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Ora Meloni cerca la sponda tedesca, in attesa del Piano d’azione bilaterale

Dopo le posizioni di Parigi sulla vicenda migranti, Berlino teme l’isolamento di Roma. I primi contatti tra il presidente del Consiglio e il cancelliere Scholz sono stati positivi. Si continua a lavorare sull’accordo avviato da Draghi ma tutto dipenderà dalle politiche identitarie che l’Italia seguirà (o meno)

Alla luce delle tensioni con la Francia, Giorgia Meloni è “convinta di essere nel giusto e ha annotato come un successo il fatto che diversi Paesi, a partire dalla Germania, hanno fatto sapere di non aderire al ‘boicottaggio’ invocato” da Parigi. Lo racconta Repubblica, sottolineando che il presidente del Consiglio ha incassato favorevolmente le parole di Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, che in visita a Roma ha detto che “l’Italia non può essere lasciata sola” ad affrontare l’emergenza migranti. Se ne parlerà al Consiglio Affari europei di lunedì, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha chiesto di mettere in agenda l’emergenza migranti. E anche al G20 di Bali, dove potrebbe tenersi un nuovo incontro informale tra Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron.

“Palazzo Chigi punta molto sulla Germania come sponda per uscire dall’impasse” con la Francia, scrive Repubblica notando i messaggi distintivi dal ministero dell’Interno tedesco. “A Berlino l’irritazione per una vicenda che rischia di isolare l’Italia è palpabile. E il desiderio di chiudere la querelle sui migranti altrettanto”, continua il giornale citando una fonte politica secondo cui i primi contatti tra il cancelliere Olaf Scholz e il presidente Meloni “sono andati molto bene”.

“Il segno tangibile di questa volontà di approfondire i legami è il Piano d’azione tra Italia e Germania concordato da [Mario] Draghi e Scholz”. La firma era prevista in autunno, poi la crisi di governo ha congelato tutto. Ma il lavoro diplomatico continua, come raccontato su Formiche.net nelle scorse settimane. L’iniziativa italo-tedesca non dovrebbe avere la stessa qualità del Trattato del Quirinale, concluso un anno fa tra Italia e Francia, avevamo spiegato. Dovrebbe essere un accordo “più piccolo”, ma al tempo stesso “più specifico”, aveva spiegato la Faz. Nel testo, come scrive Repubblica, si legge di un “Forum industriale dell’industria” e di un “Forum macroeconomico bilaterale” per discutere di Recovery Plan e di riforme Ue, un “Dialogo strutturato” tra ministeri e sherpa consentirebbe di coordinarsi in vista dei vertici come i G7 o i Consigli Ue e l’intenzione di avviare delle consultazioni Difesa-Esteri per consolidare strategie comuni e progetti industriali.

“Tutto dipenderà, però, dalla capacità dell’Italia di non ‘esportare la politica identitaria in Europa’, come riassume una fonte governativa”, nota Repubblica. “Insomma, di archiviare posizioni che rischiano di isolare il nostro Paese”. Proprio come scrivevamo su Formiche.net sottolineando i timori tedeschi di orbanizzazione dell’Italia, che potrebbe mettere a repentaglio la collaborazione europea.

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