Il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha ricevuto dal Politecnico di Bari una laurea magistrale honoris causa in Ingegneria gestionale. Ecco cosa ha detto alla cerimonia che si è tenuta nell’aula magna del dipartimento di Architettura
Vi ringrazio moltissimo. Devo dire che sono rimasto particolarmente colpito da quello che avete detto rispetto a quello che ho fatto. Quindi, prima di entrare nell’argomento di oggi, vorrei fare alcune considerazioni, se me lo permettete, rispetto a quello che avete descritto come il mio percorso fino ad oggi.
La prima considerazione immediata, mentre descrivevate le motivazioni, è che in qualunque organizzazione, quando si raggiungono dei successi, non è mai soltanto merito di chi guida l’organizzazione, perché puoi essere la persona con i maggiori talenti (e questo lo dico per i ragazzi che sono presenti), puoi avere la maggior capacità di apprendere, di avere competenze tecniche, ma, se le squadre e le persone che lavorano con te non sono motivate e non sono tutte orientate a raggiungere il tuo stesso obiettivo, le organizzazioni non saranno mai organizzazioni di successo con i risultati che si vogliono ottenere anche sul fronte della responsabilità sociale, cioè fare in modo che quello che viene realizzato in un’azienda di successo possa essere portato a vantaggio della comunità, della collettività, che è sempre più una priorità di tutti noi e lo sarà sempre di più… e nella mia relazione, entrerò più in dettaglio su questo.
In Intesa San Paolo noi abbiamo centomila persone che lavorano, centomila persone che, dal punto di vista delle considerazioni che facevate, meritano di avere lo stesso tipo di complimento, lo stesso tipo di felicitazione per il modo con cui noi lavoriamo, perché non c’è nessuno, in nessuna organizzazione, che possa rappresentare una leadership sostenibile se l’organizzazione non è un’organizzazione di successo grazie a tutte le persone che ci lavorano. Quindi devo dirvi che, da questo punto di vista, la vostra visione assolutamente positiva, e che mi onora, nei miei confronti, io la voglio condividere con le persone che lavorano con me in banca, perché indubbiamente questo è un passaggio fondamentale.
Avete descritto il mio percorso dentro la banca. Io ho iniziato partendo e scalando tutta la struttura organizzativa dell’azienda, ma non sarei mai riuscito a far diventare Intesa Sanpaolo un leader europeo ormai certo e indiscusso, se non avessi avuto con me tutte le persone della Banca orientate al raggiungimento di questi stessi risultati, dalla persona che interagisce nelle filiali con i clienti fino alle persone che hanno responsabilità apicali all’interno dell’organizzazione.
Detto questo, prima di entrare nei miei ragionamenti, vorrei fare una considerazione sulla coesione sociale, l’inclusione sociale, le disuguaglianze, perché questo è un tema che tutti noi nel corso della fine del 2022 e del 2023 dovremo aver ben chiaro. Noi ci troviamo di fronte, in questa fase del mondo e in particolare dell’Italia, che è quello che ci interessa principalmente, ad uno scenario in cui certamente gli effetti del conflitto, l’incremento dei prezzi, la scarsità delle risorse energetiche, rappresentano un grandissimo elemento di attenzione e anche un grandissimo punto che deve portarci a guardare chi ha più bisogno in questo momento nel nostro Paese.
Io sento moltissimi che fanno delle previsioni catastrofiche sul futuro del nostro Paese nel corso del 2023, che io non condivido per nulla. Noi abbiamo di fronte uno scenario complesso, indubbiamente complesso, abbiamo di fronte la necessità di mitigare l’impatto di quello che sta accadendo su chi ha più bisogno, perché quello che succederà è che chi è povero diventerà più povero, chi è un cosiddetto working poor avrà bisogno di essere supportato in una fase in cui il suo potere di acquisto si ridurrà, le aziende e, in particolare, quelle di più piccole dimensioni, avranno bisogno di essere supportate per riuscire a superare questo momento, ma parliamo di una fase transitoria, cioè non parliamo della fine di un sistema industriale.
