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Technopolicy – Mazzetti, istruzioni per l’uso (sicuro) del Metaverso

Nessuno sa come sarà davvero il Metaverso, e questo è un ottimo motivo per costruire subito delle regole e dei sistemi per renderlo sicuro e interoperabile. Con Angelo Mazzetti – a capo della Public Policy di Meta per l’Italia, la Grecia, Malta e Cipro – abbiamo parlato di come la sua azienda immagina questa evoluzione di Internet, partendo dalle rivoluzioni nel lavoro, nella sanità, nell’istruzione e nel gaming. Per l’uso “personale” bisogna aspettare ancora un po’…

Technopolicy, il podcast di Formiche.net 

All’incrocio tra tech e politica, tra innovazione e relazioni internazionali, tra digitale e regolazione, abbiamo deciso di creare un nuovo “contenitore”, Technopolicy. 

Ogni settimana incontrerò esperti, accademici, manager, giuristi, per discutere di un tema specifico e attuale. Ciascuno di questi incontri diventerà un video su Business+, la nuova piattaforma tv on demand; un podcast su Spreaker, Spotify, Apple e gli altri canali audio; un articolo su Formiche.net. Perché ognuno ha il suo mezzo preferito per informarsi e a noi interessa la sostanza e non la forma. Gli episodi sono stati scritti e prodotti insieme a Eleonora Russo.

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Technopolicy – Metaverso, istruzioni per l’uso (sicuro)

Il Metaverso è diventato una buzzword, una parola che tutti usano, che infilano nei discorsi e nei progetti di investimento. Senza sapere davvero cosa sia. La buona notizia è che nessuno può sapere come sarà il metaverso perché si tratta di un mondo, o di mondi, in cui saremo immersi davvero solo tra 5 o 10 anni. Nel frattempo, possiamo iniziare a capire come si muovono i principali attori in questo spazio. E per farlo ne abbiamo parlato con Angelo Mazzetti, capo della Public Policy di Meta per l’Italia, la Grecia, Malta e Cipro.

Ci racconti il tuo percorso professionale?

Come spesso capita, sono arrivato ad oggi con una traiettoria non lineare. La crescita, d’altronde, non è una linea retta ma assomiglia più ad un groviglio di cose, tra cui passioni, interessi e incontri. Ad ogni modo, ho iniziato a muovere i primi passi professionali con la mia start-up che si occupava di vendita di cibo italiano con piccole produzioni online e con l’organizzazione di una serie di TEDx tramite un comitato promotore. Ho fatto poi qualche esperienza al Ministero degli Affari Esteri. Come parte di questo percorso, mi sono gradualmente avvicinato al mondo delle tecnologie e delle istituzioni. Ad un certo punto mi sono imbattuto in una posizione aperta in Facebook Italia, ho fatto domanda e dopo una serie di colloqui sono entrato in questa realtà. Dal mio ingresso ad oggi l’azienda ha vissuto molte trasformazioni, tra cui il recente cambio di nome in Meta, e personalmente ho affrontato tante sfide correlate a questi cambiamenti. E devo dire che non c’è stato un momento in cui non ci siamo divertiti o impegnati. 

Ecco, veniamo a Meta. Lo scorso anno c’è stato questo significativo cambio di strada e di strategia per l’azienda. L’obiettivo è costruire il metaverso o uno dei metaversi che esisteranno nel nostro futuro. Qual è l’impegno e la visione di Meta per la realizzazione di questo nuovo mondo? 

Per noi, come azienda, il metaverso altro non è che il futuro di Internet. Rappresenta cioè quella piattaforma unica, interoperabile, connessa e aperta che ci darà la possibilità tramite delle tecnologie più immersive di vivere meglio, di beneficiare di maggiori opportunità rispetto a quelle che già abbiamo online. Faccio un esempio. Soprattutto negli ultimi due anni ci siamo parlati in videoconferenza, con un’attività che è entrata nelle nostre vite e divenuta parte integrante della quotidianità. Da remoto, ormai, possiamo organizzare, seguire e partecipare ad eventi di varia natura, possiamo comunicare con i nostri cari e lavorare potenzialmente un po’ dappertutto. In questo c’è la differenza principale con il metaverso. E cioè che non si condivide uno spazio con le persone con le quali ci si sta connettendo attraverso la tecnologia, con una modalità di interazione che è mediata da uno schermo.

