Skip to main content

Spie e scambi accademici. Come Pechino avrebbe voluto fregare Washington

Uno dei più clamorosi casi giudiziari americani fa luce sul modus operandi dei servizi segreti cinesi per lo spionaggio industriale. Un sistema di sfruttamento degli scambi accademici per carpire informazioni riservate, in un mix di sofisticati sistemi elettronici, intelligenza emotiva e molta pazienza

Questa storia, raccontata in anteprima da Bloomberg, è cominciata nel 2014 quando l’ingegnere aerospaziale Arthur Gau, prossimo alla pensione, accettò di tenere alcune lezioni in Cina, in particolare nell’Università di Aeronautica e Astronautica di Nancino. L’impiegato del gigante statunitense della difesa Honeywell International Inc, tenne diverse conferenze rivolte a ingegneri cinesi spesso portando con sé slide contenenti informazioni tecniche sensibili sugli aerei costruiti dalla sua azienda.

La questione dello spionaggio industriale cinese esplose nel 2018, quando l’amministrazione Trump lanciò la cosiddetta China Initiative, per arrestare un fenomeno che aveva raggiunto proporzioni sistemiche preoccupanti. L’iniziativa finì per coinvolgere soprattutto gli accademici, non tanto per furti di brevetti, ma per la loro spesso mancata dichiarazione di affiliazione a istituti di ricerca cinesi. Per questo motivo l’amministrazione Biden decise in seguito di abbandonare il programma, tra scarsa efficacia e pericolo di profilazione etnica.

Nel 2018 Gau subì una perquisizione dell’Fbi presso la sua abitazione a Phoenix in Ariziona, scoprendo tralaltro che la controparte cinese che si era occupata di organizzare le sue visite nella Repubblica Popolare, un uomo di nome Xu, si trovava ora in un carcere americano in Ohio, in attesa di un processo che sarebbe durato tre anni.

Gli inquirenti statunitensi hanno potuto delineare il modus operandi di Xu, accumulando in tribunale i materiali raccolti dal suo computer e telefoni. Questa grande mole di dati ha potuto rivelare come mai prima d’ora le tecniche, i metodi, le ambizioni personali, i pensieri più intimi di una spia della Repubblica popolare. È un episodio senza precedenti che fornisce un ritratto di come funzioni la macchina dello spionaggio economico di Pechino.

Nato a Jiangsu, una città nella provincia di Nancino dove molti colossi industriali statunitensi hanno le proprie fabbriche, Xu ha studiato ingegneria elettronica. Entrò nel Partito comunista e, nel febbraio 2002, venne nominato segretario di una lega giovanile di partito a Yancheng. Da lì iniziò per lui una brillante carriera nei quadri della burocrazia civile, arrivando nel 2013 al rango di capo sezione. La sua prima operazione di rilievo condotta come spia, almeno per quanto hanno accertato i tribunali americani, fu l’iniezione di un malware Trojan nel telefono cellulare di un capo progetto della francese Safran Aircraft Engines, che allora era impegnata nello sviluppo di un motore chiamato Leap per gli Airbus A320 e i Boeing 737. Quando le agenzie di intelligence statunitensi informarono Safran di avere intercettato segnali del malware, l’azienda aprì un’indagine, ma non poteva sapere che uno dei senior manager preposti all’investigazione, Gu Gen, fosse una spia al soldo di Xu.

Le imprese di quest’uomo contano anche l’aver ottenuto materiale riservato da parte di accademici britannici che venivano invitati a tenere conferenze sempre all’università di Nancino, durante le quali i loro computer e memorie digitali venivano copiate di nascosto o infettate. Lo stesso trucco funzionò anche per rubare segreti industriali sui progetti della Lockheed Martin e della Northrop Grumman per gli aerei militari F-35 e E-2. Tutti questi episodi contribuirono alla creazione di una brillante carriera per Xu, nonostante nei suoi messaggi privati egli si lamentasse con alcuni colleghi per aver lasciato il suo tranquillo lavoro di funzionario governativo provinciale, finito poi a lavorare per superiori esigenti e dispotici.

Uno dei collaboratori della spia nell’università era Chen Feng, vice rettore per la cooperazione internazionale. Le sue mansioni erano quelle di mantenere i rapporti con scienziati d’oltreoceano. Nel marzo 2017 provò ad approcciare un ingegnere di nome David Zheng della Ge Aviation, che fu più che onorato di ricevere il suo primo invito a tenere una lezione all’estero. Il viaggio fu un successo per entrambi: i servizi cinesi ottennero le informazioni che cercavano dal più o meno inconsapevole professionista e il povero Zheng si godette un momento di gloria.