Questo è importante che tutti lo abbiamo in mente. Noi dobbiamo lavorare in questa fase per sostenere chi ha più bisogno, ma avendo chiaro che noi, nel corso del 2023, avremo un recupero che ci porterà nel 2024 a una crescita. Questo significa che tutte le nostre azioni dovranno essere orientate a continuare ad investire, a continuare a guardare al futuro nella prospettiva di riuscire a portare il nostro Paese di nuovo a una fase di crescita e da questo punto di vista, vi ricordo solo che quando siamo entrati nel periodo del Covid, non esistevano i vaccini, non avevamo una prospettiva e il Pil è sceso del 9% nel nostro Paese, lì, veramente, avevamo di fronte un’incertezza drammatica, su quelli che potevano essere gli sviluppi futuri.
Oggi, qualunque previsione voi guardiate di quello che sta accadendo nel mondo nel corso del 2023, la peggiore ipotesi su cui si immagina è che il Pil del nostro Paese, possa scendere dell’1, dell’1,5, nel peggior caso, per poi ritornare a crescere nel 2024. Allora, cerchiamo di mantenere il giusto equilibrio anche nella prospettiva che abbiamo di fronte, dove dobbiamo aiutare chi ha bisogno e aumenterà il numero di quelli che avranno bisogno, aumenterà per le famiglie e aumenterà per le imprese.
Però, come accennavate prima, io sono fortemente convinto che ognuno deve fare la propria parte e, in particolare, quelli che hanno di più come nel caso di Intesa, dove abbiamo utili, abbiamo dotazioni patrimoniali, abbiamo possibilità di sostenere chi ha bisogno, ma tutte le aziende che hanno questa posizione di strutturale forza, acquisita negli anni passati, devono usare questo anno 2023 per contribuire ad arrivare a un 2024 di crescita. Non dobbiamo aspettare che sia lo Stato soltanto ad aiutarci, dobbiamo fare in modo che ognuno di noi si impegni, e moltissime aziende l’hanno dimostrato, moltissimi bilanci nel 2022 delle aziende chiuderanno con degli utili molto importanti – anche se nel 2023 ci sarà una riduzione degli utili – che destineremo a favore di chi ha più bisogno, creeremo le condizioni per un 2024 di forte crescita per tutti noi.
Quindi, questo è un messaggio che vorrei portare a tutti voi e a completamento del percorso che avevate descritto del come sono state condotte le valutazioni per poter assegnarmi questa laurea di cui sono veramente onorato. Però, detto questo, vi vorrei ribadire che abbiamo di fronte uno scenario complesso dove i più poveri e le aziende più, in difficoltà dovranno essere aiutati, ma chi è in condizioni di poter aiutare gli altri, questo è il momento in cui lo deve fare perché non abbiamo un bilancio pubblico che può sostenere in modo infinito le aziende, solo perché ridurranno gli utili nel corso del 2024 o le banche o tutti gli operatori, che opereranno nel nostro sistema.
Quindi, è fondamentale che tutti noi abbiamo presente quello che è oggettivamente una priorità, che dobbiamo destinare a favore della collettività.
E qui mi collego agli argomenti che voglio trattare oggi perché, giustamente, si descriveva il Mezzogiorno come un’area su cui accelerare la componente di crescita. Sono perfettamente d’accordo, è ridicolo immaginare un’area con il cappello in mano che deve chiedere, questa è veramente una componente assurda nell’approccio verso il Sud. Il Sud è strutturalmente un’area, anche dal punto di vista industriale, che si posiziona fra la Spagna e la Slovacchia, in termini di dimensione dell’industria, quindi, parliamo, comunque, di un territorio con una componente industriale molto significativa e con dei talenti che sono assolutamente di altissimo livello in tutto il nostro Paese.
