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Annessioni? Un’escalation irreversibile. Ma Kiev… Gli scenari secondo Ecfr

Di Emanuele Rossi e Gabriele Carrer

Le annessioni delle quattro regioni decretate da Putin sono un’escalation irreversibile. Dumoulin e Gressel, esperti dell’European Council on Foreign Relations, spiegano perché Mosca non può tornare indietro (sarebbe una sconfitta) e come l’Ucraina può ancora vincere sul campo

“Con l’annessione, [Vladimir] Putin sta cercando di consolidare politicamente ciò che non può essere sicuro di tenere militarmente. In questo modo può dire all’opinione pubblica russa che l’operazione militare speciale (la definizione che il Cremlino usa per addolcire la guerra in Ucraina, ndr) è stata un successo, poiché ha permesso alla Russia di ottenere il controllo di questi territori”, spiega Marie Dumoulin, direttrice del programma Wider Europe dell’Ecfr.

L’annessione da parte della Russia delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson è stata proclamata ieri, venerdì 40 settembre, con una cerimonia passata da un discorso alla nazione del presidente russo e un concerto pop sulla Piazza Rossa.

Putin, continua Dumoulin commentando le evoluzioni con Formiche.net, “cerca di dissuadere l’Ucraina dal cercare di riprendere il controllo di questi territori, ma soprattutto l’Occidente dal continuare a sostenere l’Ucraina. Probabilmente spera che il timore di un’escalation nucleare induca l’Occidente a fare pressione sull’Ucraina per negoziare”.

A caldo, dopo che l’annessione è stata dichiarata illegittima dai Paesi europei e dagli Stati Uniti e oggetto di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su cui la Russia ha posto il veto, Jack Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, ha parlato della questione nucleare. “Non vediamo al momento nessuna minaccia imminente sull’uso di armi nucleari da parte da Mosca ma continuiamo a monitorare la situazione in modo molto serio”. ha detto in un briefing con la stampa alla Casa Bianca. Ma ha anche annunciato che “i militari americani in Europa sono pronti ad ogni evenienza”.

Ora per Putin non c’è uno scenario di reversibilità. Annettere quei territori significa porli sotto l’ombrello difensivo — anche nucleare — del Cremlino. E questa protezione deve essere irreversibile per natura narrativa, altrimenti è insostenibile davanti alla propria collettività. Ossia, non si può più tornare indietro senza che una qualsiasi concessione non diventi una sconfitta. E Putin non può perdere se vuole sopravvivere.

“L’annessione delle quattro regioni non lascia spazio a negoziati: non da parte dell’Ucraina, che non può permettere alla Russia di definire dove finisce il suo territorio; e non da parte della Russia, ora che questi territori sono stati russi, non c’è modo che la Russia prenda in considerazione di restituirli”, dice Dumoulin.

Secondo l’esperta dell’Ecfr è per tale ragione che stiamo entrando in una fase molto pericolosa del conflitto: “L’Ucraina continuerà a combattere e si spera che riesca a riprendersi i suoi territori. Ma è molto improbabile che Putin possa accettare la sconfitta. La mobilitazione fa parte di una strategia di escalation, ma mobilitandosi Putin raddoppia e alza la posta in gioco. Quali saranno le sue prossime mosse rimane piuttosto imprevedibile”.

Anche perché tutto questo percorso politico-tattico deve fare i conti necessariamente con ciò che accade sul campo. E non arrivano per Mosca buone notizie, come accennato. L’Ucraina, forte dello slancio morale conseguente alle controffensive di successo a Sud e a Est, continua a limare l’occupazione russa del Donbas ed è entrata a Lyman.

Le agenzie di stampa russe Tass e RIA, citando il ministero della Difesa russo, hanno dato l’annuncio del ritiro tattico russo dalla città che si trova a 160 chilometri a sud-est di Kharkiv. Le forze ucraine si sono spinte oltre il fiume Oskil nell’ambito di una controffensiva che ha visto Kiev riconquistare vaste porzioni di territorio a partire da settembre. Lyman, un nodo di trasporto chiave, era un sito importante nella linea del fronte russo sia per le comunicazioni terrestri che per la logistica. Ora che non c’è più, l’Ucraina può spingersi più in là, potenzialmente nella regione annessa di Luhansk.

Davanti all’annessione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver presentato formale richiesta di adesione alla Nato. Jens Stoltenberg, segretario generale dell’alleanza ha risposto con la cautela delle normative, spiegando che l’adesione è tutt’altro che un processo immediato, ma richiede l’approvazione di tutti e 30 i membri. La Nato non può permettere l’adesione di un Paese in conflitto, perché significherebbe un ingresso in guerra (per la difesa collegiale dell’Articolo 5 del trattato di alleanza). Ma Stoltenberg ha assicurato che gli aiuti militari e politici continueranno senza sosta.

D’altronde, come fa notare Gustav Gressel, senior policy fellow dell’Ecfr, dal punto di vista militare, l’Ucraina continua a mantenere l’iniziativa e la mobilitazione russa non cambierà la situazione per un po’ di tempo (se non mai). Ora è il momento per assistere Kiev nella sua guerra di liberazione.

“L’Occidente non deve farsi intimidire da questo comportamento. L’aggressione e l’annessione non possono essere premiate”, commenta Gressel. “L’Ucraina ha ancora la possibilità di vincere militarmente questa guerra e l’Occidente dovrebbe sostenerla per raggiungere questo obiettivo”, secondo l’esperto del think tank paneuropeo.

Gressel sostiene che la Russia “ha completato la sua transizione verso uno Stato fascista. Tuttavia, il fascismo richiede la capacità di mobilitare la società in massa. In questo senso, la Russia è ancora piuttosto carente”. E aggiunge: “Finché il regime di Mosca resterà in piedi, la sicurezza dell’Europa si baserà solo sulla deterrenza militare”.

Per Gressel, se l’Ue avesse predisposto un Accordo in materia di sicurezza (Security Compact) per fornire assistenza in diversi ambiti, “l’Ucraina avrebbe potuto dimostrarsi ancora più efficace nella propria capacità di resistenza”. In un policy paper ha spiegato che un Security Compact avrebbe permesso all’Ue di inviare pacchetti di aiuti più completi.

“Se le forze armate europee e l’industria della difesa ucraina pianificassero congiuntamente le scadenze per il rimpiazzo degli armamenti principali, si potrebbero rendere disponibili equipaggiamenti da fornire all’Ucraina. In aggiunta al patto con l’Ucraina, l’UE dovrebbe considerare di stringere un accordo simile anche con Moldavia e Georgia, altrettanto vulnerabili alla possibilità di un’aggressione russa”, spiega nel documento.

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