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L’Italia di Meloni e il rischio contagio? Bremmer e Lombardi a confronto

Secondo il presidente Eurasia Group, sta aumentando il timore di un potenziale contagio. L’economista risponde: “Il nuovo esecutivo, se a trazione conservatrice, dimostrerà, nei fatti, che conservatorismo è sinonimo di massima responsabilità”

“Le preoccupazioni per il prossimo governo italiano stanno chiaramente aumentando. Soprattutto per il potenziale contagio”. A scriverlo è Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, nella sua newsletter settimanale. “Le politiche sociali di estrema destra di Giorgia Meloni possono scontrarsi con i valori fondamentali dell’Unione europea”, scrive ancora il politologo. Che aggiunge: le scelte della leader di Fratelli d’Italia e possibile prossimo presidente del Consiglio italiano possono “richiamare alleati come l’Ungheria di Viktor Orbán, la Svezia, forse la Spagna dopo le prossime elezioni, e persino la Francia”.

“C’è minor disallineamento economico”, osserva ancora Bremmer. Questo è dovuto “soprattutto perché che ciò che il governo Draghi ha messo in atto è necessario per garantire l’accesso ai finanziamenti europei destinati legati alla pandemia (il Pnrr, ndr), e dato il fatto che i mercati, dopo il caso Truss, punirebbero severamente l’Italia se adottasse misure non ortodosse in questo contesto”, spiega.

Come due settimane fa, quando aveva sottolineato di essere meno preoccupato di molti altri” per Meloni a Palazzo Chigi perché “dopo tutto, i governi non durano a lungo in Italia”, Bremmer chiosa definendo come “importante da notare” il fatto che “è improbabile che il suo governo di coalizione duri a lungo”. Il che significa, conclude, “che l’impatto sociale sarà limitato, ma le sfide economiche aumenteranno”.

“Bremmer confonde la tutela di interessi legittimi legati alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie con politiche di estrema destra”, commenta Domenico Lombardi, economista di area conservatrice ex senior scholar della Brookings Institution di Washington, con Formiche.net. Quelle di Meloni sono “semplicemente politiche a favore degli italiani — politiche che naturalmente devono trovare la quadra nel variegato contesto istituzionale e internazionale di cui l’Italia è parte e del quale diventerà assertiva protagonista in un eventuale, prossimo governo a trazione conservatrice”, osserva. “Bremmer, inoltre, separa le politiche economiche da quelle sociali come se esse fossero ortogonali tra loro. Esse, a maggior ragione, non sono separabili nella crisi senza precedenti che il Paese deve affrontare. Il nuovo esecutivo, se a trazione conservatrice, dimostrerà, nei fatti, che conservatorismo è sinonimo di massima responsabilità”, conclude.

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