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Varsavia nel conflitto russo-ucraino. Parla il portavoce del ministro degli Esteri

Di Giulia Gigante

La Polonia è ancora scossa dal missile che ha ucciso due persone nell’est del Paese, ma il governo è riuscito a mantenere il sangue freddo e la situazione sotto controllo. Łukasz Jasina, portavoce del Ministro degli Affari Esteri polacco, è nato e cresciuto a pochi chilometri da Przewodów, e parla di come il suo governo sta affrontando l’invasione russa

Dopo il missile che ha provocato due morti, la Polonia è ancora sotto shock. Deputati e funzionari pesano le parole e trattengono i toni incendiari che possono minare il delicato equilibrio della guerra. Ma Łukasz Jasina, portavoce del Ministro degli Affari Esteri polacco, accetta di rispondere ad alcune delle nostre domande, senza tradire le direttive governative che impongono riservatezza e cautela.

Diciamo che l’incidente avvenuto martedì sera smantella alcuni luoghi comuni. Una parte della stampa estera accusa Varsavia di soffiare sul fuoco della propaganda anti-Putin, invece il governo polacco ha dimostrato di saper gestire una situazione alquanto delicata evitando un cataclisma. Cos’è successo veramente?

Quanto è avvenuto martedì a Przewodów mi ha colpito particolarmente, poiché sono nato e cresciuto a pochi chilometri da lì. Non posso rivelarvi molto, dato che gran parte delle informazioni che possediamo sono coperte dal segreto di Stato. Posso affermare, però, che abbiamo saputo mantenere la situazione sotto controllo. Sapete, in questo momento, non è affatto facile vivere nell’Europa dell’est. C’è una paura generale verso la minaccia proveniente da Mosca e questo rende tutto più instabile. L’aggressione russa a scapito dell’Ucraina è il casus belli, o meglio la conseguenza, di quanto avvenuto martedì. Ecco perché il mio Ministro ha convocato l’Ambasciatore russo dopo la tragedia.

Nonostante i toni e la tensione si siano attenuati, la Polonia fornisce una base per l’addestramento dei soldati ucraini (a Wedrzyn) e incrementa la propria spesa militare. Lei cosa risponde a chi dice che un negoziato di pace sia molto più utile che un continuo invio di armi all’Ucraina?

La Russia non vuole giungere a una mediazione pacifica, almeno non ora. Sono concentrati in attacchi costanti. Se vuoi la pace, devi avere un esercito in grado di difendere i tuoi cittadini ed è questa è la nostra linea: sostenere l’Ucraina e creare un esercito polacco più grande e più attrezzato. Quando la nostra posizione sarà più forte, la Russia sarà più incline a negoziare.

Tutta l’Europa si è stretta attorno alla Polonia esprimendo vicinanza e solidarietà. La Germania, ovviamente, ha fatto lo stesso. Questa può essere l’occasione giusta per riallacciare i rapporti con Berlino, deteriorati ancora di più dalla richiesta presentata dal governo polacco in merito alle riparazioni di guerra?

Siamo sempre pronti a rafforzare il nostro rapporto con la Germania, ma il problema è l’Unione Europea. Il governo tedesco non sostiene l’Ucraina né le sue vittime. Tuttavia, spero che la situazione possa volgere per il meglio. I legami con Berlino rimangono forti e questo è un segnale per i nemici dell’Europa.

Poco prima dell’attacco missilistico, Szymon Szynkowski vel Sęk, Ministro degli Affari Europei, ha sottolineato a Bruxelles “i limiti da non oltrepassare”, alludendo allo stato di diritto. Questo scontro con l’Unione Europea sembra non finire mai. Anche perché l’opposizione ha presentato una mozione di sfiducia contro il Ministro Ziobro, colpevole, secondo i progressisti, di fungere da ostacolo tra la Polonia e i fondi europei, vitali per la ricostruzione del post-pandemia.

 Mi pare evidente che da parte nostra vi sia tutta la disponibilità a costruire un serio dialogo con le istituzioni dell’Ue. Non so come andrà a finire, ma confido in una soluzione comune.

Sempre i progressisti europei hanno accusato il governo polacco di attuare una politica migratoria altamente discriminatrice; gli ucraini sono i benvenuti, mentre i bielorussi vengono respinti.

 Consideriamo le relazioni europee e internazionali una cosa molto seria e nessun partito, di qualsiasi orientamento esso sia, direbbe mai pubblicamente una cosa del genere. Almeno, lo spero…anche per il futuro.

Oggi la Polonia è un interlocutore privilegiato del governo Meloni. Quali sono i dossier sui quali Polonia e Italia possono lavorare fin da subito?

Collaborare con l’Italia significa onorare la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro. Dobbiamo lavorare congiuntamente su focus come l’interscambio, i legami culturali e il nostro ruolo all’interno dell’Ue. Siamo molto onorati che il presidente Meloni condivida e rappresenti la posizione polacca sul conflitto russo-ucraino.


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