Il voto di mercoledì 12 ottobre conferma ed espande l’asse internazionale contrario alle annessioni russe delle quattro regioni ucraine. Un ottimo risultato, oltre le migliori aspettative, ma le astensioni di India e Cina mostrano che la Russia è ancora lontana dall’essere isolata
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato mercoledì una risoluzione che condanna le “annessioni illegali” della Russia rispetto alle quattro regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Cherson e Zaporizhzhia, e richiede di disconoscere immediatamente i risultati dei referendum russi. Il testo recita che le azioni di Mosca in Ucraina sono “inconciliabili con i principi della Carta delle Nazioni Unite” e “non hanno alcuna validità ai sensi del diritto internazionale e non costituiscono la base per alcuna modifica dello status di queste regioni dell’Ucraina”.
L’operazione è stata un successo se guardiamo ai voti: 143 a favore, 5 contrari, 35 astenuti su 193 membri. Due voti in più rispetto all’ormai storica risoluzione approvata il 24 marzo, che condannava l’intervento russo con 140 voti contro 5 e 38 astenuti. Come ha detto l’inviato statunitense all’Assemblea: “(le Nazioni Unite sono state costruite sull’idea) che mai più un paese avrebbe potuto prendersi il territorio di un altro con la forza”.
Come già anticipato su queste colonne, la questione essenziale dietro questa votazione era capire quanti Stati l’avrebbero appoggiata, perché se alcune risoluzioni avevano ottenuto larghissimo consenso, altre avevano visto vittorie con margini meno ampi. Il 2 marzo scorso l’Assemblea aveva votato per un cessate il fuoco immediato 141 a 5 con 35 astenuti. Ma il 7 aprile la proposta di sospendere la Federazione Russa dal Consiglio per i Diritti Umani, a seguito delle violazioni commesse sul terreno, era stata accolta 93 contro 24 e 58 astenuti. Oppure la risoluzione del 2014, che affermava che il referendum di annessione della Crimea fosse illegale era stata adottata 100 a 11 e 58 astensioni.
Tra le sorprese della risoluzione di mercoledì ci sono stati i voti favorevoli di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, altri membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo e Brasile. I Paesi contrari sono stati gli abituali Corea del Nord, Bielorussia, Siria e Nicaragua. Tra gli astenuti si contano diciannove Paesi africani, ma soprattutto è interessante notare la presenza di Cina e India, che insieme contano più di un terzo della popolazione mondiale, e la strana coppia India-Pakistan.
L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia, ha dichiarato che l’operazione è stata “un documento politicizzato e apertamente provocatorio”. Si è inoltre lamentato che la procedura sia avvenuta a voto palese invece che segreto, come Mosca aveva richiesto e l’Assemblea respinto. Ha poi aggiunto che “le popolazioni di quei territori non vogliono tornare con l’Ucraina”.
Le risoluzioni dell’Assemblea Generale non hanno valenza legale, a differenza del Consiglio di Sicurezza che però è paralizzato dai veti della Russia, in quanto membro permanente. Assumono però un alto valore politico, nel mostrare quali sono gli allineamenti internazionali sulla questione: la stragrande maggioranza dei Membri condanna l’annessione di territori ucraini, Stati Uniti ed Europa rimangono compatti, e si constata l’equilibrismo indiano e cinese.