Nell’ottica di uno sforzo integrato per contenere i danni del cambiamento climatico, gioca un ruolo rilevante l’innovazione tecnologica: sostenibilità e trasformazione digitale sono diventati i driver predominanti dei processi innovativi, impattando profondamente su tutti i campi dell’attività umana, dalle abitudini del quotidiano alle modalità di produzione e consumo. Il commento di Michelangelo Suigo, direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit
Una Conferenza importante, ma anche tra le più difficili degli ultimi anni, quella delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si sta svolgendo a Sharm el-Sheikh.
Risultano lontanissime dal raggiungere l’obiettivo le promesse dei governi di limitare la crescita della temperatura media globale sino a un massimo di 1,5°C. Anche rispettando gli intenti, l’aumento sarebbe comunque di 2,5°C. “Il nostro pianeta si sta avvicinando rapidamente a punti critici che renderanno il caos climatico irreversibile”, ha affermato il Segretario generale dell’Onu, António Guterres. Obiettivo minimo di Cop27 è quindi colmare il divario tra ambizione e azione, attuando senza ulteriori indugi l’Accordo di Parigi del 2015 (Cop21) e gli impegni della comunità internazionale in materia climatica.
Se i leader dei 196 Paesi (con assenze pesanti) hanno l’obbligo di superare l’impasse post Cop26 di Glasgow, vincendo le resistenze dei Paesi più restii ad un forte contrasto al cambiamento climatico, il mondo imprenditoriale arriva a Sharm el-Sheikh con ben altre prospettive. Il summit del 2021 in Scozia, infatti, ha visto le aziende e i grandi player finanziari mobilitarsi per realizzare modelli di business sempre più sostenibili, con un commitment elevato.
Le imprese sono in grado di giocare un ruolo cruciale nella sfida per il clima ed è necessario che a guidare il cambio di passo, siano soprattutto quelle che operano nei Paesi del G20. A fianco di incentivi pubblici per lo sviluppo di politiche industriali sostenibili, si devono creare le condizioni affinché tali politiche si sviluppino naturalmente all’interno delle logiche di mercato. Solo in questo modo si potrà contribuire ad innescare un cambiamento interno ai Paesi più scettici, trainando le loro imprese su mercati che siano intrinsecamente sempre più sostenibili.
Rilevante la proposta del Global Compact delle Nazioni Unite, l’iniziativa per la sostenibilità d’impresa più ampia al mondo, pensata per Cop27 ed articolata su tre punti: accelerare la riduzione delle emissioni, garantire una “giusta transizione” verso un’economia net-zero e adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. Tre pilastri che devono essere considerati come elementi permeabili, capaci di interagire in uno sforzo integrato e universale mirato a raggiungere le condizioni essenziali per una crescita economica sostenibile, inclusiva e in grado di creare valore nel lungo periodo.
Nell’ottica di uno sforzo integrato per contenere i danni del cambiamento climatico, gioca poi un ruolo rilevante l’innovazione tecnologica: sostenibilità e trasformazione digitale sono diventati i driver predominanti dei processi innovativi, impattando profondamente su tutti i campi dell’attività umana, dalle abitudini del quotidiano alle modalità di produzione e consumo. Appare così evidente che le due grandi trasformazioni del nostro secolo vadano affrontate con un’unica visione strategica perché la sostenibilità (ambientale, economica, sociale) non può fare a meno del supporto delle tecnologie digitali.