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Gasdotti e cavi. Perché serve un approccio unitario al mare

Di Gabriele Carrer e Gaia Ravazzolo

L’appello a una maggiore centralità del dominio marittimo è uno dei temi del Trans-Regional Seapower Symposium. Le parole del ministro Guerini e degli ammiragli Cavo Dragone e Credendino, l’impegno del centrodestra e l’importanza di Sparkle (operatore del gruppo Tim)

L’attenzione delle Forze armate torna sulla dimensione marittima e sottomarina. Dopo il danneggiamento del Nord Stream è stato lanciato un allarme globale sulla vulnerabilità delle reti energetiche subacquee. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Difesa, la scorsa settimana ha parlato di un piano lanciato in accordo con il ministro Lorenzo Guerini per aumentare le misure di tutela a protezione delle infrastrutture strategiche nel Mediterraneo che garantiscono l’approvvigionamento energetico italiano, a partire dal Canale di Sicilia.

L’EVENTO A VENEZIA

L’appello a una maggiore centralità del dominio marittimo è anche uno dei temi principali affrontati a Venezia del Trans-Regional Seapower Symposium, il forum marittimo internazionale che si svolge a cadenza biennale, ospitato dalla Marina militare. Un’occasione di confronto e incontro per più di cinquanta Marine e cento tra organizzazioni internazionali e realtà industriali, culturali, accademiche e dell’informazione interessati ai temi di carattere marittimo. Titolo dell’edizione è “A blue cluster approach in the ocean decade”, argomento di grande attualità riconosciuto anche dal progetto delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e coordinato dei mari. Un modo per analizzare da vicino il ruolo delle Marine nell’evoluzione dell’approccio internazionale al tema della centralità del mare e della sua sicurezza, facendo riferimento anche alle dimensioni spaziale, cyber e unmanned. L’edizione di quest’anno si svolge a Venezia e non è un caso a detta di Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina. “Venezia, nella storia, è stata pioniera di un nuovo approccio, in cui gli affari di mare sono stati gestiti con un focus transregionale e integrato, sviluppando benessere, cultura del commercio, diplomazia, finanza e tecnologia. L’eredità di Venezia, per noi grandi agenti e fornitori di sicurezza marittima, è una pietra miliare per creare una nuova consapevolezza della centralità del mare per il genere umano”.

VERSO UN APPROCCIO OLISTICO

Cooperazione integrata, approccio olistico, promozione del dialogo e sostenibilità sono stati i temi chiave sollevati dal Capo di Stato maggiore della Marina. “C’è una mancanza di approccio olistico che deve arrivare. Questo è il motivo per cui questa edizione del simposio si sofferma sul dominio marittimo, che non include solo l’aspetto militare ma di tutti gli aspetti legati al mare. Dobbiamo lavorare tutti insieme per una cooperazione integrata, tenendo in considerazione le peculiarità locali e regionali per trovare le soluzioni più adatte. Dobbiamo promuovere il dialogo a tutti i livelli”, ha infatti spiegato l’ammiraglio Credendino. Con l’idea di promuovere nuove forme di cooperazione che guardino ai mari e ai loro fondali, grazie a un approccio transregionale e inclusivo che garantisca un accesso sempre più “sicuro e regolato ai domini subacquei”. Parlando invece di sostenibilità, per l’ammiraglio essa è legata a doppio filo allo sviluppo tecnologico “così importante per la dimensione sottomarina, ancora per lo più non scoperta” (il 90% dei fondali è infatti ancora inesplorato). D’altronde gli oceani e i mari “sono il futuro dell’umanità e vanno gestiti in maniera sostenibile”. Per questo, sempre secondo il capo di Stato maggiore della Marina, “dobbiamo cominciare a pensare alla dimensione subacquea e in Italia stiamo attivando il Polo nazionale della Subacquea proprio per questo scopo”.

