Il manager Artem Uss è in carcere a Busto Arsizio dopo essere finito in manette su richiesta della giustizia americana. Ora la reazione di Mosca può mettere in difficoltà il governo italiano
Anche la Russia ha emesso un mandato d’arresto per Artem Uss, un uomo d’affari russo figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, arrestato la scorsa settimana all’aeroporto di Milano Malpensa su richiesta degli Stati Uniti.
Per la giustizia americana, come raccontato su Formiche.net, il quarantenne è accusato, tra le varie cose, di aver contrabbandato tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia utilizzate anche nella guerra in Ucraina, elusione delle sanzioni americane e riciclaggio per milioni di dollari. Uss faceva parte, si legge nei documenti statunitensi, di una rete globale messa in piedi per evadere le sanzioni e riciclare denaro sporco, che ruotava attorno alla Germania e aveva ramificazioni fino al Venezuela. Lui e gli altri accusati hanno “consapevolmente cercato di nascondere il furto di tecnologia militare statunitense e di trarre profitto dal mercato nero del petrolio”, ha spiegato l’Fbi.
La scora settimana, in occasione dell’udienza per identificazione e audizione davanti alla Corte d’Appello di Milano, l’uomo ha negato il consenso all’estradizione verso gli Stati Uniti (dove rischia fino a 30 anni di carcere). Ora si trova nel carcere di Busto Arsizio. I suoi avvocati hanno chiesto i domiciliari in attesa del procedimento sull’estradizione.
Ma la Corte Meshansky di Mosca, riferisce l’agenzia di stampa russa Tass, ha emesso un mandato d’arresto nell’ambito di un’inchiesta in cui Uss è accusato di “riciclaggio di un’ingente quantità di fondi” chiedendo all’Italia l’estradizione.
Niente di nuovo. Come ha osservato Antonio Talia, giornalista di Nessun luogo è lontano su Radio 24, si tratta di “un metodo già usato dalla Russia per assicurarsi il rimpatrio dei suoi agenti”.
È la seconda mossa russa per tentare di mettere pressione il governo italiano. In una nota diffusa dopo l’arresto, l’ambasciata russa aveva ricordato che “entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi”.