La gioventù e le persone che sono di provenienza del Sud e io, pur essendo nato a Roma, ma sono sicuramente espressione del Sud e mio onora ricevere questo riconoscimento, (che mia madre è di qua vicino) e quindi io sono assolutamente ancor più onorato di poter ricevere una laurea in questa città, ma io penso che, guardando negli occhi le persone del Sud, sia chiaro che i talenti sono in questi territori.
Allora, su questo noi dobbiamo investire perché questi talenti rimangano su questi territori, perché questi talenti investano su questi territori, che entrino nelle aziende, che sono in questi territori, ma qui abbiamo una prospettiva unica ed un potenziale unico di crescita nel contesto dello sviluppo pluriennale.
Lo ripeto, il 2023 può essere un anno con alcune complessità, ma noi dobbiamo continuare a investire, perché il 2024 è un anno dove chiunque prevede che, una volta risolta la componente relativa alla diversificazione energetica e alla riduzione dei prezzi collegati con l’energia il Paese tornerà a crescere. Allora, su questi territori, è indispensabile immaginare di fare dei forti investimenti. Esistono delle aree già oggi di eccellenza assoluta nei territori del Sud su molti settori, che vanno dall’aerospaziale all’automotive, dall’alimentare all’abbigliamento.
Abbiamo sicuramente delle eccellenze in tutti gli ambiti dove il rafforzamento del mondo che gravita intorno a turismo, cultura, gastronomia, può essere un punto di forza ancora, secondo me, non sufficientemente sviluppato nei territori del Sud, che può avere un’accelerazione molto forte e può avere un supporto molto significativo da parte delle banche. Noi siamo la dimostrazione di un soggetto che eroga il 50% dello stock dei crediti su questi territori, siamo la banca più importante che esiste al Sud per dimensioni e per competenze, per capacità di essere vicini alle aziende.
Qui c’è la possibilità di investire e giustamente siamo diventati un punto di riferimento per gli aspetti dell’energia, lo sviluppo. Questo è un mondo sul quale il futuro, soprattutto anche alla luce di quello che è accaduto con la crisi energetica e con la guerra, rappresenta un punto di forza indiscutibile, il posizionamento relativo del Sud e la necessità di attivare investimenti significativi; investimenti che il PNRR garantisce e che quindi rappresentano anche per le aziende nel territorio, per chi opera su questi territori, un’opportunità rilevante di poter utilizzare i fondi messi a disposizione.
Noi come Intesa Sanpaolo su questo siamo in grado di raddoppiare le disponibilità che vengono dal piano azionario di ripresa e resilienza. Abbiamo un piano che, se le disponibilità totali sono di 200 miliardi di euro, metterà a disposizione più di 400 miliardi di euro per l’Italia nei prossimi anni e certamente una componente importante di questi fondi potrà essere destinata su questi territori per tutti quei progetti che riguardano lo sviluppo dei capitoli del Pnrr, ma che poi non sono altro che i motori sui quali già lavorate e che potranno essere accelerati. La presenza, rispetto al Mediterraneo, rappresenterà sempre più un punto centrale di snodo nella nuova geopolitica del mondo.
Cioè, io non credo che non ci sarà più globalizzazione, ma indubbiamente dobbiamo immaginare che ci siano degli elementi di regionalizzazione nella globalizzazione, debbono essere immaginate delle aree, dei territori nell’ambito dei quali questo sviluppo delle relazioni con tutti gli altri nel mondo possa trovare una maggiore concentrazione e quella del Mediterraneo, in particolare del Sud Italia, credo che sia un punto naturale di collegamento con l’Africa e con tutti gli altri interlocutori, che potranno supportarci nell’ottenere energia, così come l’elemento climatico, quello che abbiamo nei territori del Sud, favorisce le rinnovabili e tutti quelli che sono gli investimenti, che dovranno essere sempre più fatti per portare questo territorio a rappresentare veramente il punto di riferimento per il rafforzamento energetico del nostro Paese.
