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Enrico Mattei e l’Intelligence. Gabrielli presenta il libro di Caligiuri

Oggi a Roma, in occasione dei sessant’anni dalla morte del presidente e fondatore dell’Eni, la presentazione del libro “Enrico Mattei e l’intelligence” (Rubbettino), curato da Mario Caligiuri alla presenza di Franco Gabrielli, Alfio Rapisarda, Andrea Margelletti, Alessandro Aresu, Vincenzo Calia, Giovanni Fasanella, Elio Frescani e Giacomo Pacini e moderato da Flavia Giacobbe

“L’Intelligence nel nostro Paese non crescerà, fino a che non recupererà una sua autonoma funzione a prescindere dagli altri apparati di sicurezza, quali le Forze di Polizia e le Forze Armate. L’Intelligence è un qualcosa di diverso dagli apparati, perché ha finalità differenti, è il luogo nel quale si acquisiscono le informazioni per consentire al decisore politico di svolgere adeguatamente la sua funzione. Io auguro all’Intelligence di percorrere la stessa identica aspirazione di crescita che Mattei riuscì a realizzare” queste le parole del prefetto Franco Gabrielli a margine della presentazione del libro curato da Mario Caligiuri, professore e presidente della Società italiana di intelligence, Enrico Mattei e l’Intelligence. Petrolio e interesse nazionale nella Guerra fredda. L’incontro è stato moderato dal direttore delle riviste Formiche e Aipress, Flavia Giacobbe

Il volume, edito da Rubbettino, costituisce un’analisi a più mani scritta da studiosi, magistrati e storici: Alessandro Aresu, Giovanni Buccianti, Vincenzo Calia, Giovanni Fasanella, Elio Frescani, Luca Micheletta, Giacomo Pacini e Nico Perrone.

Tra sicurezza nazionale e approvvigionamenti

“La sicurezza nazionale dovrà essere declinata sotto il profilo della prosperità e degli interessi economici del Paese che le nostre aziende sviluppano al di fuori dei confini nazionali” ha proseguito Gabrielli, ricordando quanto sia importante seguire le orme del presidente e fondatore dell’Eni, di cui ricorrono oggi i 60 anni dalla scomparsa.

Anche la neo presidente del consiglio, Giorgia Meloni, non a caso, nel suo intervento alla Camera per la fiducia del 25 ottobre e anche oggi, ha ricordato la figura di Enrico Mattei. Una ricorrenza che, quanto mai in questa contingenza, si carica di significato.

Nella guerra per gli approvvigionamenti energetici la lezione di Mattei è sempre attuale e ripercorrere le sue orme sembra necessario, alla luce della sua lungimiranza nella diplomazia energetica.

Mattei e l’Intelligence

Il libro colma un vuoto, affrontando il rapporto di Enrico Mattei con l’Intelligence. Un legame che è sempre stato complesso: se da un lato il presidente Eni aveva capito l’importanza di questo strumento per sostenere le politiche aziendali dentro e fuori dall’Italia, dall’altro le attività di Mattei sono state sempre seguite con attenzione dalle agenzie di Intelligence, tanto che si può parlare di una vera e propria guerra dell’informazione scatenata contro di lui.

“Un uomo di Stato non può che essere un uomo di Intelligence – ha ricordato Mario Caligiuri – è difficile dire qualcosa di nuovo sulla figura di Mattei, ma questo volume tenta di farlo”.

Nel libro si evidenziano alcuni documenti: la lettera di Aldo Moro nella quale un mese prima della morte si chiede a Mattei “un sacrificio per il partito”, il documento dell’Intelligence italiana in cui nel marzo 1962 si prevede il sabotaggio dell’aereo del presidente dell’Eni in Sicilia rinvenuto da Giacomo Pacini, saggista e ricercatore, il Documento di archivio proveniente dal Regno Unito sul passaggio all’Intelligence della pratica su Mattei.

Come racconta lo scrittore Giovanni Fasanella, infatti, il rapporto tra l’italiano e le concorrenti petrolifere straniere era complesso. La Gran Bretagna, in particolare, considerava Mattei una minaccia difficile da arginare. Entrerà in gioco anche l’MI6.

Sono questi documenti fondamentali per ricostruire la vita di un uomo il cui ruolo nella politica energetica è stato “determinante per fare diventare l’Italia una grande potenza industriale a pochi anni da una rovinosa guerra perduta”, come si legge nel libro.

Un’eredità da non disperdere

Il presidente Eni ha lasciato dietro di sé l’eredità importante di chi sapeva guardare lontano, una visione all’avanguardia nell’indirizzare il Paese verso una strategia energetica nazionale, per l’epoca estremamente lungimirante.

“L’eredità di Mattei è l’attualità, l’oggi, è il quotidiano, è quello che all’Eni viviamo tutti i giorni. Quello che lui ci ha consegnato è l’identità del nostro Paese” ha sottolineato Alfio Rapisarda, capo della sicurezza globale di Eni.

“La capacità del Gruppo che supportava Enrico Mattei – ha proseguito Rapisarda – era di tessere relazioni internazionali e commerciali attraverso una facile equazione, grazie all’attitudine a sviluppare empatia, la facoltà di dialogare e condividere”.

La comunicazione e i mass media in generale hanno rivestito un ruolo importante nella strategia di Enrico Mattei, come ha spiegato Elio Frescani, professore di Storia contemporanea all’Università di Salerno, nel suo saggio, non solo per rispondere agli attacchi a lui destinati, ma anche per costruire la sua immagine e quella del Cane a sei zampe da veicolare in Italia e all’estero

“Quello di Mattei è un messaggio di normalità, di applicazione dell’interesse nazionale. Dagli anni 50 in poi la classe politica ha focalizzato l’interesse nazionale sul benessere dei cittadini, dimenticando sempre più quello che gli italiani sono” ha detto Andrea Margelletti, presidente del Centro studi internazionale.

A lezione di diplomazia

Come scrive Alessandro Aresu, consigliere scientifico di Limes, nel libro, “la storia indica lo stretto legame tra la capacità industriale in ambito energetico e il ruolo di un Paese nelle relazioni internazionali”.

Da questo punto di vista, lo stesso Enrico Mattei sottolineava come, nei rapporti con l’estero, fosse necessario “non dimenticare mai di difendere insieme gli interessi dell’impresa e quelli del Paese”.

Tra gli autori del volume, Vincenzo Calia, il magistrato che ha condotto la terza inchiesta (dal 1993 al 2004) sulla morte di Enrico Mattei. Pur stabilendo che il presidente venne ucciso, dopo dieci anni dall’ultima inchiesta non è stato naturalmente possibile trovare un responsabile e l’indagine è stata archiviata. Rimarrà per sempre uno dei tanti momenti oscuri del nostro Paese.

Enrico Mattei costituisce ancora un enigma, una fonte di ispirazione e anche un mistero. Mai come in questo momento, ripensare ai piani energetici che aveva per l’Italia, è utile per capire a che punto siamo arrivati e quante partite abbiamo perso in questi sessant’anni.

Però il tema del libro, il legame tra Mattei e l’Intelligence, ha riportato l’analisi nell’ambito dello scenario storico, abbandonando le teorie del complotto e approfondendo l’uso dell’Intelligence nel “Metodo Mattei”.

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