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Fabrica Floridi – Campioni dello sport nel mondo

Di Karin Piffer

Da dove arriva la potenza sportiva italiana? Quali valori può veicolare fra i giovani? A queste e altre domande hanno risposto delle leggende e professionisti del mondo sportivo nella nuova puntata di Fabrica Floridi dedicata allo sport e ai grandi campioni che lo rappresentano. Alla conduzione il filosofo da Oxford Luciano Floridi

L’Italia nello sport è una vera potenza. Si è visto alle Olimpiadi di Tokyo, agli Europei di atletica e di nuoto a Roma. Ai campionati mondiali di pallavolo in Polonia. Essere una potenza nello sport significa avere sane basi nella scuola e nelle università, e infrastrutture potenti e diffuse. Da noi è così? Da dove arriva la potenza sportiva italiana? Quali valori può veicolare fra i giovani? A tutte queste domande e molte altre, hanno risposto delle leggende e professionisti del mondo sportivo nella puntata di Fabrica Floridi dedicata allo sport e ai grandi campioni che lo rappresentano. Alla conduzione il filosofo da Oxford Luciano Floridi, che ha ascoltato e commentato le risposte degli ospiti: Ferdinando De Giorgi (detto “Fefé”), allenatore della Nazionale Italiana Pallavolo, il velocista Filippo Tortu, medaglia d’oro nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Tokio 2020, Alessandro Campagna, allenatore della Nazionale di pallanuoto vincitrice World League 2022, Mike Maric, campione mondiale di apnea, medico specialista, professore presso l’Università di Pavia, Maurizio Milan, Amministratore Delegato Salernitana Calcio, Sibyl von der Schulenburg, scrittrice del libro “A muso duro”, Giulia Ghiretti, nuotatrice paralimpica, vincitrice di medaglie internazionali tra Paralimpiadi, Mondiali ed Europei, Antonio Rossi, politico ed ex canoista italiano, campione olimpico e mondiale nel kayak velocità, Max Calderan che detiene oggi quattordici record mondiali di esplorazione desertica e Manuela Ronchi, ideatrice di Champions for Change e Sport Social Responsibility.

Su Formiche.net da lunedì 14 novembre in streaming 

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Che l’Italia eccelle nello sport, si vede in primis dai risultati. Secondo Filippo Tortu, quello che fa la differenza, sono innanzitutto le persone, gli atleti, i dirigenti, gli allenatori e i tecnici che ci invidiano in tutto il mondo. Eppure, come ha messo in luce l’atleta, spesso erroneamente, si guarda all’estero, come se tutto lì funzionasse alla perfezione, e fosse il nostro Paese ad essere mancante. Uno sguardo fuori, però, si potrebbe lanciare ad alcune Università, che Oltreoceano, in Inghilterra e in alcuni contesti europei, sembrano dedicare maggiore attenzione alle discipline sportive: “rispetto al mondo anglosassone – ha sottolineato Maurizio Milan -, o meglio americano, dove già nelle High School c’è una pratica sportiva molto diffusa, e si dà un valore sociale e di educazione allo sport, e a quello che lo sport può dare nella crescita della persona, ahimè in Italia viene visto come elemento secondario”.

Da questa riflessione il suo augurio che si possa sviluppare una congiunzione più fitta tra il mondo sportivo e quello della scuola, già nelle prime fasi d’istruzione. Potersi dedicare all’attività sportiva fin da piccoli, infatti, è fondamentale. Perché lo sport è innanzitutto uno strumento di trasmissione di valori educativi, come l’inclusione sociale, la lotta al pregiudizio e il rispetto dell’altro, come evidenziato dall’atleta paralimpica Giulia Ghiretti: “Lo sport non ti fa vedere la disabilità, nello sport paralimpico si vede la competizione. Certo, ci sono storie e persone, ma quando si è in vasca o in campo, si è lì per competere.”, e dall’ad Milan che, riferendosi al calcio, ha riportato come vengano “usate” progettualità sportive per combattere la discriminazione e il gender gap: “un punto di soddisfazione c’è stato nel vedere recentemente la prima donna arbitro in Serie A. È vero, c’è tanta strada da fare, ma non siamo un fanalino di coda”.