Io ero una decina di giorni fa con uno dei più grandi investitori al mondo, con Larry Fink di BlackRock e lui mi citava la sua incredulità rispetto al fatto che, in un territorio come quello del Sud, in tutti questi anni non fossero state sviluppate delle componenti di supporto all’energia del Paese che potessero avvalersi delle componenti climatiche favorevoli che abbiamo nel nostro Paese, così come i porti, che ancora non sono in una dimensione tale da garantire il più forte operatore in Europa. Cioè, noi abbiamo un potenziale straordinario e dobbiamo fare in modo, ovviamente, che queste siano delle priorità del Governo, ma dobbiamo anche fare in modo di avere iniziative private, cioè fare in modo che poi i talenti, le startup, i giovani e le imprese che vogliono investire qua possano procedere ad investire e anche attrarre investimenti da altri territori.
Noi forse sottovalutiamo che abbiamo ottenuto i fondi che poi chiamiamo Pnrr. Oltre 200 miliardi di euro nell’ambito europeo, e la consideriamo come una dimostrazione che l’Europa ha indubbiamente avuto un salto di qualità nell’essere tutti insieme, ma non dobbiamo sottovalutare che questo tipo di investimenti nasce anche dalla consapevolezza della Germania che l’interazione nelle filiere che noi abbiamo nei nostri territori vede la Germania intimamente correlata con il Nord d’Italia.
Noi ci avvantaggiamo dell’elemento di filiera. Allora, quello che dobbiamo riuscire a creare è un rafforzamento dell’elemento in filiera nel Mezzogiorno, rispetto al nord d’Italia, perché quello che accade nei meccanismi di filiera, che è che il beneficio di filiera non è soltanto nel territorio in cui vengono fatti gli investimenti. Quindi, dobbiamo attrarre le aziende che operano nel nord d’Europa o, comunque, nel nord d’Italia, perché effettuando investimenti nel sud, ne trarranno, comunque, un beneficio, che sia un beneficio di filiera o un beneficio immediato.
Ci sono evidenze assolute che l’investimento effettuato qua da parte delle imprese del nord, non porta solo un beneficio nel sud, ma porta un beneficio alle aziende del nord. Quindi, culturalmente, dobbiamo fare in modo di riuscire a creare questa sorta di relazione Germania-nord d’Italia, nord d’Italia-sud d’Italia, e in questa garantire che ci sia un rapporto di investimento reciproco. Da questo punto di vista, anche le polemiche nate dal fatto che la Germania investe 200 miliardi di euro, slegandosi dal contesto europeo per rafforzare le imprese della Germania, credo che debbano portarci a guardare sicuramente, come elemento di necessità, che ci sia un coordinamento in Europa, ma anche rispetto alle nostre aziende: se le aziende tedesche vengono stabilizzate, noi ne traiamo comunque un vantaggio, perché è una componente importante del lavoro svolto dalle aziende italiane, uno dei motori che ha rappresentato sempre una forza della crescita delle nostre aziende è proprio questo.
Allora, dobbiamo immaginare che questi meccanismi di filiera vengano riprodotti anche su territori come questo, che hanno un potenziale enorme, cioè qui il potenziale di investimento è di cogliere le occasioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e la volontà degli imprenditori di mettersi a fattor comune, di creare una scala dimensionale, tale da poter attrarre investimenti, credo che siano uno degli elementi sui quali è indispensabile che tutti noi ci concentriamo. Dico, “tutti noi”, perché noi, come Intesa Sanpaolo siamo pronti a supportare le aziende, le start-up, a sostenere le famiglie in una fase complicata, come quella che avremo nel corso del 2023, fare in modo che si possa arrivare al 2024 in una condizione di strutturale ritorno alla crescita e alla sostenibilità dei risultati futuri.