Le tecnologie immersive, come la realtà virtuale, danno al contrario la possibilità di vivere comunque un’esperienza da remoto aggiungendo la percezione della presenza fisica attraverso il virtuale. Questo, quindi, comporta la condivisione spaziale e di conseguenza un’interazione molto più forte con le persone, aprendo a tutte le possibilità che si hanno quando effettivamente si sta con un individuo nello stesso luogo, come ad esempio il body language. Insomma, la caratteristica principale sarà quella della presenza. Come azienda stiamo scommettendo fortemente nella costruzione di questa nuova realtà, con investimenti pari a 10 miliardi di dollari nel 2021. Proprio perché, come dicevo, crediamo che il metaverso rappresenti l’evoluzione e il futuro di Internet inteso come ecosistema che sarà destinato a crescere esponenzialmente.

Secondo alcuni studi nei prossimi 10 anni il metaverso, con tutto il suo indotto, potrebbe arrivare a valere circa il 2,8% del Pil mondiale. La fase che oggi stiamo attraversando può essere paragonata a quella vissuta all’inizio degli anni 90 con lo sviluppo di Internet, quando c’erano le tecnologie di base e quando si iniziava a percepire l’impatto positivo sulla vita quotidiana e nell’economia. Oggi è lo stesso con il metaverso: ci troviamo in una fase embrionale in cui ci sono le tecnologie ma gli utilizzi e le prospettive verranno rese più evidenti nel corso dei prossimi 10-15 anni. 

Data la portata rivoluzionaria di questa realtà, in molti si chiedono quali saranno le modalità e i meccanismi per rendere questo spazio effettivamente sicuro. Soprattutto perché il metaverso sarà popolato da tanti player differenti, dalle aziende alle istituzioni. C’è quindi anche un tema di collaborazione e di responsabilità tra i vari soggetti. Come si gestiscono i rischi e si affrontano i problemi di sicurezza legati a questa tecnologia? 

Partiamo da una premessa. Per far sì che il metaverso venga utilizzato da centinaia di milioni di persone, come speriamo e crediamo succederà nei prossimi anni, la piattaforma deve essere uno spazio in cui le persone si sentono sicure, una tecnologia che si vuole utilizzare perché comporta un beneficio per la vita di tutti i giorni e per l’economia. 

Oggi abbiamo una grandissima opportunità perché siamo nella fase di design e di sviluppo della tecnologia. E’ un’occasione che sicuramente possiamo cogliere anche con queste discussioni e attraverso il dibattito pubblico con istituzioni, esperti, accademici, aziende, utenti e consumatori per far in modo di scrivere sin dall’inizio le regole del metaverso. Proprio per far sì che ci sia consapevolezza e conoscenza su rischi, benefici e prospettive che porterà con sé.  Le tecnologie vanno spesso più veloci delle regole che il legislatore e le istituzioni riescono a definire. Lo abbiamo visto con Internet: gli interventi regolatori maggiori sono arrivati dopo 30 anni dal suo sviluppo globale, con una vera e propria rincorsa del legislatore e degli esperti per cercare di cristallizzare in uno schema di regole e norme gli effetti  di una tecnologia che andava modificandosi molto velocemente. Oggi abbiamo la possibilità di fare esattamente l’opposto e guidare lo sviluppo di questa tecnologia senza farci prendere in contropiede. 

In questa fase progettuale, quindi, è quanto mai fondamentale avere delle regole chiare in testa sulle quali costruire il dibattito. Come punto di partenza si possono considerare le attuali regolamentazioni di Internet che andranno poi calate e declinate in un contesto di tecnologie immersive il che, naturalmente, non le renderà sovrapponibili perché gli utilizzi saranno differenti. Quella della protezione dei dati, a mio avviso, è una di quelle discipline che può rappresentare un inizio su cui costruire il metaverso secondo le logiche di minimizzazione dell’utilizzo dei dati, di trasparenza e di controllo da parte dell’utente.

Altro tema fondamentale è la sicurezza della persona all’interno della piattaforma. Negli ultimi mesi c’è stato un caso che identifica una situazione che ci ritroveremo ad affrontare nei prossimi anni. Mi riferisco al controllo aggiuntivo tecnologico che è stato inserito per gli avatar, chiamato appunto “Controlla il tuo il tuo spazio”, introdotto a seguito di un episodio di harassment che si era verificato nel contesto di un incontro tra diversi avatar. 

Così come l’inclusività, altra grande sfida che abbiamo davanti nella progettazione di questa piattaforma, e quindi la necessità di considerare e valutare attentamente i diversi possibili utilizzi. 

