I partiti conservatori guardano già al 2024 quando si terranno le elezioni europee, un appuntamento elettorale che potrebbe rappresentare una svolta nelle politiche comunitarie. Se si dovesse confermare l’attuale trend, l’ipotesi di un Parlamento europeo a maggioranza conservatrice e popolare potrebbe diventare tutt’altro che remota modificando gli equilibri all’interno delle istituzioni comunitarie
Intervenendo a Viva22, la festa del partito spagnolo Vox a Madrid, Giorgia Meloni non ha usato perifrasi o giri di parole per definire la sua visione del futuro: serve “un’Europa dei patrioti”. Come si possa declinare questo concetto, il premier in pectore ha provato a spiegarlo nel corso del suo discorso: “Abbiamo bisogno di un’Europa più coraggiosa di fronte alle grandi sfide e più umile quando si tratta di affrontare i nostri temi più locali riguardo ai quali le politiche nazionali funzionano meglio”.
Giorgia Meloni ha poi aggiunto che “serve un’Europa pragmatica che persegua l’obiettivo della transizione ecologica senza distruggere il suo tessuto produttivo o si leghi mani e piedi alla Cina, che accolga chi viene per lavorare e difenda con forza i suoi confini esterni dall’immigrazione illegale, che investa sulla natività e difenda la libertà scolastica e il ruolo sociale della famiglia”.
La linea che Meloni immagina in Europa è basata su un doppio binario; da un lato un approccio di stampo conservatore nell’ambito della politica interna, dall’altro una visione di politica estera atlantista e pro Occidente. Non è un caso che la leader di FdI si sia riferita a Repubblica Ceca e Polonia, due nazioni governate da leader appartenenti al gruppo europeo dell’Ecr (Conservatori e riformisti) con una posizione ben chiara in politica estera: “Nei prossimi giorni trasformeremo queste idee in politiche concrete di governo come già stanno facendo i nostri amici della Repubblica Ceca, Polonia, come spero presto faranno i nostri amici svedesi, come continueranno a fare i nostri amici lettoni”.
C’è un ulteriore elemento rilevante nel suo discorso a Madrid sintetizzato dalla frase “non siamo dei mostri” ed è la volontà non solo di accreditare un governo conservatore a livello europeo ma anche di dimostrare come la destra italiana sia a tutti gli effetti istituzionale e credibile.
L’auspicio della Meloni, partendo dall’esperienza polacca e ceca fino alla recente vittoria in Italia, è che in tutta Europa possa replicarsi un’onda conservatrice in grado di cambiare equilibri e politiche non solo nei singoli Paesi ma anche a Bruxelles. In tal senso diventa importante l’appuntamento per le elezioni spagnole di fine 2023 e la vittoria di una coalizione formata dal Partito popolare e da Vox potrebbe rappresentare un ulteriore tassello per la costruzione di quell’”Europa dei patrioti” auspicata da Meloni.
I partiti conservatori guardano già al 2024 quando si terranno le elezioni europee, un appuntamento elettorale che potrebbe rappresentare una svolta nelle politiche comunitarie. Se si dovesse confermare l’attuale trend, l’ipotesi di un Parlamento europeo a maggioranza conservatrice e popolare potrebbe diventare tutt’altro che remota modificando gli equilibri all’interno delle istituzioni comunitarie.