“Assicurare che gli americani comprendano l’importanza geopolitica dell’Italia” è un obiettivo molto importante della fondazione, spiega il nuovo presidente. Meloni? “Non c’è bisogno di preoccuparsi riguardo la solida natura delle relazioni transatlantiche”
L’Italia, alleato chiave degli Stati Uniti. Ma come viene vista dalla comunità italo-americana? Risponde Robert Allegrini, diplomatico, esperto di pubbliche relazioni, ora presidente della National Italian American Foundation (Niaf).
Considerato che veniamo da anni in cui le statue di Cristoforo Colombo si volevano distruggere, il discorso del presidente americano Joe Biden per il recente Columbus Day è stato abbastanza singolare rispetto ai precedenti.
Non direi che sia singolare. Piuttosto, che siamo tornati alla normalità. Dopo diversi anni stiamo tornando alla normalità. Posso dire che la proclamazione è stata accolta molto bene dalla comunità italo-americana. Ha riflesso perfettamente il significato che esiste dietro al Columbus Day per la comunità stessa. Il coraggioso viaggio di Colombo che, per più di cinquecento anni, è stato il catalizzatore delle migrazioni da ogni angolo della Terra. Tutte queste persone in cerca di una vita migliore per sé e per le proprie famiglie, è una storia toccante. Sento che il discorso del presidente Biden ha riflesso precisamente quel sentimento. E questo non accade per caso, poiché la National Italian American Foundation (Niaf) lavora a stretto contatto con l’ambasciata d’Italia a Washington e con la Casa Bianca, guidando l’amministrazione nell’elaborazione del discorso.
Nessun accenno ai nativi americani, a differenza dello scorso anno.
Di nuovo, è la proclamazione del Columbus Day, una festa nazionale. Credo che la comunità americana ritenga che questo fosse il giusto focus.
Qual è il ruolo della Niaf?
Stiamo lavorando assiduamente per assicurarci che l’Italia riceva il giusto riconoscimento come alleato degli Stati Uniti. Sono appena rientrato dal Forum The European House – Ambrosetti a Cernobbio, dove abbiamo presentato un position paper riguardo all’importanza strategica della relazione tra Italia e Stati Uniti. Come americani siamo stufi di vedere i nostri media parlare solamente di Regno Unito, Francia e Germania come principali alleati degli Stati Uniti, come se l’Italia non contasse, quando invece è un alleato cruciale. E in diversi casi, come abbiamo dimostrato con quel documento, l’Italia è un alleato molto più fedele agli Stati Uniti di quanto non lo siano i Paesi che ho menzionato. Questo è un obiettivo molto importante della Niaf attualmente: assicurare che gli americani comprendano l’importanza geopolitica dell’Italia.
È preoccupato per il prossimo governo italiano?
No. So che Giorgia Meloni è un’atlantista fedele, quindi non credo ci sia bisogno di preoccuparsi riguardo la solida natura delle relazioni transatlantiche. Per quanto riguarda l’Ucraina, posso dire che ho fatto delle raccolte fondi per i rifugiati ucraini che si trovano in Europa, e in particolare quelli che risiedono attualmente in Italia. E l’opinione diffusa nella comunità italo-americana è, ovviamente, coincidente con quella americana in generale, pro-Ucraina. E credo che Meloni la pensi allo stesso modo.
L’Italia fa abbastanza per accreditarsi sulla scena internazionale?
È sempre stata una mia preoccupazione, che l’Italia non sia sufficientemente conosciuta al di là dei classici stereotipi. Per questo abbiamo impostato una campagna sul come l’Italia sia un Paese fantastico che produce molto più del cibo, della moda e delle Ferrari. Posso assicurare che la comunità italo-americana è molto orgogliosa delle sue radici e di questo Paese, anche perché lo vede da lontano, non esposta ai problemi di vita quotidiana. Vedono l’insieme e vedono come questo Paese contribuisce allo sviluppo del mondo. Per vedere quanto attaccamento c’è, basta guardare il numero di richieste di cittadinanza doppia, che è un’ovvia manifestazione dell’amore per la propria patria ancestrale. Il legame tra gli italo-americani e l’Italia non è mai stato così forte.