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Ecco il sottomarino Belgorod, il gigante russo che spaventa il Mare del Nord

La pericolosità del sottomarino è rappresentata dal suo armamento. Questo sottomarino è in grado di trasportare e lanciare il super siluro Poseidon, noto anche con il nome in codice progetto Status-6, lungo 24 metri con un diametro di 1,6 metri, a propulsione nucleare, con una portata massima di 10.500 km e carica nucleare nella testata da 2 a 5 Megatoni

Sembra il romanzo di Tom Clancy, o se preferite la versione cinematografica con Alec Baldwin nei panni di Jack Ryan e Sean Connery in quelle di Marko Ramius, ma invece è la realtà. Da qualche giorno nel Mare del Nord sta andando in scena il classico gioco del gatto e del topo, molto in voga durante la Guerra Fredda tra i sottomarini sovietici e quelli della Nato. Questa volta però al centro della ricerca non c’è l’Ottobre Rosso ma il Belgorod, il più moderno sottomarino russo da poco entrato in servizio.

IL BELGOROD

Il sottomarino atomico russo K329 Belgorod è un battello per compiti speciali costruito nei cantieri navali di Severodvinsk varato nell’aprile 2019 che, dopo aver completato il suo allestimento, i test del reattore nucleare e le prove di navigabilità, è entrato in servizio nel luglio del 2022. Questo sottomarino è un derivato della classe Oscar II ma con molte modifiche: è lungo 178 metri e largo 18 metri, contro i 154 metri e 15 metri degli Oscar II, e ha un dislocamento a pieno carico di oltre 30.000 tonnellate, il che lo rende di gran lunga il più grande sottomarino costruito al mondo dai tempi dei battelli della famosa classe Typhoon.

IL PROGETTO

Pensato inizialmente nel 1992 come incrociatore lanciamissili sottomarino, il Belgorod è stato modificato nel corso degli anni per venire incontro alle nuove esigenze strategiche russe. In particolare, questo sottomarino è dotato di attrezzature di ultima generazione estremamente sofisticate e di un rivestimento “anecoico”, cioè composto da piastrelle in grado di assorbire le onde sonore di sonar attivo, riducendo e distorcendo il segnale di ritorno, e attenuare i suoni emessi dal sottomarino, tipicamente i suoi motori, per ridurre la portata alla quale può essere rilevata sonar passivo.

IL POSEIDON

Ma la pericolosità del Belgorod è rappresentata dal suo armamento. Questo sottomarino è in grado di trasportare e lanciare il super siluro Poseidon, noto anche con il nome in codice progetto Status-6, un siluro lungo 24 metri con un diametro di 1,6 metri, a propulsione nucleare, con una portata massima di 10.500 km e carica nucleare nella testata da 2 a 5 Megatoni. Dettaglio importante: il siluro Poseidon non è un’arma da first strike, cioè da primo colpo, bensì un’arma da rappresaglia, cioè da utilizzare dopo il primo attacco del nemico. L’esplosione vicino le coste genererebbe un’ondata di acqua contaminata simile a uno tsunami in grado di spazzare via una metropoli come New York o Los Angeles.

I MEZZI SPECIALI

Ma il Poseidon non è l’unica caratteristica del Belgorod. Questo sottomarino, infatti, è stato ampiamente modificato per poter ospitare i mezzi sottomarini per le operazioni speciali che, sebbene facciano parte delle Marina militare Russa, opererebbero sotto il controllo del GUGI, il Direttorato principale per la ricerca in mare aperto, inquadrato sotto il GRU, l’agenzia di intelligence delle Forze Armate Russe. Il Belgorod può quindi fungere da sottomarino madre e ospitare sottomarini più piccoli e veicoli autonomi per immersioni profonde nei fondali per varie attività, tra cui il monitoraggio, e soprattutto lo spionaggio, dei cavi sottomarini, oggetto nell’ultimo periodo di numerosi attacchi come quelli accaduti ai cavi sottomarini di comunicazione nel Mar del Nord.

I CAVI SOTTOMARINI

Nel novembre del 2021, infatti, ci furono dei tagli al cavo sottomarino del sistema di sorveglianza LoVe (Lofoten-Vesteralen). LoVe è costituito da una rete di cavi e sensori sottomarini situata sulla piattaforma continentale norvegese, un’area di interesse strategico sia per la Norvegia che per la Russia; mentre nel Gennaio 2022, fu tranciato lo Svalbard Undersea Cable System che, oltre a fornire connessione web all’insediamento umano alle Svalbard, serve il parco antenne SvalSat, la più grande stazione di terra commerciale esistente con clienti in tutto il mondo, che utilizza oltre 100 antenne satellitari su un vicino altopiano montuoso.

IL SABOTAGGIO NORD STREAM

L’ingresso in scena del Belgorod, e delle sue capacità speciali, avviene in un momento in cui il sabotaggio del Nord Stream è al centro dell’attenzione mondiale. Come riportato dall’analista H.I. Sutton sul sito Naval News “tecnicamente il sottomarino russo sarebbe adatto per effettuare un simile attacco, anche in acque relativamente poco profonde come quelle del Baltico. Tuttavia, sempre secondo Sutton, è altamente improbabile che sia stato coinvolto”. “Il Belgorod è stato visto nel Mare di Barents il 22 settembre e di nuovo il 27 settembre, continua l’analista, e ciò le rende impossibile la presenza del sottomarino nel Baltico al momento degli attacchi. E, guardando i suoi piani di navigazione passati, è altrettanto improbabile che abbia navigato prima nel Baltico. Ciò non esclude che la Russia sia dietro gli attacchi. Ma elimina Belgorod come sospetto”.

L’ALLARME DELLA NATO

La Nato tramite i suoi satelliti monitora costantemente l’area e soprattutto i movimenti in uscita da Kaliningrad e dalla penisola di Kola, i due principali centri di attività della marina russa e, secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, ci sarebbe stata un’informativa dell’intelligence della Nato, trasmessa ai comandi alleati più importanti nei giorni scorsi, che riguarderebbe proprio i movimenti del sottomarino Belgorod e la possibilità che sia partito per una missione  per testare per la prima volta il siluro Poseidon.

Insomma, la caccia è appena iniziata e parafrasando Marko Ramius in Caccia a Ottobre Rosso: “Dia un impulso sonar, Vasily… un impulso singolo, prego…”

(Foto: Account Twitter @fiv_consulting)

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