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Perché Biden cita (non bene) Meloni? La differenza fra politica estera e interna

Il presidente Usa torna sul voto in Italia. Lo fa, ancora una volta, in un’occasione elettorale. Bisogna quindi essere essere consapevoli del contesto in cui vengono pronunciate alcune parole, non stracciarsi le vesti a ogni dichiarazione della Casa Bianca

Joe Biden è tornato a parlare dell’Italia e della vittoria elettorale di Fratelli d’Italia. Come l’altra volta, il presidente statunitense ha utilizzato il successo della destra in Europa in occasione di un evento del suo Partito democratico, parlando dunque da leader di una parte.

Parlando del rischio di uno spostamento verso destra di alcuni Paesi membri della Nato, Biden ha chiamato di nuovo in causa l’Italia, questa volta insieme a Spagna (ma forse voleva dire Svezia) e Ungheria. Vladimir Putin “voleva dividere la Nato”, ha dichiarato nel corso di una raccolta fondi a Los Angeles giovedì (le sue parole sono circolate domenica dopo l’incidente diplomatico con il Pakistan definito da Biden, nella stessa occasione, “uno dei Paesi più pericolosi al mondo” perché possiede l’arma nucleare, ma “senza alcuna coesione”). “Guardate cosa è successo sul fianco orientale dell’Alleanza. La Polonia resiste, ma che mi dite dell’Ungheria? E guardate cosa è successo di recente in Spagna e Italia”, ha spiegato. Lo scorso 29 settembre Biden era già entrato nell’argomento, commentando in un evento a Washington con i governatori democratici la vittoria del centrodestra: “Avete appena visto cosa è successo in Italia alle elezioni. E vediamo cosa sta accadendo in tutto il mondo. Non si può essere ottimisti su ciò che sta accadendo qui”.

Il presidente degli Stati Uniti è in campagna elettorale. Fra meno di un mese si vota e si decidono gli equilibri della Camera e, soprattutto, del Senato. In questo contesto, uno degli elementi fondamentali della campagna del Partito democratico consiste nel marcare le differenze con l’ex presidente Donald Trump, che ormai sembra esercitare un saldo controllo sul Partito repubblicano. Il tutto, evocando la minaccia delle destre in Europa, il cosiddetto “rischio autoritarismo”.

Giorgia Meloni ha costruito abilmente la sua immagine di donna di destra, e di successo. Ha partecipato alla manifestazione di Vox con Trump, il senatore repubblicano Ted Cruz e il primo ministro ungherese Viktor Orbán mostrandosi come leader politica schierata contro Biden dal punto di vista della politica interna. Dunque, perché Biden non può fare lo stesso verso di lei e i suoi alleati in Europa? Inoltre, il presidente degli Stati Uniti non ha lanciato nessuna accusa specifica e ha parlato in consessi di campagna elettorale, così come Meloni.

Arriviamo, dunque, al punto: la necessità di essere consapevoli del contesto senza per forza doversi stracciare le vesti ogni volta. Biden resterà alla Casa Bianca fino al 20 gennaio 2025. Se la Casa Bianca può fare a meno di Palazzo Chigi, vale il contrario? Evidentemente, da nessuna delle due sponde dell’Atlantico conviene uno scontro ideologico mosso da necessità di politica interna. Tuttavia, meno ancora serve all’Italia, in questo momento storico e con una leadership di Meloni che è comunque fragile (non l’ha votata quasi il 75% di quelli che sono andati alle urne).

Ragion per cui conviene superare subito i bollori della campagna elettorale. Biden dovrà aspettare il 9 novembre ma Meloni può e deve portarsi avanti. Non deve certamente rinnegare la sua – legittima – identità. Ma non può agire coerentemente da leader d’opposizione se è leader di governo. Questa è la sfida che la attende: passare da una leadership politica – anche internazionale – a una statura di governo efficace per la guida del Paese. Non c’è alternativa.

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