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Transizione digitale vuol dire connettere scuole e università

Di Eleonora Francesca Russo

La tecnologia è un fattore abilitante anche nell’istruzione. Infrastrutture digitali, connettività e nuovi modelli sono oggi attivatori di competenze chiave. In questa fase di transizione, a università e scuole va il compito di “prendersi cura” del capitale umano con programmi destinati a formare le professionalità del futuro

Avvicinare persone, luoghi e servizi attraverso il digitale è una delle sfide più rappresentative del nostro tempo. Con il Next Generation EU la tecnologia ha acquistato una nuova centralità diventando un elemento chiave per la trasformazione di tutti i settori, produttivi e non. Una partita che investe ogni ambito della realtà sociale e rende necessari non solo competenze e investimenti ma anche una nuova cultura. Per dirla con Keynes “abbiamo bisogno di una saggezza nuova per una nuova era”. 

Il nostro Pnrr, in linea con quanto indicato da Bruxelles, scommette sul digitale per tracciare i confini di un ecosistema favorevole alla crescita economica e sociale inclusiva. Come emerge dai lavori del B20, uno dei pilastri di questo processo è il potenziamento della connettività e dell’accesso a Internet. Poter contare su infrastrutture digitali di alta qualità e ad alta velocità per istituzioni, mondo dell’istruzione e dell’impresa significa operare con meno incertezze e con strumenti capaci di rispondere alle loro necessità. Nei momenti straordinari ma anche e soprattutto in quelli ordinari. 

La pandemia ha evidenziato il ritardo strutturale che vive il nostro Paese rispetto al resto d’Europa in materia di digitalizzazione. Per colmare questo gap, istituzioni e aziende sono a lavoro per ripensare i propri modelli operativi in ottica di omnicanalità e di innovazione dei processi. Centrale in questa fase è anche la ridefinizione semantica del concetto di lavoro che, da analitico, si è trasformato in lavoro agile aprendo le porte ad un nuova modalità organizzativa. 

In ottica di medio e lungo periodo è indispensabile ridefinire anche il modello di istruzione e formazione di una nuova classe di professionisti che sia in grado di sfruttare le tecnologie esistenti per attuare l’auspicato recupero di competitività e crescita. A università e scuole, tra i principali protagonisti del processo di transizione digitale, spetta infatti il compito di “prendersi cura” del proprio capitale umano, predisponendo piani di formazione per reskilling e upskilling.

Che siano banchi di Scuola o di aule di università, questi sono luoghi dove si costruisce il futuro del nostro Paese. L’istruzione è infatti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza parte attiva del processo di trasformazione, necessariamente più ampio e già in corso in periodo pre-pandemico. La formazione, insieme all’inclusione sociale, territoriale e di genere, alla transizione ecologica, alla digitalizzazione e alla competitività, è tra gli elementi all’insegna dei quali «promuovere una robusta ripresa dell’economia europea». 

Per fare sviluppo economico e sociale il ruolo delle infrastrutture è fondamentale. E lo è anche in un’ottica di potenziamento di quelle infrastrutture “immateriali” come competenze, la Scuola e l’università. In questo senso, il mondo accademico e della ricerca ha un ruolo pivotale nell’indirizzare e guidare la trasformazione digitale del Paese, anche puntando e investendo su nuovi modelli di istruzione adatti a governare il cambiamento. La sfida è incoraggiare un cambio di paradigma: da digital first a digital by default. Per far ciò, oggi accanto alla canonica formazione universitaria, fondata sul approccio metodologico, stanno nascendo le Academy tecnologiche, delle realtà che affiancano questo modello puntando su un’offerta formativa basata sulle competenze chiave per le professionalità del futuro. 

Lo sviluppo delle competenze digitali, però, non può riguardare unicamente il mondo della formazione: deve allargarsi alle famiglie per fare in modo che tutta la società possa migliorare le proprie conoscenze e sfruttare appieno le opportunità che si aprono con la connettività a banda ultralarga e i servizi di nuova generazione basati sul digitale.



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