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Descalzi rilancia il rigassificatore di Gioia Tauro. Cosa farà il governo?

Di Diego Gavagnin e Vittorio D’Ermo

Di questo impianto avevamo parlato su Formiche.net un mese fa: per avere prezzi bassi del gas è necessaria ridondanza di capacità di rigassificazione. Il governo dichiarerà il progetto “strategico”, come fu per l’impianto al largo di Livorno? In via di soluzione il blocco del gas russo dall’Austria. L’analisi di Diego Gavagnin, esperto di politiche energetiche e Vittorio D’Ermo, economista dell’energia

L’amministratore delegato dell’Eni durante la cerimonia di consegna degli “Eni Awards” svoltasi ieri al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato, ha rilanciato il progetto di rigassificatore del metano liquido (Gnl) di Gioia Tauro, in Calabria. Da notare che non si tratta di un progetto Eni, ma di una joint venture tra Sorgenia e Iren (50%).

Il progetto, già autorizzato, è fermo da una decina di anni, soprattutto perché la dipendenza dal gas russo, che saturava il mercato italiano, lo rendeva economicamente poco attraente. “Il gas ci accompagnerà ancora per molto tempo e quindi abbiamo bisogno di una ridondanza di infrastrutture. La Spagna ad esempio consuma 30 miliardi di metri cubi di gas e ha una capacità per 65-70 miliardi (di Gnl n.d.r.). Noi ne consumiamo 75 miliardi e abbiamo una rigassificazione per 17 miliardi di metri cubi” e sarebbe utile riavviare il progetto di Gioia Tauro, ha detto Descalzi.

L’Italia avrà “due rigassificatori mobili da cinque miliardi di metri cubi e un terzo rigassificatore entrerebbe in quella ridondanza di infrastrutture che fa tenere i prezzi più bassi perché in un mercato libero l’offerta deve superare la domanda per tenere i prezzi bassi e il nostro sforzo è quello ma poi bisogna avere strutture di ricezione”.

L’impianto di Gioia Tauro prevede una capacità di 12 miliardi di metri cubi di gas all’anno e a differenza dei rigassificatori posizionati in mare (due già attivi in Italia) sarà a terra, semplificando tutta la logistica del prodotto oltre che la sicurezza. Non saranno infatti necessari gasdotti sottomarini come quelli sabotati nel Baltico. L’avvio del progetto richiederebbe comunque una implementazione della capacità dei gasdotti che portano il gas da sud verso nord, viste le grandi forniture che stanno arrivando da Algeria e da Melendugno (Tap).

Una analisi sulla rilevanza non solo nazionale ma anche europea del progetto di Gioia Tauro è stata già presentata. Dopo l’imprevista presa di posizione di Descalzi resta adesso da vedere se ci saranno reazioni da parte del governo, che nonostante la gravità della crisi di approvvigionamento che stiamo vivendo non si è ancora deciso a dichiararlo “strategico”, lasciando Sorgenia e Iren in sospeso. Favorevole, per altro, anche il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.

Le parole di Descalzi vanno associate alla storia del rigassificatore Olt al largo di Livorno, giudicato dal mercato antieconomico al momento dell’inaugurazione ma che i dirigenti dell’epoca del Ministero dello sviluppo economico giudicavano strategico, riuscendo a convincere l’Autorità dell’energia che decide le tariffe a garantirne la sopravvivenza (centesimi di euro a bolletta per i consumatori). Adesso abbiamo visto quanto quella decisione fosse corretta per la diversificazione degli approvvigionamenti.

Nel suo intervento Descalzi ha anche chiarito il problema che sta tenendo fermo il poco gas russo che ancora dovremmo ricevere, nel rispetto dei contratti, attraverso l’Austria. Quest’ultima ha di recente modificato le regole economiche del servizio di trasporto chiedendo una garanzia finanziaria che Gazprom non vuole concedere, ma che potrebbe essere caricata da Eni stessa (20 milioni di euro).


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