Insieme al Covid, sembrano essere tornate l’influenza e altre malattie respiratorie. I casi durante l’estate non sono un presagio della stagione che verrà, mentre l’andamento del virus nell’emisfero sud insegna qualche lezione. L’appello di medici e personale sanitario al nuovo governo
Dal Veneto alla Sardegna, in Italia salgono i casi di Covid-19, così come i ricoveri e le quarantene. La pandemia non è finita e con il cambio di stagione, e lo svolgimento della vita quotidiana sempre più al chiuso, i contagi tendono a salire.
Persino il cancelliere tedesco Olaf Scholz è risultato positivo al Covid dopo essere rientrato da una missione in Medio Oriente per trovare nuove fonti di approvvigionamento energetico per la Germania. Ha sintomi lievi, da raffreddore, e continua a lavorare in isolamento.
Ebbene, il Covid, e le malattie respiratorie tradizionali, sono tornate. Negli ultimi due anni, con le limitazioni imposte in quasi tutti i Paesi, sono cambiati i livelli di molti microorganismi e si sono registrati pochi casi di influenza e altri virus. Quest’anno, con meno misure di protezione e più libertà di movimento e interazione, i numeri aumentano.
Per capire come sarà il prossimo inverno in Europa, molti ricercatori hanno monitorato la situazione nell’emisfero sud. In Australia, Cile e Argentina, per esempio, i virus che attaccano il sistema respiratorio come l’influenza, l’infezione sinciziale e il Covid sono tornati prima di altri anni e con più forza. L’influenza stagionale si è presentata con sintomi molto gravi, sempre più simili a quelli del Covid.
Un approfondimento dell’inserto di salute del quotidiano spagnolo El País sottolinea l’avvertimento della comunità scientifica, che guarda con attenzione l’evoluzione della situazione sanitaria. Toni Trilla, epidemiologo del Hospital Clínic di Barcellona spiega che “questo è un anno eccezionale. Veniamo da due anni in cui la situazione normale della circolazione del virus (influenzale) è stata spostata dal Covid. E adesso c’è un vero e proprio reset: tornerà come sempre e sarà prevedibile? Non lo sappiamo”.
C’è quello che si potrebbe definire un “debito immunologico”. Quest’estate, infatti, il Covid non è completamente scomparso e si sono verificati diversi casi di influenza, nonostante le alte temperature. Al Hospital Germans Trias i Pujol di Badalona (Barcellona) sono stati ricoverati bambini con la broncopolmonite ad agosto per la prima volta nella storia.
In Australia ci sono stati molti casi di sinciziale, mentre in Argentina, la Società di Infettivologia ha registrato un inizio prematuro dell’influenza, con molti più casi di prima, e con la variante H3N2 predominante. I virus respiratori hanno colpito principalmente bambini e persone con più di 45 anni. Meno chi ha più di 65 anni. La chiave dell’aumento dei casi è stata il mancato successo della campagna vaccinale perché le persone erano stanche e non si sono immunizzate contro l’influenza.
Gli esperti consigliano di mantenere le misure di protezione per evitare la diffusione dei virus respiratori, cioè, usare mascherine in posti al chiuso e lavarsi le mani con frequenza, principalmente. Raccomandano anche alle persone anziane o vulnerabili di vaccinarsi contro le nuove varianti di influenza e Covid.
Infine, la FNOMCeO e le organizzazioni sindacali dei medici dipendenti e convenzionati, dei veterinari, dei dirigenti sanitari, dei medici in formazione chiedono al nuovo governo di proteggere il Servizio sanitario pubblico e nazionale e organizzano una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del loro ruolo e delle condizioni del loro lavoro. “Il ridimensionamento dell’intervento pubblico, la china avviata verso la privatizzazione, la carenza strutturale di personale, dipendente e convenzionato, il peggioramento delle condizioni di lavoro con le fughe conseguenti, il trionfo della burocrazia e della ‘medicina di carta’, mettono a rischio la sopravvivenza stessa del servizio sanitario – hanno scritto in un comunicato – […] Sono rimaste sul tappeto l’emergenza degli ospedali e delle cure primarie territoriali, Pronto soccorso allo stremo, medicina convenzionata burocratizzata”. Priorità da risolvere in attesa dell’inverno che verrà.