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“A fianco del coraggio”, Roche premia gli uomini che sostengono le donne

Di Michela Marchini

Uomini che raccontano (attraverso un cortometraggio) la loro vita accanto a donne affette da tumore. È #afiancodelcoraggio, il Premio ideato da Roche e che ha visto la partecipazione dei ministri Schillaci e Sangiuliano. Il miglior racconto diventerà un film

Uomini che raccontano la loro esperienza e la loro vita al fianco di donne affette da tumore. “A fianco del coraggio” è il premio letterario ideato e realizzato da Roche, giunto alla quinta edizione. Protagonisti dell’evento, all’interno del complesso di Santo Spirito in Sassia, il ministro della Salute Orazio Schillaci e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, oltre a Gianni Letta e a tanti ospiti di rilievo tra medici, esperti di cinema e giornalisti.

È stata anche l’occasione per festeggiare i 125 anni di storia e di presenza di Roche in Italia. “Una grande famiglia che in questi anni si è dedicata all’attenzione verso le persone, alla cura, alla ricerca e all’innovazione. Con #afiancodelcoraggio cambiamo la lente attraverso cui guardare la malattia” ha spiegato il presidente e amministratore delegato di Roche Italia Maurizio de Cicco.

Chi sono i caregiver

Si tratta di un’iniziativa in rosa, i cui protagonisti sono però uomini che hanno vissuto accanto a una donna con una malattia oncologica e che vengono invitati a raccontare la propria storia. Nel corso dell’appuntamento è stato proiettato il cortometraggio “Un bagaglio leggero” tratto dal racconto di Maurizio Porcu, vincitore del premio.

“Oggi siamo grati di quello che ci insegnate con le vostre storie” ha tenuto a dire attraverso un video il ministro della Salute Schillaci. Il potere fondamentale del linguaggio cinematografico è stato invece ricordato dal ministro Sangiuliano, poiché “capace di veicolare messaggi ad alto valore sociale e coniugare la simbiosi tra la cura dell’animo e la cura del corpo”.

“Grazie alla sensibilità di Roche, ci prendiamo cura di chi a sua volta, si prende cura di una donna affetta da un male terribile e l’accompagna in questo viaggio di sofferenza, molte volte, fortunatamente, verso la via della salvezza”, ha aggiunto Gianni Letta, che in qualità di presidente della Giuria, ha premiato il vincitore.

Così i cosiddetti caregiver sono “partner, amici, fratelli, padri o figli che accompagnano donne malate nel percorso di cura e che sono testimoni diretti e narratori del loro coraggio e della loro forza nell’affrontare le difficoltà e i traguardi della vita quotidiana” ha detto Roberta Volpini, direttrice generale dell’Asl Roma 1.

Dal cortometraggio al film

Il racconto vincitore del concorso diventerà un prodotto cinematografico grazie alla partnership con Anica Academy Ets, l’alta scuola di specializzazione in cinema, audiovisivo e media entertainment. “I ragazzi della scuola aiutano a tradurre queste storie in realtà con i mezzi della video-contemporaneità” ha spiegato il presidente dell’Academy, Francesco Rutelli.

L’obiettivo è di diffondere un messaggio positivo e di sensibilizzare la comunità attraverso la cinematerapia che, come ha affermato Marina Morra, manager di MediCinema Italia Onlus “porta le persone a raffrontarsi immediatamente con il problema, instaurando un processo cognitivo più veloce”. “È stato dimostrato scientificamente come il cinema sia curativo dal punto di vista psicologico e aiuti ad alleviare le sofferenze, portando un effettivo benefico nel percorso di cura” ha aggiunto Giampaolo Letta, vicepresidente e Ad di Medusa Film. Sarebbe infatti questa la ragione che ha portato Medusa a sposare fin da subito l’iniziativa promossa da Roche.

“Mi sembra di stare in nave”, il racconto vincitore 

Dopo la presentazione dei tre racconti finalisti, selezionati tra 58 partecipanti, “Mi sembra di stare in nave” di Maurizio Porcu si è aggiudicato la vittoria. Una storia toccante in cui la malattia della figlia del protagonista è paragonata ad un viaggio in nave, a volte tempestoso e turbolento e a volte sereno: “sembra di stare in cabina, ma poi apri gli occhi e sei nel corridoio dell’ospedale, con quel rumore di nave Livorno-Olbia. Ogni tanto si apre una porta e passa qualcuno, al posto della salsedine senti l’inquietudine. (…) Adesso passano quelli delle pulizie, come in nave. Richiudo gli occhi e mi chiedo quanto durerà questo viaggio, il mare sembra calmo, la quiete dopo la tempesta è arrivata quando si è sentita la parola tumore”. Lo spot andrà in onda nei circuiti cinematografici partner dell’iniziativa e sulle reti Mediaset.

A conclusione della serata è stata anche lanciata la sesta edizione del Premio. Appuntamento all’anno prossimo con nuove storie.


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