Concludo, quindi, e poi farò in modo che venga consegnata la lectio, che è molto più strutturata e molto più organizzata, ma mi interessava cogliere questi elementi perché credo che sia importante per ognuno di noi essere consapevoli che noi siamo in grado di poter fare il nostro futuro, cioè siamo noi che dobbiamo metterci nelle condizioni di far accadere le cose, non aspettare che ce le facciano accadere altri. E qui avete esempi di aziende che mai si sarebbe immaginato potessero essere sviluppate nel sud, che sono dei leader mondiali. Cioè, le cose alla fine, immaginando di voler avere il coraggio, il sostegno e il sostegno di aziende bancarie, perché è ovvio che c’è bisogno di capitali, ma innestati in un momento in cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci porta sviluppo e c’è una necessità assoluta di energia e di energia che può trarre un vantaggio da questi territori, di Mediterraneo, quindi di relazione nell’ambito di questo contesto, credo che questo sia un momento di investire fortemente su questi territori.
Anche il turismo, che qua è un punto di forza assoluto, ma se lo confrontate con altri territori, devo dire che, se fate il confronto fra qua e la Spagna, come è possibile che in Spagna hanno più contributo dal turismo rispetto al sud dell’Italia, alla Puglia, alla Sardegna, alla Sicilia? E’ una cosa che veramente è incredibile. Allora, la necessità di creare delle occasioni, che non siano solo “vieni e vai al mare”, ma crei un legame fra il turismo, la cultura, la gastronomia, per non dire dei segmenti più elevati, dove parli del golf, piuttosto che di altre tematiche, intervenendo sull’elemento di attrazione.
E guardate che, in questo momento, gli americani stanno tornando in misura significativa. Lo vedete anche su questi territori, non c’è posto per trovare una location da nessuna parte, in Italia, in questo momento. Quindi, essere pronti anche ad allungare le stagioni, a far sì che possa esserci un legame, non soltanto con l’elemento dei 35 gradi, per cui vai a fare il bagno al mare, ma che se vieni qui puoi andare all’evento culturale, aggiungi un evento gastronomico, la visione di terre che nei Paesi dove stanno loro non ce l’hanno in nessun modo. Io credo che qui abbiamo veramente una combinazione unica. Allora, tutte queste aree sono aree sulle quali, secondo me, tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Noi, come Intesa San Paolo ci siamo, siamo pronti a sostenere le aziende che vorranno investire su questi ambiti, che porteranno dei progetti, che possono avere una prospettiva reddituale, di investire sulle start-up, citavate prima, la nostra visione sul fronte delle innovazioni, e ci siamo anche sugli elementi della componente sociale di difficoltà, che il nostro Paese affronterà nel corso del 2023, garantendo 22 miliardi di euro alle imprese per poter spostare le scadenze dei loro finanziamenti, cercare di dilazionare il più possibile e fare dei tassi di interesse agevolati, così come per le persone, fare in modo che possano ottenere rateizzazione dei loro pagamenti, prestiti personali a vent’anni a condizioni particolarmente favorevoli, cioè siamo in un momento in cui ognuno di noi deve essere pronto a fare la propria parte. E noi, come Intesa Sanpaolo siamo pronti a farlo e siamo pronti a farlo su questo territorio perché siamo convinti, lo ripeto, che l’accelerazione della crescita nel sud porti beneficio a tutto il Paese, rispetto a quello che è l’investimento che viene realizzato.
Concludo ringraziando ancora. Devo dirvi che è stata, tra le tante cose che avete citato, che ho ottenuto nel corso del mio percorso professionale, questo riconoscimento, devo dire la verità, è la stata la cosa che mi ha fatto più piacere.Vi confesso che a essere fuori dall’ambito strutturale in cui opero, è una cosa che mi rende particolarmente orgoglioso e felice e quindi vi ringrazio di cuore. Grazie. Ovviamente, quando sono arrivato, vedere i ragazzi che si laureavano è questo un momento sicuramente di grande emozione, perché immaginare che ci siano giovani che cominciano qua il loro percorso, per poi poter avere soddisfazione nella vita lavorativa o personale ulteriore, è un elemento di grande emozione. Io vi ringrazio ancora molto. È stato veramente un onore per me ricevere questa laurea da Bari e in questo territorio, che mi è anche vicino dal punto di vista personale. Grazie. Grazie a tutti.