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L’invasione russa e il messaggio da Varsavia. Scrive Coratella (Ecfr)

Di Teresa Coratella

Mettere nello stesso cesto la Germania, rea di non aver mai voluto sostenere le riparazioni belliche, e la Russia di Putin è un errore politico che potrebbe mettere in ombra le legittime richieste polacche di assoluta attenzione europea e americana sulle prossime pericolose mosse del Cremlino. Il commento dal Warsaw Security Forum di Teresa Coratella, programme manager dell’ufficio Ecfr di Roma

Imporre costi severi alla Russia su energia e sanzioni; sostenere l’Ucraina nel riconquistare i propri territori e nel rafforzare la propria posizione; irrobustire il rapporto transatlantico; rinforzare la Nato e i suoi membri della sponda orientale; nessuna ingerenza negli affari interni della Russia e nessuna speculazione sul futuro di Vladimir Putin; contrastate la Russia senza dimenticare l’Asia che costituisce il futuro, una grande opportunità ma anche una grande sfida rappresentata oggi da Taiwan e la minaccia cinese. Queste sono le linee guide di Philip Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale della vicepresidente statunitense Kamala Harris. Racchiudono perfettamente uno dei principali messaggi emersi durante l’edizione 2022 del Warsaw Security Forum, la conferenza annuale che il think tank polacco Casimir Pulawski Foundation e il German Marshall Fund organizzano insieme sin dal 2014, anno dell’annessione russa della Crimea.

La conferenza, il cui advisory board è composto da personalità europee e americane tra cui Catherine Ashton, Ben Hodges, David Petraeus e Linas Linkevičius, riunisce ogni anno circa 1500 rappresentanti di governi, organizzazioni internazionali, industria, think tank e società civile provenienti da oltre 90 Paesi e costituisce una delle principali conferenze europee sulla sicurezza dedicata alla cooperazione transatlantica e incentrata sull’elaborazione di risposte condivise alle sfide comuni, con particolare attenzione alla sicurezza dell’Europa centrale e orientale.

Il tema attorno al quale è stata costruita l’edizione 2022, era ovviamente quello delle conseguenze della guerra russa in Ucraina su difesa, sicurezza energetica e climatica, relazioni globali tra grandi potenze.

Temi promossi, ripresi e approfonditi nelle diverse sfaccettature e dimensioni dai numerosi rappresentanti del paese ospitante, la Polonia, rappresentato ai massimi vertici dal premier Mateusz Morawiecki, dai ministri del governo PiS, deputati della Sejm, think tanker vicini come anche lontani dalle posizioni e strategie di governo. Di particolare rilevanza e riassuntivo della posizione polacca su Russia e guerra, il discorso tenuto da Paweł Soloch, in rappresentanza del presidente Andrzej Duda, segretario di Stato e capo dell’Ufficio nazionale per la sicurezza, tuttavia dimissionario poche ore dopo aver parlato alla conferenza. Se una volta era la Georgia, oggi è l’Ucraina, domani sarà l’Europa. Il lavoro iniziato da Putin nel 2014 non è terminato e non finirà nel breve periodo e per questo l’Europa dovrebbe reagire con soluzioni ma anche azioni.

L’Unione europea, agli occhi di Varsavia, rimane tra i principali responsabili di questa guerra. In quanto decise di non ascoltare Polonia e Baltici; per le relazioni energetiche ed economiche che negli ultimi decenni ha deciso di instaurare con la Russia e che l’hanno resa quasi completamente dipendente da Mosca; per la lentezza nella produzione militare e nel rifornire l’Ucraina; per aver accettato e promosso una politica del dialogo con Putin.

In termini di sviluppi e strategie future, la Polonia vuole maggiori sanzioni, l’abbandono di una qualsiasi prospettiva di collaborazione con Putin ma soprattutto chiede di non cedere alla minaccia nucleare della Russia che avrebbe come unico risultato l’indebolimento della posizione comune dell’Unione europea e la creazione di maggiori divisioni tra le capitali europee. Proprio la minaccia nucleare ha monopolizzato il dibattito tra i partecipanti non polacchi della conferenza di Varsavia, sicuramente oggi più attenti rispetto al passato alle parole e gli appelli polacchi sulla minaccia russa. Ed è proprio questo che il governo di Varsavia, impegnato in questi giorni in una campagna nazionale di approvvigionamento di pastiglie di odio anti radioattive, che si aspetta da Europa e Stati Uniti: maggiore attenzione ai prossimi sviluppi della guerra e alle ulteriori e pericolose scelte di Putin.

La campagna elettorale in vista delle elezioni del 2023 è ormai nel pieno, con il PiS a rischio concreto di sconfitta elettorale. Ed è sulla demonizzazione dei propri nemici, che Jarosław Kaczynski spera di rafforzare la debole probabilità di vittoria, non avendo altre leve, soprattutto in politica interna, se si guarda all’altissima inflazione che ha ormai superato il 17%. Il problema tuttavia emerge quando si mette nello stesso cesto la demonizzazione della Germania, rea di non aver mai voluto sostenere le riparazioni belliche e a cui Varsavia ha nuovamente fatto richiesta, e la Russia di Putin. Un errore politico che potrebbe mettere in ombra le legittime richieste polacche di assoluta attenzione europea e americana sulle prossime pericolose mosse di Putin.

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