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Chi è Guido Crosetto, nuovo ministro della Difesa

La vita, le passioni e la carriera del co-fondatore di Fratelli d’Italia. Crosetto si trova a dover gestire il ministero in un momento delicato. La guerra in Ucraina, gli impegni assunti di portare al 2% la quota del Pil da destinare al comparto Difesa, la modernizzazioni degli equipaggiamenti. Ha già annunciato di essersi dimesso da tutte le sue attuali cariche, “rinunciando al 90% dello stipendio”

Guido Crosetto, nominato da Giorgia Meloni ministro della Difesa, è nato a Cuneo il 19 settembre 1963, in una famiglia di imprenditori che produce, da oltre un secolo, macchine agricole, ne prese il controllo a 17 anni, quando perse il padre. Mentre lavora, inizia a studiare Economia a Torino, ma è la passione politica a prendere il sopravvento. Segretario regionale dei giovani democristiani dal 1985 al 1990, nel 1988 Giovanni Goria lo chiama come consigliere economico a Palazzo Chigi. Mantiene però il legame con le terre piemontesi: sindaco di Marene per 14 anni (1990-2004), consigliere provinciale di Cuneo dal 1999 al 2009. Nel 2000 si iscrive a Forza Italia, per cui sarà eletto tre volte alla Camera dei deputati: 2001, 2006, 2008 (con il Pdl).

Nel governo Berlusconi IV (2008-11) è sottosegretario alla Difesa. Quando nasce il governo Monti, anche con il sostegno del suo partito, assume posizioni sempre più lontane dalla linea. Vota contro Fiscal Compact e Mes, e il 20 dicembre 2012 fonda Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, e ne assume la presidenza fino al 4 aprile 2013 (sarà poi coordinatore fino al 2014).

L’esperienza in Aiad

Nel 2013 non riescono a superare la soglia di sbarramento del 3% e Crosetto l’anno seguente assume la guida dell’Aiad, federazione confindustriale delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

Eletto deputato nel 2018, dopo poche settimane presenta le dimissioni per continuare a guidare l’associazione. I suoi colleghi alla Camera le respingono, accettandole solo nel marzo 2019. Nel gennaio 2022, mentre sono in corso le votazioni per la presidenza della Repubblica, Fratelli d’Italia lo candida come “nome di bandiera”. Riceverà 114 preferenze, 51 in più rispetto ai grandi elettori del partito.

Di lui Aldo Grasso scrisse: “Il dramma del Gigante Amico è il dramma stesso provato da Gulliver: accorgersi di giganteggiare solo perché gli altri sono lillipuziani, bassottini, nani”. Anche tra i cronisti del Transatlantico è molto apprezzato, “uno dei pochi che non ti rifila polpette avvelenate, non ha mai rinnegato una dichiarazione, e mai ha fatto sconti a nessuno: neppure al suo capo di allora, Berlusconi, spesso randellato – politicamente – con puntualità”, ricorda Fabrizio Roncone.

Figura larger than life, è una star di Twitter, dove risponde a tutti e non si sottrae allo scontro (anche se ormai è più noto per cercare l’incontro). Ex fumatore, o meglio super-fumatore, condivide sui social le sue peripezie con le diete e la salute, i vari contagi da Covid (ma sempre da pluri-vaccinato), i sentimenti per la moglie e i figli. Ne ha uno dal primo matrimonio, che oggi ha 25 anni, e due più piccoli da Gaia Saponaro. Ha fondato il fan club juventino di Montecitorio.

Da quando insieme lanciarono il partito, e lui la prese in braccio in un gesto a metà tra Benigni e Shrek (non si offende, anzi ha sempre cavalcato il paragone), è una delle voci più ascoltate di Giorgia Meloni, che volentieri lascia che sia lui a spiegare la linea di Fratelli d’Italia al mondo industriale, a negoziare con gli alleati politici, a discutere con i rivali e farsi intervistare dai giornalisti.

Le sfide che lo attendono alla Difesa

Adesso Crosetto si trova a dover gestire il ministero in un momento delicato. Da una parte c’è la guerra in Ucraina, con l’attenzione che le nostre Forze armate dovranno dedicare ad assicurare gli impegni di sicurezza sul fianco est dello spazio europeo. In questo quadro si inseriscono le incognite legate alla posizione del nostro Paese all’interno delle alleanze di riferimento, Nato e Unione europea. Se la posizione atlantista, più volte ribadita dalla nuova presidente del Consiglio, non sembra essere in discussione, più problematico potrebbe essere il rapporto con Bruxelles, soprattutto nel tortuoso percorso di costruzione della Difesa europea.

Sul profilo nazionale, il nuovo ministro dovrà guidare il Paese verso gli impegni assunti di portare al 2% la quota del Pil da destinare al comparto Difesa. Necessità sentita come unanime e di cui Fratelli d’Italia si è sempre fatta campione. Accanto a questo rimane il dossier legato alla riforma delle Forze armate, L’approvazione del Ddl delega per la revisione del modello di Forze armate, che ha rimandato al 2033 i tagli delle dotazioni organiche complessive, è infatti considerato dagli osservatori solo come il primo passo. In particolare, si guarda alla riforma del modello professionale delle Forze armate, con nuovi sistemi di reclutamento e di ferma per i volontari.

Infine, resta aperto il capitolo modernizzazioni degli equipaggiamenti. Sono diversi i programmi di interesse per le Forze armate, e molti quelli aperti che necessitano di continuo sostegno. Le forze di terra, per esempio, continuano a richiedere l’aggiornamento del carro armato da battaglia, l’Ariete, entrato in servizio ormai 25 anni fa. Capitolo ancora aperto è quello degli elicotteri, dopo le lezioni apprese in Ucraina, con la necessità espressa più volte dal capo di Stato maggiore dell’Aeronautica di salire quanto prima a bordo del programma per il Future vertical lift, in modo da poter riceve gli stessi benefici tratti dall’essere stati i primi in Europa a entrare a far parte del programma F-35 (una scelta rivelatasi vincente, dal momento che il caccia si è imposto nell’ultimo anno anche nel resto del continente).

Citazioni

Nell’ufficio del padre, che invece di studiare giurisprudenza come avrebbe voluto, a 15 anni iniziò a lavorare nell’azienda di famiglia, c’era appesa questa citazione di Luigi Einaudi:

Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.”

Una citazione “original Crosetto” si trova invece tra le interviste di Gianni e Agata Pittella:

[…] mi sento gratificato da ciò che la vita mi ha concesso anche se devo dire ho dovuto guadagnarmelo con le unghie e con i denti partendo da giovane dopo la morte di mio padre a dover scalare da solo montagne sempre più alte. L’ho fatto però senza neanche accorgermi della difficoltà di ciò che stavo facendo e l’ho fatto perché ho sempre pensato di fare un percorso che non servisse solo a me, ma potesse servire a migliorare ciò che avevo attorno a me: fosse un comune, che fosse una provincia, che fosse una regione o che fosse una nazione.

Non mi sento in grado di insegnare nulla o di dare messaggi, posso solo dire come vissuto la mia vita. L’ho vissuta senza paure: senza paura di lavorare, senza paura di sacrificarmi, senza paura di rischiare, senza paura di mostrare le mie debolezze e senza paura di mostrare anche certe volte la mia incapacità.

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