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Così Pechino ha reclutato piloti militari britannici (via Sudafrica)

In cambio di 240.000 sterline all’anno circa 30 ex militari esperti di jet ed elicotteri forniscono non soltanto semplice addestramento. “Si tratta di far capire quali sarebbero le tattiche, gli approcci e le capacità di ultima generazione, nel caso in cui le forze armate cinesi si trovassero in situazioni di scontro con questo tipo di mezzi”, ha spiegato un funzionario

A molti la rivelazione di Sky News sui circa 30 ex piloti della Royal Air Force, della Royal Navy e dell’Esercito britannico reclutati dalla Cina ha ricordato la storia di “Rutland of Jutland”, cioè il britannico Frederick Rutland, pioniere dell’aviazione navale e pilota decorato per la battaglia dello Jutland durante la Prima guerra mondiale. Lasciata la Royal Air Force, Rutland decise di trasferirsi in Giappone e tra le due guerre fu reclutato dalla Marina di Tokyo come agente, nome in codice Shinkawa. Ebbe attività di copertura oltre Atlantico, a Los Angeles e a Honolulu. In cambio, fornì dettagli tecnici aiutando i giapponesi a progettare portaerei negli anni precedenti l’attacco a Pearl Harbor. Internato nel 1941-1942, morì suicida nel 1949.

Un funzionario ha riferito a Sky News che circa 30 ex piloti di jet (tra cui i caccia Typhoon e Tornado e i jet Harrier, solitamente dispiegati sulle portaerei) ed elicotteri (Wildcat e Merlin, prodotti dall’italiana Leonardo), attirati da stipendi annuali da circa 240.000 sterline, si trovano attualmente in Cina per addestrare piloti per l’Esercito popolare di liberazione. La situazione è talmente grave che martedì il servizio di intelligence del ministero della Difesa britannico ha emesso un “avviso di minaccia” per mettere in guardia il personale in servizio e gli ex militari da tali approcci.

Pechino sta cercando di assumere molti altri piloti e altri specialisti delle forze armate occidentali per rafforzare le proprie capacità. Lo sta facendo utilizzando cacciatori di teste “terzi”, tra cui una società con sede in Sudafrica.

Secondo il funzionario occidentale, i programmi di reclutamento rappresentano “una minaccia per gli interessi del Regno Unito e dell’Occidente” e sono considerati con “preoccupazione e disapprovazione” dal governo. Tutti gli ex membri del personale di servizio britannico, che hanno accettato di lavorare per addestrare i piloti militari cinesi, “stanno quasi certamente migliorando le conoscenze e le capacità militari della Cina”, ha spiegato. Non si tratta di semplice addestramento: “Si tratta di far capire ai cinesi quali sarebbero le tattiche, gli approcci e le capacità di ultima generazione, nel caso in cui le forze armate cinesi si trovassero in situazioni di scontro con questo tipo di mezzi”, ha continuato. “Abbiamo soggetti britannici che hanno deciso che i loro interessi sono meglio serviti insegnando al nostro nemico come sconfiggerci. Questo è incredibilmente spaventoso”, ha commentato l’analista Francis Tusa.

Pechino ha cercato di reclutare anche ex piloti che si sono addestrati sui F-35, la cui caratteristica fondamentale è la tecnologica stealth che li rende invisibili. Tali tentativi, però, sono falliti finora, ha spiegato.

Nonostante il potenziale rischio alla sicurezza nazionale, sembra che il Regno Unito non sia stato in grado di fermare i programmi di reclutamento o di costringere gli ex membri del personale di servizio che hanno accettato un lavoro in Cina a tornare in patria – oltre a fare appello a loro. Il funzionario ha spiegato che nessuno di loro sembra aver violato l’Official Secrets Act. “Stiamo adottando misure per dissuadere gli attuali e gli ex piloti dall’essere reclutati e vogliamo evitare che la Cina percepisca che il nostro precedente silenzio sulla questione sia mal interpretato come una nostra accettazione o approvazione di questa attività”, ha dichiarato il funzionario. All’interno della nuova legge c’è il Foreign Influence Registration Scheme. “Un simile registro è una leva in più per contrastare le zone grigie visto che permette di distinguere tra le attività che sono legali e quelle che non lo sono”, aveva spiegato l’anno scorso Nigel Inkster, trent’anni di esperienza nel Secret Intelligence Service britannico (l’MI6) di cui è stato numero due e direttore delle operazioni e dell’intelligence, a Formiche.net. “Attualmente, nel Regno Unito è piuttosto difficile perseguire chi diffonde informazioni sensibili”, aveva aggiunto.

(Foto: UK MOD © Crown copyright 2021)



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