I MARI COME CERNIERE

L’aggressione russa dell’Ucraina ha riportato l’instabilità nel cuore del Vecchio continente e secondo Guerini “ci ha messo di fronte a sfide sempre più mutevoli e imprevedibili”, per questo “la sicurezza di accesso alle vie marittime è una necessità imprescindibile, sui vari scenari internazionali”. Un impegno che deve essere volto “a far sì che i mari siano cerniere di aggregazione per relazioni cooperative, e non barriera per contrapposizioni distruttive”, ha spiegato il ministro della Difesa facendo eco alle parole di Credendino. Un appello che mira a rimarcare l’importanza della collaborazione tra i diversi Paesi nel dominio marittimo per riuscire a trovare “risposte comuni a sfide comuni”. “La sicurezza degli accessi e delle vie marittime è una priorità imprescindibile. Il Mediterraneo allargato è cerniera di tre continenti, e purtroppo anche luogo di riverbero delle crisi e delle conflittualità di questi continenti”, ha continuato Guerini. In questo quadro si rende sempre più necessario provvedere alla sicurezza energetica e al relativo approvvigionamento delle materie prime da cui, a detta del ministro, “discende il tema della tutela degli interessi economici e commerciali”. “La dimensione sottomarina è una dimensione sempre più rilevante e fondamentale, perché passano da quella dimensione infrastrutture strategiche per le nostre società, penso alle pipeline che ci portano energia, penso ai cavi sottomarini che ci permettono la connettività. Queste infrastrutture devono essere oggetto di grande attenzione, di grande lavoro, di grande impegno per preservarne la sicurezza”, ha concluso infine Guerini.

I CAVI SOTTOMARINI

Attraverso i cavi sottomarini passano il 97% del traffico internet e 10 miliardi di dollari di transazioni finanziarie ogni anno. E l’attacco ai gasdotti nel Mar Baltico “mi fa pensare che la Russia voglia sabotare questi cavi”, ha scritto Billy Kelleher, eurodeputato del partito irlandese Fianna Fáil, membro di Renew Europe, nei giorni scorsi su Twitter. A dimostrazione della loro importanza, a luglio la Marina Militare e Sparkle, operatore globale del gruppo Tim con una rete proprietaria in fibra che si estende per oltre 600.000 chilometri in tutti il mondo, hanno siglato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di migliorare la protezione delle infrastrutture di telecomunicazione sottomarine. “Abbiamo le competenze e le professionalità per operare sott’acqua e oggi, grazie anche a Sparkle, inizia un percorso importante che dona la giusta attenzione al mondo subacqueo di un Paese marittimo come l’Italia, al centro del Mediterraneo e con 8.000 chilometri di coste”, aveva spiegato allora l’ammiraglio Credendino.

L’ATTENZIONE DELLA POLITICA

C’è da aspettarsi che l’attenzione della politica continui anche con il prossimo governo di centrodestra. Adolfo Urso, presidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia, ha recentemente proposto l’istituzione di un ministero del Mare. Dalla Lega, invece, il neo-senatore Marco Dreosto ha sottolineato via Twitter come con il sabotaggio del Nord Stream torni “prepotentemente di attualità la centralità del Mediterraneo”. “La sicurezza dei gasdotti, cavi sottomarini e rotte commerciali nel Mare Nostrum è strategica per l’Italia e per l’Europa”, ha aggiunto. Intervistata dal Giornale, Stefania Pucciarelli, sottosegretari alla Difesa in quota Lega nel governo dimissionario guidato da Mario Draghi, ha spiegato: “Oggi più che mai è necessario un impegno militare per prevenire e contrastare eventuali attacchi ad infrastrutture strategiche come i gasdotti o i cavidotti per connessioni digitali che corrono sotto i nostri mari. La nostra collocazione geostrategica e il contesto geopolitico impongono un cambio di passo nella difesa della dimensione marittima, anche con maggiori investimenti”.

LA SVOLTA CHE SERVE

Come ha evidenziato in un recente articolo per Ispi, Justin Sherman, esperto dell’Atlantic Council, “i governi occidentali spesso concettualizzano Internet come una cosa astratta – ‘cloud’, ‘cyberspazio’ – dimenticando che dipende da un’infrastruttura fisica per funzionare”. Facendolo, rischiano di sottovalutare le minacce delle autocrazie, come la Cina (con la sua “proiezione di influenza su e attraverso internet”) e la Russia (che tiene conto degli elementi fisici del cyberspazio tanto che avrebbe persino tagliato i cavi terrestri in fibra ottica quando ha annesso unilateralmente la Crimea nel 2014). E questi attacchi altro non sono che “un tentativo di destabilizzazione”, come ha spiegato la sottosegretaria Pucciarelli.


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