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Ucraina, Ue e Usa. Come si collocano i principali partiti

Una guida alle posizioni di FdI, Pd, M5S, Lega, Azione-Italia Viva, Forza Italia, Verdi-Sinistra e Più Europa sui tre dossier cruciali della politica estera

Quali sono le posizioni dei principali partiti italiani su tre questioni cruciali della politica estera come il sostegno all’Ucraina davanti all’invasione russa, il ruolo dell’Italia nell’Unione europea e il rapporto con gli Stati Uniti? Ecco quelle dei primi otto partiti secondo gli ultimi sondaggi disponibili prima del “buio”.

SOSTEGNO ALL’UCRAINA

Fratelli d’Italia e Partito democratico, guidati rispettivamente da Giorgia Meloni ed Enrico Letta, hanno sempre ribadito la convinzione di seguire la via indicata dal presidente del Consiglio Mario Draghi al fianco dell’Ucraina seppur provenendo da posizioni diverse, il primo dall’opposizione e il secondo dalla maggioranza. Sulla stessa linea anche Azione-Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino. Le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina, con Vladimir Putin “spinto” dalla situazione nel Donbass a invadere, hanno fatto ricordare a molti il legame personale tra il leader di Forza Italia e il presidente russo.

Nei giorni scorsi Matteo Salvini, segretario federale della Lega, ha detto di aver cambiato opinione su Putin dopo la guerra in Ucraina, riconoscendo implicitamente di averlo visto di buon occhio anche nel 2014, all’epoca dell’invasione della Crimea. Uno dei cavalli di battaglia di Salvini in campagna elettorale sono state le sanzioni alla Russia, contro cui si è più volte esposte. Anche in questo caso, sembra aver cambiato opinione a pochi giorni dal voto e dopo il dibattito sui finanziamenti russi (faccenda da cui l’Italia è fuori, “per ora”). “Le abbiamo sempre votate”, ha detto.

Ma ora, ha sottolineato, “siamo al settimo mese di guerra, io ho solo fatto la domanda: le sanzioni stanno mettendo in ginocchio la Russia? Vedete le bollette? Non vorrei che a pagare le sanzioni fossero i lavoratori italiani”. Se il centrodestra andrà al governo comunque sulle sanzioni “continueremo a fare ciò che abbiamo già fatto ma proteggeremo i lavoratori italiani. Come durante il Covid. È un secondo Covid, non in ospedale ma in fabbrica e bisogna proteggere gli italiani”, ha aggiunto.

Se l’Alleanza Verdi-Sinistra non ha mai nascosto la volontà di fermare l’invio di armi all’Ucraina (nonostante non ce ne sia traccia nel programma depositato al Viminale), è il Movimento 5 Stelle in queste ultime battute ad avere intrapreso la linea più dura. Secondo il leader Giuseppe Conte la logica del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e “di Washington” di “voler inseguire una vittoria militare distruttiva della Russia” è “un’escalation militare”. “Ho sempre sottolineato, sottoscritto e rilanciato le sanzioni ma ho sempre, però, anche detto che le sanzioni non sono un fine ma un mezzo per cercare di recuperare un dialogo e non isolare la Russia”, ha aggiunto. “Non voteremo a favore” sull’invio delle armi perché “non hanno bisogno del nostro carro blindato” ma “di qualcuno che imposti un negoziato di pace. Questa guerra non la vogliamo più, non può decidere Washington”, ha aggiunto.

RUOLO DELL’ITALIA NELL’UNIONE EUROPEA

Non è stata, a differenza di quelle per le politiche del 2018 e le europee del 2019, una campagna elettorale segnata dal tema dell’euroscetticismo. “Sono intervenuti due elementi, due cigni neri, che non avevamo preventivato: la pandemia e la guerra in Ucraina”, ha spiegato Nicoletta Pirozzi, che dirige il programma Unione europea presso l’Istituto Affari Internazionali di Roma, a Formiche.net. “Questi hanno consolidato alcune tendenze ma anche spostato certe posizioni”. Piuttosto, si è discusso molto della postura del centrodestra verso l’Ungheria di Viktor Orbán. Come raccontato su Formiche.net, il Paese non è soltanto la bestia nera dell’Unione europea. È un elemento di forte preoccupazione per gli Stati Uniti, anche a causa della penetrazione sia russa sia cinese. La difesa offerta da Salvini al primo ministro magiaro non stupisce. Quella, però, della leader di Fratelli d’Italia ha spinto Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico, a definirla “falsa atlantista” in un’intervista al Giornale – parole che il quotidiano della famiglia Berlusconi ha utilizzato per titolare l’articolo.

RAPPORTO CON GLI STATI UNITI

Mentre Conte ha incassato il sostegno (ufficialmente gradito) dell’ex presidente Donald Trump e il Partito democratico può contare su un rapporto discretamente strutturato con la controparte negli Stati Uniti, i legami tra il Partito repubblicano e il centrodestra si snodano a livello personale e sono intrattenuti dai vari leader. Per questo, Berlusconi ha rapporti storici con il mondo repubblicano frutto dei suoi anni a Palazzo Chigi; Salvini con quello trumpiano e più attento alle politiche fiscali come la flat tax; Meloni ha lentamente spostato il suo asse dal mondo trumpiano-bannoniano alle aree più conservative sui temi tradizionali. A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite un alto funzionario della Casa Bianca parlando ai giornalisti ha avvertito: “Non crediamo che, a prescindere dall’esito del voto, l’Italia in qualche modo si sfilerà dalla coalizione occidentale dei Paesi che sostengono l’Ucraina”.

“E pensiamo”, ha aggiunto, che “neppure i nostri partner chiave in Europa lo pensino, anche se questo non significa che sarà esattamente lo stesso che con Draghi”. Ma, ha proseguito, “questa narrativa ‘da fine del mondo’ sulle elezioni italiane non corrisponde con le nostre aspettative di cosa accadrà”. Parole che sembrano evidenziare come a preoccupare eventualmente gli Stati Uniti non è il rapporto con l’Italia ma i rapporti dell’Italia con le autocrazie, Cina e Russia.


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