Centrodestra compatto sulla riduzione delle imposte. Per Conte è necessario abolire l’Irap. Calenda punta sulle scuole. Sui fondi europei è scontro tra Letta e Meloni
Enrico Letta fa la parte del veterano. “Sono stato la prima volta a Cernobbio un secolo fa. Era il 1999”, ha detto il segretario del Partito democratico. Stavolta, però, è diverso. Le elezioni sono vicine e il momento storico, tra tensioni geopolitiche, crisi energetica e inflazione, è cruciale per il futuro dell’Italia. Soprattutto dal punto di vista economico. Con due macro argomenti sul tavolo: tasse e Pnrr. Letta li ha affrontati insieme con Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Carlo Calenda, Antonio Tajani e Giuseppe Conte (quest’ultimo in collegamento video) durante il dibattito al Forum Ambrosetti tra i leader dei principali partiti, coordinati dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.
TASSE, SCOSTAMENTO, IMPRESE
Il presidente del Movimento 5 stelle ha parlato di tasse. “Dubito che l’abbandono dei programmi d’acquisto della Bce e le scelte sui tassi siano la strada migliore per contenere l’inflazione, che è una tassa nefasta che pesa sulle famiglie e che non dev’essere il pretesto per fare le scelte del passato”, ha spiegato prima di sottolineare che “il Movimento 5 stelle è per l’abolizione dell’Irap a favore di tutti”. “Dobbiamo evitare la recessione a ogni costo”, ha invece esordito Letta. Che ha aggiunto: “Il nostro debito si reggerà dentro un Europa che si sostiene ed è credibile”. Meloni, dalla sponda di Fratelli d’Italia, ha parlato a nome dell’intero centrodestra, dove “ci sono differenze e sfumature, sul principio di abbassare le tasse siamo d’accordo”. Salvini, a nome della Lega, ha chiesto uno “scudo europeo a tutela di famiglie e imprese”. Dal punto di vista economico, Calenda, leader di Azione, ha proposto di concentrare fondi non tanto sulle pensioni, “su cui spendiamo un’ira di dio di soldi”, ma sull’educazione. Sul palco di Cernobbio, per Forza Italia, c’era Tajani, che ha parlato di imprese e caro bollette. “Bisogna ridurre la pressione fiscale per tutte le imprese, grandi o piccoli che siano”, ha dichiarato durante il suo intervento. “La chiave è la riduzione della pressione fiscale, in modo da pagare meno ma pagare tutti. Ma non basta. Alle imprese si deve ridurre anche il fardello burocratico che per il nostro Paese rappresenta un blocco per gli investimenti stranieri”.
PNRR: RIVEDERLO O NO?
Il Pnrr è stato terreno di scontro tra Letta e Meloni. “È la nostra stella polare, il punto di riferimento complessivo”, ha affermato il leader dem. “Si può discutere, ma diciamo niente balletti sull’affidabilità e no alle rinegoziazioni. Se ci mettessimo in un confronto con Bruxelles perderemmo soldi e prospettive per il futuro”. Pnrr che per Meloni, al contrario, si può rivedere. “Questo tema può essere affrontato senza che sia un’eresia”, ha incalzato. “Non vuol dire stravolgerlo, anche se alcune scelte che sono state fatte dall’Italia non sono state pienamente colte nel Pnrr, come l’economia blu e le politiche del mare. Siamo una piattaforma nel mediterraneo, una posizione strategica felicissima che decidiamo di non sfruttare”.