Nei mesi successivi i rapporti personali tra i due si rafforzarono al punto che le comunicazioni avvenivano più volte a settimana. Fu in quel periodo che Xu prese il posto di Feng nel gestire le comunicazioni con lo statunitense. Assetato di nuove informazioni, cominciò a spingere per incontrare nuovamente Zheng, che però gli comunicò di doversi recare per qualche mese in Francia per assistere la branca locale dell’azienda. Nessun problema, si sarebbero incontrati in Europa. Quello che Xu non poteva sapere era che Zheng gli stava parlando al telefono mentre sedeva di fianco all’agente dell’Fbi Bradley Hull.

L’agenzia federale aveva avuto notizie di un possibile “pericolo interno” nell’azienda neanche un mese dopo il primo viaggio di Zheng a Nancino. In cambio dell’immunità per sé stesso aveva accettato di cooperare con le indagini e questo fece sì che l’intero scambio di conversazioni successivo fosse avvenuto tra Xu e un team di analisti dell’Fbi. I files forniti dall’ingegnere statunitense erano documenti resi appositamente realistici e suggestivi, ma privi di reali informazioni segrete.

Il successivo incontro fu il soggetto di una sceneggiatura romanzesca. La destinazione originaria in cui i due si sarebbero dovuti incontrare era Amsterdam, ma l’agente Hull riuscì con alcuni stratagemmi ad attirare Xu a Bruxelles, in Belgio. Lì Zheng gli avrebbe dovuto consegnare una serie di informazioni sensibili sui nuovi motori progettati da Ge Aviation, ma invece dell’amico e confidente si trovò la polizia belga e un mandato di estradizione pronto. Il motivo per cui l’Fbi attirò Xu in Belgio era la politica di estradizione verso gli Stati Uniti particolarmente sviluppata nel Paese europeo.

Al processo, iniziato il 18 ottobre 2021 al Potter Stewart U.S. Courthouse di Cincinnati, Xu non ha testimoniato. Ha parlato a malapena. È rimasto ai margini del procedimento, ascoltando in silenzio il suo traduttore d’ufficio mentre i suoi pensieri più intimi venivano letti ad alta voce in una lingua straniera e analizzati in un’aula di tribunale a 7.000 miglia da casa sua. Non ha risposto alle lettere, in inglese e in cinese, inviategli in carcere per chiedergli di parlare per questa storia, e alla fine ha rifiutato di commentare attraverso il suo avvocato.

Nell’atto di accusa, reso pubblico quando Xu è stato estradato negli Stati Uniti nel 2018, il Dipartimento di Giustizia lo ha accusato di cospirazione e tentativo di spionaggio economico e furto di segreti commerciali. Le prove in questo caso, quasi tutte, provengono dalle sue stesse parole. L’Fbi ha aperto i suoi account iCloud e Gmail e gli esperti di digital forensics del Bureau hanno analizzato il contenuto dei telefoni recuperati durante l’arresto. Gli investigatori non sono riusciti a recuperare nulla solamente dal telefono che Xu aveva con sé il giorno dell’arresto a Bruxelles, dato che poche ore dopo, qualcuno ha effettuato un accesso remoto al dispositivo e lo ha ripulito.

Il 5 novembre 2021, la giuria federale ha condannato Xu per tutti i capi d’accusa. Dovrà scontare la massima pena cinquanta anni di carcere e 5 milioni di dollari di multa. Il suo caso ha portato anche alla risoluzione delle indagini avviate anni prima dall’hacking di Safran. I procuratori federali di San Diego hanno incriminato Zha Rong, supervisore dell’Ministero della Sicurezza di Stato cinese (Mss) di Xu, insieme ad altre sette persone collegate alla filiale di Jiangsu della Safran Aviation per associazione a delinquere finalizzata all’hacking di oltre una dozzina di aziende aerospaziali. I lavoratori della Safran sono stati, senza sorpresa, licenziati.

A meno che non lascino la Cina, è probabile che nessuno di questi imputati affronti un processo. Il 10 marzo 2022, quattro mesi dopo aver testimoniato nel processo di Xu e tre anni dopo essere stato licenziato da Honeywell, Arthur Gau è stato condannato a tre anni di libertà vigilata e a una multa di 10.000 dollari. David Zheng ha trovato un nuovo lavoro poco dopo il licenziamento da parte di GE Aviation, anche se su sua richiesta il nuovo datore di lavoro non è stato nominato al processo. Probabilmente Zheng è meno interessato a condividere informazioni di quanto non lo fosse una volta.


×

Iscriviti alla newsletter