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Ecco perché non sappiamo ancora chi ha vinto le elezioni americane

Una profonda divisione dell’elettorato e gare molto più serrate ritardano la comunicazione del risultato finale. Capire chi vincerà in Oregon, Washington, Nevada, Colorado e Arizona potrebbe richiedere giorni

Sono passati tre giorni dalle elezioni di Midterm negli Stati Uniti ma ancora non si conosce chi controllerà le camere del Congresso. Ancora non sono stati contabilizzati i voti per capire quale forza politica guiderà il Senato in Arizona e Nevada. In entrambi gli Stati manca il conteggio di centinaia di schede decisive per determinare chi vincerà.

Perché questo ritardo? Come spiega il quotidiano The Wall Street Journal, la profonda divisione del Congresso e dell’elettorato americano, insieme ad un minor numero di seggi competitivi, hanno reso più difficile ottenere il controllo della Camera negli ultimi anni.

Ci sono dunque più gare serrate così come maggior attesa per i risultati negli Stati dove è necessario più tempo per il conteggio delle schede (incluse quelle che arrivano via posta). Uno scenario che si è presentato nel 2020 e si ripete anche in queste ultime elezioni, dove rimane la corsa aperta in circa tre dozzine di seggi.

“A partire da giovedì sera, i repubblicani hanno vinto 211 seggi alla Camera e i democratici ne hanno vinti 192 – si legge sul Wall Street Journal -. L’aggiunta di due seggi in California, dove solo i Democratici sono al ballottaggio, aumenta il totale di quel partito a 194. Affinché un partito controlli la Camera da 435 seggi, ne servono 218”.

Il Partito Repubblicano sembra vicino a controllare la Camera, giacché hanno ottenuto diversi seggi, soprattutto a New York. Il Partito Democratico ha resistito in Michigan, Virginia e Pennsylvania, il che significa che sarà più difficile raggiungere quel numero magico, 218. “Con un margine più ristretto, l’attenzione ora si sposta sulle gare negli Stati occidentali, dove i concorsi rimangono serrati e alcuni impiegano più tempo per contare i voti”, sostiene WSJ.

Ci sarà dunque un periodo di attesa: “In California, dove cinque seggi sono stati classificati come ’50 e 50′ dal Cook Political Report, i risultati potrebbero arrivare fra giorni o settimane. Alcune sfide particolarmente serrate in Oregon, Washington, Nevada, Colorado e Arizona restano ancora aperte e la fine dello spoglio potrebbe richiedere giorni”.

E com’è la situazione nel Senato? Secondo i dati dell’agenzia Ap, da 100 seggi, i repubblicani hanno ottenuto 49 seggi e i democratici ne hanno ottenuti 48. Poiché i dem controllano la Casa Bianca e c’è il voto decisivo del vicepresidente, possono controllare il Senato vincendo 50 seggi. I repubblicani dovrebbero arrivare a 51.

Con la vittoria del democratico John Fetterman in Pennsylvania, se una delle parti vince entrambi i concorsi del Senato in Nevada e Arizona, il Partito Democratico controllerà la Camera.  Tutta l’attenzione è sull’Arizona e sul Nevada, dove i margini nelle gare del Senato sono vicini e rimangono abbastanza schede da contare che entrambe le parti potrebbero vincere.

Mark Kelly, senatore democratico dell’Arizona, è davanti al repubblicano Blake Masters di circa 5 punti percentuali, con una stima del 71% delle schede contate. In Nevada, il repubblicano Adam Laxalt è in vantaggio sulla senatrice democratica Catherine Cortez Masto di meno di 1 punto percentuale, con l’86% dei voti contati.

Se i margini rimangono stretti, potrebbero volerci giorni – anche una settimana – per conoscere il vincitore in Arizona e in Nevada.

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