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Lezioni dalle midterm secondo gli strateghi repubblicani

Il significato dei risultati delle midterm, il ruolo dei “latinos” e degli italoamericani, le relazioni transatlantiche e il rapporto con il nuovo governo Meloni. Giorgio Rutelli, direttore di Formiche.net, dialoga con Tim Phillips, Roberto Masiero e Cesar Grajales

Il significato dei risultati delle midterm, il ruolo delle comunità latinoamericane e italoamericane, le relazioni transatlantiche e il rapporto con il nuovo governo Meloni. Giorgio Rutelli, direttore di Formiche.net, dialoga con  Cesar Grajales, director of Public affairs di Libre Initiative, Roberto Masiero, fondatore di Renaissance Evolution, e Tim Phillips, stratega politico e fondatore di Americans for Prosperity, che ha diretto dal 2006 al 2021. Sia Grajales che Masiero hanno partecipato alla campagna elettorale di Midterm come consulenti e fundraiser per candidati repubblicani.

Qui il video integrale dell’evento.

Elezioni di midterm

Tim Phillips non ci gira intorno e ammette che queste elezioni sono state una grossa sorpresa per il Partito Repubblicano, che si aspettava una travolgente vittoria. Tuttavia, ricorda che i Rep hanno preso la Camera e questo sarà sufficiente a fermare le politiche più di sinistra del Partito Democratico. Secondo l’esperto, tre sono i gruppi sociali e demografici chiave da osservare per comprendere le dinamiche di queste elezioni: i professionisti istruiti delle aree suburbane, i Latinos e i colletti blu. Se il primo gruppo, tradizionalmente repubblicano, si è avvicinato ai Dem, per gli altri due gruppi è avvenuto il contrario, una dinamica che andrà molto approfondita.

Donald Trump ha incassato una sconfitta, ma è presto per darlo per spacciato. Tuttavia sono emersi diversi possibili sfidanti per le primarie repubblicane, Ron DeSantis in Florida, Greg Abbott in Texas, Glenn Youngkin in Virginia e Tim Scott in Carolina del Sud. Questi uomini hanno mostrato che la propria ricetta economica e sociale è molto gradita dall’elettorato. In particolare Tim Scott, secondo Phillips, è un candidato a cui prestare attenzione: afroamericano, Scott potrebbe utilizzare la propria intraprendenza per dare uno scossone al partito.

Comunità Latinoamericana

Cesar Grajales ha ricordato come negli Stati Uniti siano ben trenta milioni gli elettori latinoamericani. Ciononostante, non si tratta di un gruppo monolitico, ma le preferenze elettorali variano molto a seconda della zona geografica di residenza. Ad esempio, quelli che vivono in zone di confine come il Texas, hanno particolarmente a cuore il tema dell’immigrazione sicura. Oppure in Virginia, il governatore in carica ha vinto con un grande supporto dei Latinos per avere molto insistito sull’educazione e la libertà di scelta delle famiglie negli indirizzi scolastici. In Florida vive una grande comunità di espatriati dal Venezuela, dalla Colombia e da Cuba, tutte persone in fuga da regimi comunisti, socialisti o comunque violenti. A questi elettori interessano molto i temi legati alla sicurezza, sia quella fisica che quella economica.

A titolo di esempio, la mossa di Joe Biden di eliminare il gruppo di guerriglia colombiana Farc dall’elenco dei gruppi terroristi non è stata presa per niente bene dalla comunità ispanica nel sud della Florida. DeSantis ha conquistato quella comunità grazie alle sue scelte durante la pandemia (in cui ha tenuto aperto molte attività mentre gli stati democratici chiudevano tutto), sulla sicurezza e sulla libertà d’impresa economica. Questo, secondo Grajales, dimostra che se un candidato vuole rivolgersi alla comunità dei latinos basta trovare il messaggio giusto per ottenere risultati, a prescindere dall’affiliazione partitica.

Ulteriore elemento da tenere in considerazione è che se l’agenda democratica si è molto concentrata sulle tematiche legate al cambiamento climatico e all’abbattimento delle emissioni, molti latinoamericani lavorano nel settore dell’energia e vedono quel tipo di impegni come una minaccia ai posti di lavoro.

Comunità Italoamericana

Secondo Roberto Masiero, gli italiani negli Stati Uniti possono essere identificati in due grandi gruppi: gli italoamericani, nati e cresciuti in America da genitori o avi italiani, e gli Italian residents, arrivati negli ultimi decenni. Gli italoamericani vivono e pensano come cittadini statunitensi, hanno un passato preciso e una storia solitamente di fuga dalla povertà, e si concentrano per la maggior parte nel Nord Est degli Usa. Il secondo gruppo è un po’ più eterogeneo e si concentra negli stati del Sud come Florida e Texas, solitamente composto da persone sì in cerca di fortuna imprenditoriale, ma solitamente non in fuga dalla miseria. Tendenzialmente entrambi i gruppi si orientano verso i Repubblicani, ma, secondo Masiero, non è possibile identificare una precisa direzione politica del gruppo.

Messaggi dai risultati elettorali

E’ ancora possibile, perché lo spoglio sta proseguendo in diversi Stati, che i Repubblicani prendano la maggioranza anche al Senato. Il parere di Phillips è che un messaggio a entrambi i partiti emerge da queste elezioni, ovvero che la base elettorale non ha fiducia piena in nessuno dei due partiti, e che questo sia alla base del risultato “equilibrato” ottenuto nelle Midterm. La reazione dei partiti, sempre a suo parere, consisterà nella cooperazione bipartisan su parecchi temi a livello federale, soprattutto nella politica estera. Lo scontro con la Cina e la Russia e il rafforzamento del rapporto con l’Europa saranno temi che raccoglieranno, se non il completo accordo, quantomeno una comunanza di vedute tra le parti nel Congresso.

La domanda cruciale per entrambi gli schieramenti è se possiedano candidati alternativi rispettivamente a Joe Biden e a Donald Trump. Secondo l’esperto, dal lato democratico non ci sono ancora candidati che possano sfidare realmente il presidente in carica, ma è qualcosa che i Democratici dovranno affrontare perché il consenso di Biden è ai minimi storici. Dal lato repubblicano, come detto sopra, ci sono vari nomi che proveranno a correre alle primarie del prossimo inverno, tra i quali Ted Cruz, DeSantis, Tim Scott e altri.

Giorgia Meloni e gli Usa

Robert Masiero afferma di essere ottimista sul rapporto tra Usa e Italia. In passato, sostiene, gli italoamericani sono stati abbastanza dimenticati dai governi italiani, mentre Giorgia Meloni si è impegnata nel farsi conoscere negli Stati Uniti. Non solo con interviste sui media, ma con la partecipazione al Cpac, la Conservative Political Action Conference. In più Masiero esprime grande fiducia nella lunga esperienza internazionale del neo ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Tim Phillips ha aggiunto che le critiche legate alla storia politica dell’attuale presidente del Consiglio non attecchiscono nel popolo americano, che è interessato al futuro e non al passato. Meloni ha dimostrato di essere una leader di fede atlantista e ora Oltreoceano sono tutti curiosi di vedere se riuscirà a portare prosperità economica nel Paese che ha un così profondo legame con l’America.


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