Un’analisi pubblicata dal think tank americano racconta come le autocrazie, in particolare Russia e Cina, utilizzino fondazioni, associazioni, enti di beneficenza, organizzazioni religiose e non profit per influenzare la politica occidentale
Fondazioni, associazioni, enti di beneficenza, organizzazioni religiose e altre organizzazioni non profit. Sono i “comodi veicoli” per la cosiddetta “finanza malevola” (malign finance) che le autocrazie utilizzano, sfruttando legalmente i sistemi giuridici occidentali, per attività di influenza politica. “Li trattano come terze parti autorizzate a spendere in politica senza che debbano rivelare adeguatamente l’identità dei loro donatori”. Per esempio, “i partiti di estrema destra in Europa, come Alternativa per la Germania, il Partito della Libertà in Austria e la Lega in Italia, dispongono di canali no-profit in grado di convogliare denaro straniero nelle elezioni”.
IL RAPPORTO
A spiegarlo è un rapporto del 2020 – ma attualissimo alla luce delle rivelazione degli Stati Uniti sui finanziamenti russi per 300 milioni di dollari a 20 Paesi nel mondo – firmato da Josh Rudolph, esperto di malign finance dell’Alliance for Securing Democracy presso il German Marshall Fund, e da Thomas Morley, ricercatore presso lo stesso istituto. Alle sue spalle diverse, Rudolph ha posizioni nel governo degli Stati Uniti all’incrocio tra finanza e sicurezza nazionale. Al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca ha presieduto il lavoro diplomatico e tecnico interagenzie sulle sanzioni alla Russia e ha coordinato altre iniziative di statecraft economico. Attualmente è anche Senior Policy Fellow presso la Task Force anticorruzione di USAID, agenzia statunitense per lo sviluppo.
CYBER, DISINFO E NON SOLO
Dunque, cyberattacchi e disinformazione. Ma non soltanto. Anche malign finance, cioè finanziamenti a partiti politici, candidati, campagne, élite ben collegate o gruppi politicamente influenti, spesso attraverso strutture non trasparenti pensate per occultare i legami con uno Stato o i suoi proxy. Con questi strumenti i regimi autoritari cercano di interferire nei processi democratici. Cina e Russia hanno speso più di 300 milioni di dollari per farlo più di 100 volte in 33 Paesi negli ultimi dieci anni, si legge nel documento datato 2020. “La frequenza di questi attacchi finanziari ha subito un’accelerazione velocissima, passando da due o tre all’anno prima del 2014 a 15-30 all’anno dal 2016”.
LE SCAPPATOIE LEGALI
Secondo il rapporto, l’83% di queste attività è stato reso possibile da scappatoie legali. La “finanza malevola” non si limita a far fluire il denaro attraverso donatori di comodo, società di comodo, organizzazioni non profit e altri canali, ma comprende una serie di strumenti come donazioni di beneficenza, donazioni fittizie e contributi ai media, spiegano gli esperti. “Pertanto, le strategie politiche per affrontare queste vulnerabilità non si limitano alle riforme del finanziamento delle campagne elettorali, ma includono anche maggiori requisiti di trasparenza per quanto riguarda il finanziamento dei media, la proprietà delle aziende, i contatti delle campagne con le potenze straniere e altre questioni”.
LA LEGA
Come detto, il rapporto cita il caso della Lega di Matteo Salvini, che oggi ha definito il documento della diplomazia statunitense una fake news (“Mai chiesti e mai presi soldi, rubli, euro, dinari, dollari dalla Russia”). Il riferimento in nota è a quanto accaduto nel febbraio 2019, con l’inchiesta di BuzzFeed sui rapporti del partito dell’allora ministro dell’Interno e la Russia. Le registrazioni del colloquio tra Gianluca Savoini, collaboratore di Salvini, e tre russi per un accordo petrolifero in cambio di soldi e sostegno alla Lega in vista delle europee di quell’anno. Spiegavano allora gli esperti dell’Alliance for Securing Decmoracy come la posizione dominante nell’industria energetica europea offra alla Russia “l’opportunità di interferire nelle democrazie occidentali in diverse fasi del processo di fornitura: utilizzando le aziende locali come intermediari per arricchire le élite locali favorite, riciclando denaro attraverso le aziende energetiche per condurre finanziamenti politici e utilizzando progetti come Nord Stream 2 per rafforzare l’influenza politica ed economica della Russia sui Paesi europei”.