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Elezioni di Midterm, i primi risultati e i seggi ancora in ballo

Bene, ma non benissimo per i repubblicani che lottano all’ultimo seggio con il Partito Democratico per il controllo del Congresso. Per il Senato forse bisognerà aspettare fino a dicembre…

Manca ancora il risultato finale delle elezioni di Midterm negli Stati Uniti, ma è già certa la mancanza di un’onda rossa, cioè la vittoria schiacciante del Partito Repubblicano. I risultati di Stati sono ancora aperti e i repubblicani hanno conquistato fino ad ora cinque seggi che erano del Partito Democratico alla Camera.

Il controllo del Senato resta ancora in bilico. Per conoscere lo scenario definitivo si dovrà probabilmente attendere il ballottaggio del 6 dicembre, giacché nel seggio della Georgia è da ore testa a testa tra i due candidati in corsa. I risultati definitivi potrebbero ritardare giorni o anche settimane. Questo perché il sistema elettorale decentralizzato degli Stati Uniti prevede normative diverse per ogni Stato.

C’è però chi si azzarda alcuni pronostici. Secondo la Cbs, i repubblicani otterranno la maggioranza alla camera bassa del Congresso. Hanno bisogno di conquistare ancora pochi seggi in mano al Partito Democratico. Ma i conti sono più complessi per il Senato, che rinnova un terzo dei suoi membri, con alcune corse in pareggio.

Al Senato, prima del voto, la divisione era 50-50. La vicepresidente Kamala Harris può sbloccare il pareggio perché ha il diritto al voto quando si presenta questa situazione. I risultato in Arizona, Nevada e Georgia potrebbero cambiare gli equilibri.

Sebbene un solo risultato non segni un’elezione, il quadro in Pennsylvania aumenta la speranza dei democratici. La vittoria di John Fetterman al Senato, per esempio, fa recuperare ai democratici un seggio. Invece la Florida, un tempo terreno di contesa, è diventato regno dei repubblicani con il trionfo del governatore Ron DeSantis. Ci sono anche altre vittorie storiche: in Massachusetts, Maura Healey è diventata la prima governatrice lesbica e in Florida, Maxwell Frost è il primo congressista della generazione Z.

Fino ad ora ai repubblicani va bene, ma non benissimo. Anthony Zurcher, corrispondente della Bbc negli Stati Uniti, riferisce che nella corsa da governatori, repubblicani di alto profilo hanno vinto in Florida, Texas e Georgia, ma altri due governi statali sono passati ai democratici: “I repubblicani dovevano soltanto prendere cinque seggi alla Camera dei Rappresentanti per avere la maggioranza, e sembrano indirizzati a riuscirci”. Tuttavia, il Partito Repubblicano non sta vincendo le corse più in bilico e soprattutto non ha nessuna vittoria netta.

“Come una grande tormenta, una vera onda elettorale può sfollare alcuni politici che si supponeva avrebbero mantenuto i loro seggi. È il momento di aspettarsi sorprese”, si legge nell’analisi della Bbc. E anche se i repubblicani ottengono solo una piccola maggioranza alla Camera, questo chiuderà la porta all’agenda legislativa del presidente Joe Biden nei prossimi due anni, attivando un livello di sorveglianza al Congresso che il capo della Casa Bianca ha evitato fino adesso.

Quali sono le conseguenze di una formazione politica divisa negli Stati Uniti? Alcuni analisti sostengono che questo può essere un vantaggio perché un partito può vigilare sull’altro, ad esempio, controllando la spesa pubblica o bloccando alcuni progetti di legge. Con le Camere divise i legislatori sono costretti a scrivere le leggi con una base di sostegno più ampia, promuovendo la cooperazione e la stabilità politica. Per altri invece la polarizzazione rischia di sprofondare il Paese in uno stallo in cui nessuna legge ha i voti per essere approvata.

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