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Modello Nato per l’Ue e Mediterraneo. Le priorità di Crosetto

La speranza per i 27 è “che si trovi un’unità anche sotto l’aspetto militare”, ha dichiarato il ministro. Cavi e gas dimostrano l’importanza di un focus sul Mare Nostrum. E con la Francia…

“L’ambizione è che l’Europa smetta di fare un percorso a singhiozzo in molti settori. La speranza è che si trovi un’unità anche sotto l’aspetto militare, naturalmente ci sono delle difficoltà. Mettere insieme 27 organizzazioni militari diverse, con burocrazie, lingue e scuole di preparazione diverse, non è semplice”. È quanto ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, intervenendo in videoconferenza a Siracusa al meeting “Sicilia, Mediterraneo Europa”, organizzato dall’associazione Incontri a Siracusa. Al dibattito, moderato da Tom Kington, corrispondente Times e Defense News, hanno preso parte Matteo Bisceglia, direttore generale di Occar, Michele Nones, vicepresidente dell’Istituto Affari internazionali, Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della Difesa.

VERSO LA SOVRANITÀ EUROPEA?

“Non possiamo pretendere”, ha aggiunto Crosetto, “di avere la bacchetta magica, occorre muoversi iniziando a costruire un percorso comune in modo che tutti i corpi militari di ciascuno Stato possano dialogare. Abbiamo, però, un metodo con cui ci siamo organizzati negli anni che si è concretizzato con la Nato, con Stati diversi che hanno trovato un linguaggio unico”, ha spiegato. Dunque, c’è un modello di riferimento. “Il percorso è difficile, ma necessario se si vuol mantenere una sovranità europea in settori che sono fondamentali. Ogni nazione europea, tra cui la Germania, è troppo piccola per sobbarcarsi il peso di investimenti in tecnologia militare. Anche su questo versante è iniziato un percorso, ma è la strada che va battuta”, ha proseguito.

FOCUS MEDITERRANEO

Il ministro Crosetto ha poi raccontato della sua telefonica con l’omologo francese Sébastien Lecornu. “Uno dei temi affrontati è la possibilità per le nostre Marine militari di cooperare sempre di più sul Mediterraneo”, ha spiegato. “Pensiamo alle enormità di cavi, per non parlare del gas che transita nel Mediterraneo, per cui non possiamo permetterci eventi come quello accaduto al Nord Stream. Ormai, viviamo in un mondo diverso e questo ci impone una rivoluzione culturale per adeguarci ai cambiamenti e il Mediterraneo va difeso. Il Mediterraneo è una priorità per l’Italia che deve riscoprire il suo ruolo con l’Africa e con gli altri Paesi che sono a Ovest e a Est”.

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