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Green blue days, spazio sostenibile e Sud Italia un binomio possibile

La seconda edizione del primo forum sulla sostenibilità che guarda al Sud Italia come volano di idee per le nuove generazioni, ha riunito esperti nazionali e internazionali per stimolare riflessioni anche sullo spazio e l’aerospazio

Anche l’aerospazio è stato protagonista della seconda edizione dei Green Blue Days, il forum sulla sostenibilità sistemica che mette al centro il Sud Italia come laboratorio di idee per la Gen Z. In occasione dell’ultimo giorno della settimana dello Spazio stabilita dalle Nazioni Unite, dedicata quest’anno proprio al tema della sostenibilità, si è tenuto il talk dedicato all’ecosistema dell’innovazione per lo sviluppo dell’aerospazio, reso possibile grazie al contributo di Ma Group, Manta Group, Zurich e il Distretto tecnologico aerospaziale della Campania (Dac). Un significativo momento di confronto visto il grande interesse che si sta sviluppando in tutto il contesto nazionale per le ripercussioni della Space economy. Un panel moderato dal Magnifico rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, che ha riunito tra gli altri il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, il presidente del Centro alti studi per la difesa (Casd), Fernando Giancotti, il comandante scuole dell’Aeronautica militare e della Terza regione aerea, Silvano Frigerio, e il presidente del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), Giuseppe Acierno, e il direttore di Confindustria Brindisi, Angelo Guarini. La scelta della location non è certo casuale, dal momento che “in Puglia abbiamo una filiera spaziale completa, grazie a università con una formazione eccellente, a un distretto aerospaziale che è tra i più attivi a livello nazionale e a un’infrastruttura dell’impresa che si muove sempre più verso la medio-grande dimensione”, ha evidenziato Saccoccia.

L’evento

L’evento è stato realizzato dalle fondatrici Sonia Cocozza, Rosi Fusillo ed Elisabetta Masucci a Taranto. I Green Blue Days mettono al centro la sostenibilità in modalità agorà con l’obiettivo di promuovere, divulgare e di sensibilizzare, con un linguaggio che sia accessibile e trasversale, giovani e meno giovani alla cultura della sostenibilità, intimamente connessa con il territorio. Come anticipato nel corso del Taranthon, il primo Hackhathon rtarantino firmato Green blue days che ha coinvolto aziende italiane nel lancio di otto sfide sostenibili per otto gruppi e più di cinquanta ragazzi. La città di Taranto, la cui provincia ospita oltretutto lo spazioporto di Grottaglie, è diventato così il teatro in cui narrare la transizione green, evidenziando le realtà virtuose territoriali, portate avanti da giovani start up, associazioni, collettivi ed aziende, partendo dalla parola “vento”. Il vento protagonista anche della veleggiata coordinata dalla Lega navale italiana di Taranto e dalla Marina militare, in sinergia con le università Aldo Moro di Bari e il Politecnico di Bari, che ha visto impegnate circa 40 imbarcazioni.

Lo spazio è sempre più vicino

“Una partita decisiva, per lo sviluppo dell’economia italiana nei prossimi anni, si giocherà nel settore dell’aerospazio. Dai voli suborbitali ai droni da osservazione, fino ai microsatelliti che possono essere lanciati dagli aerei in movimento: all’orizzonte ci sono progetti di grandi infrastrutture e rumors di importanti investimenti nazionali e internazionali”, ha esordito Cupertino ponendo l’accento sulla strategicità e potenzialità del comparto per il sistema-Paese. “Lo spazio è diventato non solo accessibile ma ha un ritorno enorme sul nostro quotidiano, con molte più ricadute di quando si potrebbe immaginare”, gli ha fatto eco Saccoccia che ho evidenziato come, “dipendiamo fortemente dagli strumenti e servizi che derivano dalle attività spaziali, ma siamo ancora incoscienti delle potenzialità e della possibilità di poter fare ancora di più”. Il presidente dell’Asi si è poi concentrato sulle potenzialità offerte dal segmento downstream. “Quando parliamo di spazio intendiamo tre domini: l’upstream con cui si indica l’insieme delle infrastrutture che volano (quali sonde e satelliti ecc); midstream che comprende le infrastrutture di terra che fanno da supporto a ciò che avviene nello spazio (quali antenne e spazioporti); e downstream che include i dati generati dalle attività spaziali”. “L’idea di poter utilizzare il dato spaziale (downstream) per alimentare nuove idee e far crescere un’economia spaziale, che parte dalla start-up fino alle infrastrutture di ditte molto grandi, è accessibile a chiunque”, ha poi concluso Saccoccia.

Le Forze armate mettono al centro l’innovazione

Di fronte a un contesto geopolitico sempre più complesso e instabile e a una corsa allo spazio senza precedenti, “la Difesa italiana ha compreso l’assoluta necessità di trasformarsi per poter operare efficacemente in questo contesto e ha avviato una incisiva strategia focalizzata sull’innovazione, da perseguire in modo profondamente integrato con il Paese”, ha spiegato Giancotti. Concetto ripreso dalle parole del generale Frigerio: “L’innovazione è centrale per il comparto Difesa quando si parla di spazio ed aerospazio”. Sono infatti sempre di più le sinergie tra pubblico e privato nel campo dell’innovazione aerospaziale, tuttavia, “nessuna iniziativa può avere impatto sistemico in solitudine. Occorre promuovere aggressivamente l’ecosistema dell’innovazione per il Paese. In Puglia, in particolare, vi sono diversi poli da collegare per generare sinergie e lo spirito per farlo”, ha spiegato il presidente del Casd.

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