Il metaverso dovrà poi essere aperto e interoperabile. Così come oggi non esiste un Internet solo di Google, di Apple o di Microsoft, con la possibilità per l’utente di passare all’interno dello stesso protocollo e della stessa tecnologia di base da un provider all’altro e da una piattaforma all’altra accedendo ad una pluralità di servizi, il metaverso dovrà iscrivere nel suo Dna una serie di opzioni, di esperienze e di servizi che si dovranno parlare tra loro. 

Una delle evoluzioni di Internet più significative riguarda le possibilità commerciali che ha introdotto. Quali scenari si aprono nel metaverso per consentire al mondo delle imprese e delle organizzazioni di beneficiare di questa tecnologia e coinvolgere maggiormente partner, clienti e istituzioni? Quali sono le aree di maggior sviluppo?

Facebook è nato all’interno di un campus universitario per connettere persone in uno spazio sociale già circoscritto e, negli anni, si è trasformato nella principale piattaforma internazionale di investimento pubblicitario per le piccole e medie imprese, con circa 10 milioni di soggetti che oggi investono per raggiungere i propri clienti. Questa evoluzione ha avuto un impatto significativo sull’abbattimento delle barriere di ingresso in determinati mercati, sui costi pubblicitari e sull’accesso all’internazionalizzazione. Tutte condizioni che si sono create con lo sviluppo della piattaforma e della tecnologia. Io credo che nei prossimi anni assisteremo ad un percorso analogo del metaverso, con un impatto molto simile sull’economia e sui modelli di business. 

Per quanto riguarda gli ambiti di applicazione, premettendo che le potenzialità saranno davvero visibili solo nei prossimi anni, ci sono già oggi degli esempi e degli indizi. E riguardano settori che vanno al di là del tanto citato gaming che rappresenta una parte embrionale dello sviluppo del metaverso. 

Un’area sicuramente cruciale sarà quella della sanità, con alcune possibilità che sono già state in parte definite e realizzate. C’è poi tutto il mondo della formazione inteso nelle sue varie declinazioni e applicazioni trasversali. Non solamente, quindi, nel ramo dell’istruzione scolastica primaria dove il metaverso potrà senz’altro apportare dei benefici in termini di azzeramento della necessità di presenza fisica nei casi in cui non vi è la possibilità di essere in classe. Questo perché, e credo sia un aspetto molto importante da sottolineare, questa tecnologia dovrà essere complementare e non sostitutiva della realtà e delle modalità di interazione di persona. Anche il settore della cultura è sicuramente interessante in termini di possibilità di sviluppo del metaverso. In questo ambito ci sono già molti esempi di esperienze immersive per fruire di contenuti, monumenti ed oggetti che eravamo abituati ad ammirare esclusivamente da spettatori e quasi mai da interpreti.  Nel metaverso ci sarà la possibilità di provare a vivere entrambi i ruoli. E cioè quello di chi crea il contenuto culturale e di chi ne fruisce.

Proprio in questo settore, insieme a Tim abbiamo inaugurato la loro ricostruzione in realtà virtuale del Mausoleo di Augusto, tra l’altro con il nostro fondatore Mark Zuckerberg, per offrire un’esperienza in cui si ha la possibilità di ripercorrere duemila anni di storia e di rivivere un pezzo della città correndo tra le epoche. Esperienze come questa danno davvero la misura e la percezione delle potenzialità dello strumento. Altro ambito molto importante e dove il metaverso potrà avere un impatto positivo è quello del lavoro da remoto. Meta, a questo proposito, ha sviluppato una piattaforma che si chiama Workrooms che offre la possibilità di ricreare un incontro come questo, coinvolgendo un alto numero di partecipanti allo stesso tavolo e con quel tipo di interazione fisica che stiamo avendo io e te in questo momento ma attraverso le tecnologie di riproduzione di una realtà virtuale. 

Ci consigli qualcuno da leggere o seguire?

Vi consiglio un personaggio: Matthew Ball. E in particolare segnalo un audio chat, di fatto un podcast, con Mark Zuckerberg grazie a cui si possono approfondire le prospettive del metaverso. Ma anche il suo libro The metaverse che rappresenterà secondo me una pietra miliare in termini di divulgazione e diffusione della conoscenza di una tecnologia il cui nome è molto utilizzato ma di cui non sempre si capiscono i contorni nel dibattito pubblico. 

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