Sport come percorso valoriale, che gratifica, e allo stesso tempo responsabilizza. L’allenatore Ferdinando De Giorgi, richiamandosi al suo libro “Noi Italia pallavolo”, ha suggerito che la sfera della responsabilità può essere racchiusa in quella dell’appartenenza. Rappresentare il proprio Paese quando si indossa una maglia, è un onore e un piacere, ma deve essere anche una grande presa di coscienza del suo significato. Nel caso del velocista Tortu, ad esempio, indossare la maglia italiana nelle competizioni lo spinge a dare il massimo, a correre sempre più forte, oltre ovviamente ad essere un’emozione indescrivibile. Emozioni che spesso non sono facili da gestire, ma che possono essere controllate, come ha raccontato il campione di apnea Mike Maric, che, in prima persona, attraverso la sua esperienza e la gestione del respiro, è riuscito a migliorare (e a far migliorare) le prestazioni mentali, le performance sportive stesse e la gestione dell’ansia. Valori morali, responsabilità, ma anche valorizzazione del territorio.

Alessandro Campagna, ha sottolineato la sinergia tra sport e turismo: “Studi scientifici dimostrano che il turismo sportivo aumenta il Pil del Paese”. E con chi afferma che la politica e il Governo del territorio non sembrano credere fino in fondo nell’importanza dello sport, Antonio Rossi, politico ed ex canoista, non si trova molto d’accordo, affermando che va fatto ancora tanto, che le risorse non sono moltissime, ma che parecchie Istituzioni si stanno impegnando ad incentivarlo. Una grandissima opportunità per l’Italia, e non solo per le Regioni coinvolte, saranno i Giochi Olimpici 2026, un’occasione per attuare, come suggerito da Rossi, un “Piano Marshall” sullo Sport. In chiusura, l’esploratore Max Calderan, raccontando le sue magiche esperienze, come la traversata in solitaria per 1.100 km del deserto di Rub’ Al Khali in Arabia Saudita e l’apertura della Calderan Line, ha lanciato il suo messaggio: “non smettiamo mai di essere curiosi, di esplorare, di voler conoscere anche le altre facce della medaglia, di avere sete di conoscenza, perché solo così si permette un’evoluzione del mondo e delle persone stesse”.

Inoltre, la scrittrice Sibyl von der Schulenburg ha presentato il progetto filantropico “A muso duro”, libro i cui ricavi della vendita saranno devoluti a “Gli Amici di Genny” e serviranno ad acquistare delle carrozzine elettroniche autobilancianti su due ruote, come quella già acquistata a Giulia Ghiretti. Infine Manuela Ronchi e l’iniziativa “Champions for Change”, il primo movimento di Sport Social Responsibility, per raccontare storie di sport attraverso i social e i media analogici.

La puntata di Fabrica Floridi sarà visibile in streaming da lunedì 14 novembre sul sito di Formiche.net, Forbes.it e su nuvolaverde.eu, la piattaforma della comunicazione responsabile realizzata in collaborazione con BFC Media e con il magazine tv&web Siamo Jedi, visibile su BFC Forbes (Sky 511, TvSat61 e DT 260) e in streaming su bfcvideo.com e stream24.ilsole24ore.com. Partner di Fabrica Floridi è Generali Italia. Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Action Agency e Dario Ferrante, e in collaborazione con Formiche. Il web show è condotto dal filosofo di Oxford University e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Luciano Floridi, e propone incontri con i personaggi al vertice delle realtà istituzionali e di impresa che hanno grande influenza sui temi fondamentali del cambiamento tecnologico. Fuori campo, a scandire tempi e modi della narrazione il presidente di Nuvolaverde, Enzo Argante. La regia è di Giuseppe Scutellà (Teatro PuntozeroBeccaria). In redazione gli Jedi di Parma e Nuvolaverde (Karin Piffer, Ginevra Montano, Alma Radaelli, Ettore Basilico), di Punto Zero Beccaria (Alex Simbana, Enea Pablo Zen, Federico Frascella), di Fondazione Margherita Hack (Noemi Narcisi) e i giornalisti sociali della redazione de Il Bullone (Michele Tedone). La produzione di Fabrica Floridi è coordinata da Lisa Mazoni del Teatro Puntozero Beccaria con i ragazzi dell’area penale interna ed esterna IPM e USSM Cesare Beccaria di Milano: Vanessa Costa, Federico F. Davide R. Mattia Romeo, Alex Simbana, Alessandra Turco, Enea Pablo Zen.

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