Nonostante la centralità politica acquisita, in questi anni il comitato sull’intelligence non ha mai perso la forza dei voti all’unanimità riconoscendo il valore dell’interesse nazionale e del comparto. Continuerà su questa strada? Tra i primi dossier c’è quello che riguarda gli aiuti militari all’Ucraina
In questi anni, nonostante la centralità politica acquisita (la visibilità che alimenta le polemiche, e viceversa) il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica non ha mai perso la sua forza. Cioè i voti all’unanimità, un riconoscimento del valore dell’interesse nazionale e della necessità/opportunità di proteggere e valorizzare un comparto essenziale per la democrazia italiana.
LA COMPOSIZIONE
In attesa della convocazione della prima seduta per l’elezione del presidente, ecco chi sono i dieci membri del Copasir. Come prevede la legge, cinque membri sono della maggioranza e altrettanti dell’opposizione, cinque dalla Camera e altrettanti da Senato. La presidenza spetta all’opposizione, trattandosi di un organo di controllo. Per la sua elezione serve la maggioranza assoluta. Dunque, l’opposizione dovrà trovare almeno un voto tra i rappresentanti della maggioranza, se non di più nel caso in cui non si presentasse compatta su un nome.
LE SCELTE DELLA MAGGIORANZA…
Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che esprime anche l’Autorità delegata con il sottosegretario Alfredo Mantovano, è rappresentata da due deputati, Giovanni Donzelli e Angelo Rossi, e da un senatore, Andrea Augello. I primi due sono rispettivamente responsabile nazionale organizzazione e responsabile dell’ufficio elettorale, due figure centrali nella macchina del partito. Il terzo, già sottosegretario alla Pubblica amministrazione e l’innovazione nell’ultimo governo Berlusconi, ha aderito a Fratelli d’Italia con il suo movimento Cuori Italiani nel 2018 per rilanciare la destra non leghista assieme ad altri esponenti di quell’area come Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, e il deputato Alfredo Antoniozzi. Con tre esponenti, Fratelli d’Italia potrebbe rivelarsi decisiva per l’elezione del presidente, specie se i partiti di opposizione non trovassero un accordo.
La fu Lega Nord è fuori dal Copasir, con l’uscita dell’ex presidente Raffaele Volpi in rottura con il leader Matteo Salvini e la mancata rielezione di Paolo Arrigoni, membro del comitato nella precedente legislatura e molto attivo in particolare sulle questioni energetiche. Entra, invece, la Lega per Salvini Premier, con il senatore Claudio Borghi, il cui euroscetticismo ha segnato una lunga fase del partito, che anche recentemente ha definito un “grave errore” le sanzioni alla Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina.
Forza Italia ha indicato Licia Ronzulli, capogruppo al Senato e fedelissima del leader Silvio Berlusconi e plenipotenziaria a Palazzo Madama.
… E QUELLE DELL’OPPOSIZIONE
Guardando all’opposizione, invece, ci sono tre ritorni al Copasir. Il Partito democratico ha indicato l’onorevole Lorenzo Guerini, presidente del comitato all’inizio della scorsa legislatura prima di diventare ministro della Difesa, ed Enrico Borghi, che di Guerini aveva preso il posto occupandosi di temi cruciali come le penetrazioni russa e cinese in Italia.
Torna in pianta stabile al Copasir dopo quattro anni Ettore Rosato, deputato di Azione-Italia Viva, che in queste settimane ha fatto parte del Copasir provvisorio (mai riunitosi) nella transizione tra la scorsa legislatura e quella attuale.
Capitolo Movimento 5 Stelle. Nei giorni scorsi Giuseppe Conte aveva dichiarato che “la mia forza politica”, cioè il partito di cui è lui stesso presidente, “mi ha chiesto di far parte del Copasir”. Ha vantato il fatto che “da presidente del Consiglio in due governi, ho avuto anche la responsabilità dell’attività d’intelligence, e quindi diciamo sono diventato un esperto nel campo della sicurezza nazionale e internazionale”. Ma alla fine “ho rifiutato”, aveva aggiunto. Conte aveva prima attaccato alcune figure nel Partito democratico come Guerini criticando gli aiuti militari all’Ucraina. Successivamente, aveva tentato di convincere il Partito democratico facendo il nome di Francesco Boccia, senatore dem già ministro per gli Affari regionale nel governo Conte II. Bocciato su Boccia, ha poi chiesto un “un segnale di rinnovamento” all’interno del comitato. Infine, ha tentato la carta dell’antimafia indicando per il Copasir l’ex magistrato oggi senatore Roberto Scarpinato e il deputato Marco Pellegrini, che nella scorsa legislatura è stato membro della Commissione parlamentare antimafia.
L’INTERESSE NAZIONALE
Dagli interventi normativi fino alle tante relazioni, a prescindere dal colore politico del presidente, il Copasir ha sempre preso delle decisioni assunte all’unanimità la sua cifra. Continuerà su questa strada anche nella sua nuova composizione, a partire da uno dei dossier centrali e più spinosi, cioè quello degli aiuti militari all’Ucraina?