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Chi spinge Putin verso la guerra nucleare. Radiografia dell’estrema destra russa

Fondamentalisti ortodossi, nazional-democratici, membri delle milizie patriottiche, militari che hanno i blogger e persino veterani del Donbass. Tra i russi ci sono correnti che criticano le debolezze del governo e vogliono il confronto totale con l’Occidente. L’inchiesta pubblicata da The Conversation e dalla Bbc

Da quando il 21 settembre il presidente Vladimir Putin ha annunciato una mobilitazione parziale per l’operazione speciale in Ucraina l’escalation sembra inevitabile. Gli ucraini continuano a resistere mentre il mondo vive gli effetti negativi del conflitto armato.

Nelle piazze russe c’è chi protesta contro la guerra, rischiando il carcere, ma c’è anche una parte della popolazione che applaude le scelte del Cremlino. Un reportage della Bbc, che parte da un’inchiesta del ricercatore Jules Sergei Fediunin dell’École des hautes études (Ehess), pubblicato su The Conversation, indaga sull’estrema destra russa che sta spingendo Putin verso la “guerra totale” contro l’Occidente. Sono loro a chiedere al governo di Mosca la mobilitazione totale in Ucraina, e anche l’uso di armi nucleari e bombardamenti di massa.

Ma chi sono questi estremisti ultranazionalisti e come possono influire nella strategia di Putin? Prima di tutto bisogna capire che nessuno si dichiara di estrema destra ma in realtà fanno parte di una coalizione eterogenea di destra che sostiene il governo russo. Tra loro ci sono fondamentalisti ortodossi, nazional-democratici, membri delle milizie patriottiche, militari che hanno i blogger e persino veterani del Donbass.

Tra questi è molto famoso Igor Girkin, detto “Strelkov”, che è stato per poco tempo ministro della Difesa nell’autoproclamata Repubblica di Donetsk nel 2014. E anche Leonid Slutski, successore di Vladimir Zhirinovsky alla guida del Partito Liberale Democratico, deputato russo dal 2000 e attualmente presidente del Comitato di Affari Esteri della Russia, grande fedele della politica di Vladimir Putin.

Sebbene sia certo che il Cremlino aveva vietato molti movimenti di estrema destra che considerava pericolosi e violenti, e aveva negato a loro il permesso per presentarsi come partiti nazionalisti, adesso è molto più tollerante e promuove anche la loro presenza nei media russi. L’unica condizione è che restino leali alla strategia di guerra di Mosca contro l’Occidente.

Il ritiro delle forze armate russe da Kiev alla fine del 2022, e i fallimenti dell’operazione militare in Ucraina, hanno provocato dure critiche da parte degli estremisti nei confronti di Putin, del ministro Sergei Shoigu e del governo russo in generale. “Come risultato – si legge nell’inchiesta -, i nazionalisti attualmente istigano lo Stato russo a colpire l’Ucraina con più forza. Secondo la loro opinione, è l’ora di mettere fine all’operazione speciale’ e passare ad una ‘guerra totale’”.

Le due principali tendenze ideologiche del nazionalismo russo hanno in comune questa petizione. La prima, di ispirazione imperialista, sottolinea la superiorità dello Stato russo di fronte al mondo esterno, cioè, l’Occidente. Per loro la Russia è un’entità imperiale destinata ad espandersi nello spazio dell’antica Unione Sovietica.

La seconda tendenza si occupa invece degli interessi del popolo russo, in senso, etnico, sia sul territorio russo, sia all’estero. Loro vogliono trasformare la Federazione Russa in uno Stato nazionale russo.

Tra le due tendenze ci sono differenze, ma sono d’accordo su un punto, pericolosissimo: la Russia deve vincere a tutti i costi, anche usando l’arsenale nucleare contro l’Ucraina e chi la sostiene.

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