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Come contrastare l’antibiotico-resistenza. I consigli di Mandelli

Di Andrea Mandelli

L’antibiotico-resistenza è, a tutti gli effetti, una “pandemia nascosta” ma non inevitabile, in quanto strettamente correlata ad abitudini e comportamenti scorretti dei singoli. Una sfida che sollecita l’impegno dei decisori politici e dei professionisti sanitari ad intensificare gli sforzi per migliorare l’appropriatezza prescrittiva. L’intervento di Andrea Mandelli, presidente Fofi-Federazione Ordini Farmacisti Italiani, in occasione della Giornata europea di sensibilizzazione degli antibiotici

Gli antibiotici sono una delle conquiste fondamentali della ricerca medica che rischiamo di compromettere. Il prossimo 18 novembre ricorre la Giornata europea degli antibiotici promossa dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, e collegata alla Settimana di sensibilizzazione sugli antibiotici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Entrambe le iniziative sono volte a incoraggiare un uso corretto e consapevole di questi farmaci e contrastare l’antibiotico-resistenza, uno dei fenomeni che più destano preoccupazione a livello globale, cresciuto in modo costante ed allarmante negli ultimi anni per via di un uso eccessivo, e in molti casi improprio, degli antibiotici.

Il rischio è che, di questo passo, a causa della capacità dei batteri di modificarsi imparando a resistere all’attacco dei farmaci, tra qualche anno ci ritroveremo senza strumenti efficaci per combattere le infezioni. Ecco perché è importante utilizzare gli antibiotici correttamente: è una duplice responsabilità, non solo verso se stessi, per curarsi al meglio, ma verso la collettività, per non mettere a rischio la salute di tutti, specialmente di chi è più fragile.

Si calcola nell’Unione Europea si consumino in un anno oltre 10mila tonnellate di antibiotici, tra farmaci per uso umano e veterinario: un dato che non può lasciarci indifferenti, così come quello delle oltre 30mila persone che ogni anno muoiono in Europa a causa di un’infezione da superbatteri resistenti. In Italia, la situazione è particolarmente critica, sia per l’elevato tasso di consumi di antibiotici, sia perché siamo tra i Paesi in Europa con le più alte percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzate in ambito ospedaliero.

L’antibiotico-resistenza è, a tutti gli effetti, una “pandemia nascosta” ma non inevitabile, in quanto strettamente correlata ad abitudini e comportamenti scorretti dei singoli. Una sfida che sollecita l’impegno dei decisori politici e dei professionisti sanitari ad intensificare gli sforzi per migliorare l’appropriatezza prescrittiva – ricordiamo che circa il 70% del consumo totale di antibiotici ad uso sistemico viene erogato in regime di assistenza convenzionata, il 10% nelle strutture sanitarie e poco più del 20% è acquistato privatamente dai cittadini -, ma anche per aumentare la consapevolezza della popolazione sul pericolo legato alla comparsa di batteri resistenti.

Quando si considerano le cause dell’uso scorretto dei farmaci ne emerge costantemente una: la scarsa conoscenza dei medicinali, delle loro indicazioni e della loro azione. Secondo un’indagine del Censis, 1 italiano su 2 ritiene che gli antibiotici siano indicati anche per il trattamento delle infezioni causate da virus, da cui deriva un consumo improprio durante il periodo invernale, ad esempio per curare l’influenza o il raffreddore. Non è un caso che, secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco, il 50% delle somministrazioni antibiotiche per le infezioni delle vie aeree risulti inappropriato.

Per tutelare l’efficacia degli antibiotici è necessario agire su tre fronti: innanzitutto, promuovere l’uso razionale di questi medicinali dentro e fuori dagli ospedali e a tutti i livelli, tanto nella tutela della salute umana quanto di quella animale, come indicato dalle autorità sanitarie internazionali. Il ministero della Salute, nel nuovo Piano nazionale di Contrasto all’Antibiotico-resistenza 2022-2025 attualmente all’esame delle Regioni, ha ribadito un concetto basilare: per arginare l’emergenza dell’antibiotico-resistenza è indispensabile un approccio One Health fondato sulla stretta integrazione tra settori umano, veterinario e ambientale, anche alla luce dell’esperienza che ci ha lasciato la pandemia Covid-19.

Inoltre, è necessario supportare la ricerca di nuove molecole e di nuovi approcci alla lotta contro le infezioni, e migliorare l’informazione ai cittadini, invitandoli a chiedere consiglio, non a Google ma a un professionista della salute, prima di assumere qualsiasi medicinale.

I farmacisti impegnati sul territorio sono quotidianamente in prima linea in quest’opera di educazione sanitaria volta a favorire un uso consapevole degli antibiotici, come di tutti i prodotti farmaceutici: disincentivando il fai-da-te, aumentando la consapevolezza di come per la gran parte dei disturbi più comuni il ricorso a questi farmaci sia inutile oltre che dannoso, e ancora sensibilizzando rispetto all’adozione di buone pratiche di prevenzione per ridurre il rischio di infezioni. Non dimentichiamo che lavarsi le mani resta un gesto semplice che può salvare la vita.

 

 

 

 

 

 

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