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Dov’è Jack Ma. Gli indizi che portano a Tokyo

Acque termali, club privati e disegni con l’acquarello. La vita del fondatore di Alibaba, lontano dalla repressione del governo cinese e le limitazioni della politica zero Covid, raccontata dal Financial Times

Dopo essere scomparso dalla vita pubblica, Jack Ma, fondatore di Alibaba, sarebbe andato in Giappone per trascorrere sei mesi lontano dalle pressioni del governo cinese sul settore tecnologico. Uno degli uomini più ricchi di Cina avrebbe una casa nel centro della capitale giapponese, secondo il quotidiano Financial Times.

Dopo diversi giri in Spagna e Paesi Bassi, Ma avrebbe scelto il Giappone per fermarsi con la sua famiglia, trascorrendo lunghi periodi tra sorgenti termali e stazioni sciistiche nella campagna fuori Tokyo. Tuttavia, in questo periodo di ozio, all’imprenditore non sono mancati i viaggi negli Stati Uniti e in Israele, per seguire comunque gli affari.

Ma era improvvisamente uscito dalla scena pubblica dopo avere criticato in maniera esplicita il governo di Xi Jinping, colpevole a suo dire di avere una “mentalità da banco dei pegni”, ovvero di limitare il potenziale del settore tecnologico cinese. Da quel momento di grande tensione, le due società fondate da Ma – Ant e il gruppo Alibaba – hanno dovuto affrontare una serie di ostacoli normativi. Tra le penalizzazioni, l’annullamento dell’attesa Ipo in Borsa di Ant per 37 miliardi di dollari.

Ma ha una casa a Hangzhou, una città vicino a Shanghai, dove ha sede Alibaba, ma con la pandemia ha trascorso il tempo tra Spagna, Paesi Bassi e infine in Giappone per sfuggire alle limitazioni imposte dalla politica zero Covid in Cina. “Ha mantenuto un profilo basso durante il suo soggiorno a Tokyo, portando con sé il suo chef personale e la sicurezza e riducendo al minimo le sue attività pubbliche”, si legge sul Financial Times.

L’area di svago del creatore di Alibaba si concentrerebbe in pochi club privati, tra cui uno nel cuore del quartiere Ginza di Tokyo e un altro nel distretto finanziario di Marunouchi, di fronte al Palazzo Imperiale. “L’esclusivo club con sede a Ginza è diventato un luogo sociale affollato ma discreto per ricchi cinesi che si sono stabiliti a Tokyo o sono in visita prolungata”, spiega il Financial Times.

Ma sarebbe anche diventato un collezionista entusiasta dell’arte giapponese, dedicandosi alla pittura ad acquerello. Non tutto però è svago. L’imprenditore dedicherebbe del tempo anche all’espansione degli interessi commerciali nel campo della sostenibilità.

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