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Spagna, la strategia (chavista?) di Sánchez contro il carovita

spagna, madrid

Il primo ministro spagnolo ha invitato i rivenditori di prodotti di prima necessità a limitare l’aumento dei prezzi ed è subito polemica. La misura di un paniere con prezzi contenuti è stata proposta dal ministro di Unidos Podemos e ricorda l’arrivo del socialismo in Venezuela

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha invitato i rivenditori a limitare l’aumento dei prezzi degli alimenti e prodotti di prima necessità, nel tentativo di controllare la peggiore crisi del costo della vita degli ultimi decenni.

In un’intervista trasmessa dall’emittente statale TVE, il leader socialista ha fatto un appello “per la responsabilità collettiva”, chiedendo di porre un tetto ai prezzi dei generi alimentari: “È necessario fare appello agli attori sociali, in particolare agli uomini d’affari, affinché si impegnino”.

Ugualmente, il premier ha confermato che il suo governo sta studiando tutte le alternative per contenere la crisi dei prezzi, scatenata dall’aumento delle materie prime, il trasporto e l’inflazione. Tra queste misure ci sarebbe anche la distribuzione di una scatola con alcuni prodotti di prima necessità, come uova, latte, pane e carta igienica, proprio come fece il governo di Hugo Chávez in Venezuela dopo avere imposto il tetto al prezzo di alcuni generi fondamentali per le famiglie.

Le parole di Sánchez arrivano pochi giorni dopo che la ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, ha chiesto alle catene di alimentari di iniziare a offrire ceste di beni di prima necessità a prezzi accessibili. Secondo l’agenzia Bloomberg, Diaz ha già incontrato i funzionari dei supermercati Carrefour SA, che ha annunciato la vendita di un paniere di 30 prodotti per 30 euro.

Al termine dell’incontro con le principali associazioni della grande distribuzione (Asedas, Anged e Aces), e con i rappresentanti delle organizzazioni dei consumatori, Diaz ha dichiarato che c’è da fare uno “sforzo” per fornire prodotti di base che garantiscano “una dieta sana” a prezzi scontati fino a dopo il Natale. Tra questi alimenti proposti da governo ci sono carne, pesce, frutta, verdura, uova e latticini, e una lista di opzioni per i celiaci. Tutto a disposizione secondo il numero di membri di un nucleo familiare e il loro potere d’acquisto.

Diaz, che è anche vice prima ministra, fa parte del partito di estrema sinistra Unidos Podemos, e molto probabilmente si candiderà per la carica di prima ministra alle elezioni del 2023.

Alberto Garzon, ministero per i Consumi, ha incaricato l’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione (Aesan) di redigere una guida che possa fungere da riferimento per la distribuzione.

In Spagna, l’indice di inflazione ha raggiunto il 10,5%. I prezzi sono arrivati al punto più alto dalla metà degli anni ’80. E per questo il governo di Sánchez ha imposto misure per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi, tra cui un intervento nel mercato elettrico, una tassa sui profitti delle banche, sussidi per il carburante e biglietti ferroviari gratuiti per i pendolari.

Per le principali associazioni di supermercati e catene di distribuzione alimentare spagnole “la proposta di elaborare un paniere di base con prezzi bloccati è irrealizzabile e controproducente”.

In una nota ufficiale, gli imprenditori del settore hanno spiegato che a rendere infattibile un accordo con il governo sulla proposta di Diaz sono problemi di struttura della catena di distribuzione, limiti legali e una “diagnosi inesatta” su come si stabiliscono i prezzi dei generi di prima necessità.

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