita dei potenziali soldati dalla Russia potrebbe esserci Evgheni Prigozhin, l’uomo di affari conosciuto come “lo chef di Putin”. In un commento pubblicato sul social network VKontakte, Prigozhin ha elogiato il ruolo dei suoi uomini nel futuro delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, ma anche nel destino dei popoli in Siria e altri Paesi arabi, africani e latinoamericani. Così ha ammesso di essere stato tra i fondatori della compagnia di mercenari Wagner nel 2014.

Fino ad oggi Prigozhin aveva sempre negato la sua partecipazione con Wagner. Ma adesso invece arriva la smentita: “Nel 2014, quando è iniziato il genocidio della popolazione russa del Donbass, quando la Russia è riuscita, all’ultimo momento, a bloccare l’arrivo dell’esercito ucraino in Crimea, io, come molti altri uomini d’affari, siamo andato nei campi di addestramento dove i cosacchi si erano radunati e abbiamo cercato di reclutare un gruppo che andasse a proteggere i russi”.

Prigozhin ha aggiunto che si è reso conto che questi uomini non erano adatti al compito e si è organizzato da solo in maniera diversa: “Io stesso mi sono messo a pulire vecchie armi, a recuperare giubbotti antiproiettile e ho trovato specialisti che potevano aiutarmi. Il 1° maggio 2014 è nato un gruppo di patrioti che in seguito ha acquisito il nome di Wagner”.

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