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Chi fugge, chi resta, chi ignora. Racconti di russi sulla guerra

Dai sacrifici di chi ha dovuto lasciare la famiglia per sfuggire all’arruolamento, alla rassegnazione di chi aveva amici o parenti in Ucraina, al distacco di chi non percepisce differenze con il passato pre-invasione e si mostra ottimista verso il futuro. Tre cittadini russi raccontano le loro storie a Formiche.net

Dal 24 febbraio 2022, quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina, mi sono sempre chiesto cosa pensassero i cittadini russi di tutta questa vicenda. Ho mantenuto i contatti con amici russi conosciuti in vario modo, e grazie a loro ho potuto intervistare alcune persone. Qui riporto gli estratti più significativi, modificando solamente i dati anagrafici per proteggere le loro identità.

Artyom ha trentanove anni, è originario di Ufa, un’importante centro economico e culturale russo. Fino all’ordine di mobilitazione era dirigente presso un’azienda edile, poi si è nascosto e infine ha lasciato il Paese.

Mi dicevi che l’operazione di reclutamento è stata molto intensa nella tua area

Qui funziona che la polizia fa controlli capillari per strada, nei negozi, sono venuti anche negli uffici. Ti fermano, controllano i documenti e se sei sfortunato ti dicono “presentati domani al centro di reclutamento”, se sei più fortunato hai qualche giorno prima di presentarti. Se decidi di scappare probabilmente vale la pena tentare, ma le prigioni per i renitenti sono luoghi terribili. Io vivo in una zona di periferia che è stata molto colpita dai reclutamenti. Tantissimi nostri muratori venivano da me e mi dicevano “Artyom mi è arrivata povestka (повестка letteralmente: l’ordine), che devo fare?”. Io non sapevo che dire. Ho due figli di dieci e tredici anni, per fortuna sono troppo piccoli per poter essere arruolati.

L’azienda è stata molto danneggiata perché nel giro di qualche settimana ci siamo ritrovati con un terzo degli operai. La nostra classe dirigente è furba, sta reclutando soprattutto le persone degli strati sociali più bassi e nelle regioni più disagiate. Il punto è proprio questo: se hai abbastanza soldi come me puoi andartene e fare una vita dignitosa in un Paese amico, o puoi cercare di corrompere i funzionari militari per farti passare come non abile al servizio, ma gli operai e soprattutto gli immigrati vengono praticamente arruolati a forza.

Hai deciso di lasciare la Russia per non essere arruolato

Io non voglio andare a morire in Ucraina, di questo si tratta. Ti danno un’uniforme e un fucile e ti mandano nella merda. Ci sono quelli che dicono “Cosa sono? Un codardo?” e muoiono dopo tre giorni. So di gente arruolata a cui hanno insegnato a marciare e a sparare con la mitragliatrice in un paio di settimane e poi li hanno spediti in guerra. Ti sembra un addestramento adeguato per andare in guerra?

Per qualche settimana ho vissuto di nascosto in casa di un amico, senza mai uscire. È stato un rischio molto grande per il mio amico, se fosse stato scoperto sarebbe finito in carcere. Adesso mi trovo in Kazakistan. Per fortuna sono riuscito a lasciare abbastanza soldi a mia moglie perché viva normalmente con i miei figli per un paio d’anni.

Naturalmente sono addolorato di aver lasciato la famiglia, ma non temo per la loro incolumità. Io qui sto cercando un lavoro di qualunque tipo e penso che presto lo troverò, anche se devo decidere se restare qui o andare in un altro Paese, perché ho paura che prima o poi la Russia farà un accordo con il Kazakistan per riportare in patria i russi fuggiti qui.

Dove potresti andare?

Non lo so. Pensavo alla Georgia, ma sembra che la situazione si stia mettendo male là per i russi che non sono visti bene. Ci sto pensando.

Cosa pensi del governo russo?

Non voglio parlare di questo.

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Mikhail ha trentacinque anni, è responsabile delle vendite di una società ferroviaria. E’ nato e vive a Ekaterinburg, città incastonata nel cuore della Russia, oltre il versante orientale degli Urali. Ha una figlia di sei anni, e non può essere arruolato nell’esercito per motivi di salute. Gli ho chiesto se avesse rapporti con l’Ucraina prima della guerra.

“Sì certamente. Conosco diverse persone che sono nate lì o cui genitori sono nati lì, è una cosa abbastanza frequente. Poi conosco alcune persone ucraine per motivi di lavoro.”

Cosa hai pensato a febbraio? L’attacco russo era qualcosa di cui discutevi con gli amici?

Sì, ci dicevamo tra di noi che questa operazione sarebbe durata un mese al massimo, ma presto abbiamo capito che non sarebbe stato così. Ricordo che in primavera, era un venerdì sera e stavo bevendo qualche birra con degli amici in cucina a casa mia. In quel momento ho pensato “forse le persone che conosco in Ucraina sono chiuse in una cantina, aspettando che passi il bombardamento”. È una cosa terribile.

È cambiato qualcosa nella tua quotidianità dall’inizio della guerra?

No. Le nostre vite, della mia famiglia, dei miei amici non hanno subito grossi cambiamenti. Certo, economicamente non è la stessa cosa. Non possiamo più comprare alcuni prodotti esteri, questo l’ho visto sia personalmente sia per la mia azienda. Per esempio i telecomandi dei televisori o alcuni componenti elettronici, o le scarpe della Nike. Noi ci scherziamo su, questi sono piccoli problemi. Se pensiamo ai problemi veri nella vita, questi sono scherzi.

Cosa ne pensi di questa operazione militare?

Non ho un’opinione precisa, sono molto indeciso. Sicuramente bisogna smettere di sparare. Bisogna che tutte e due le parti smettano immediatamente di sparare, poi si potrà cominciare a negoziare.

Parli di politica con gli amici?

I miei amici discutono molto di politica, sia di questa crisi che in generale, ma a me non interessa. A volte parlo con mio padre. Lui, come molte persone in là con gli anni, sostiene il presidente Putin e le sue opinioni. Moltissime persone in Russia ritengono che se non fossimo intervenuti l’Ucraina prima o poi ci avrebbe attaccati, magari tra dieci anni, ma sarebbe successo.

Tu sei d’accordo con questa visione?

Come ti ho detto, non ho un’opinione precisa. Di certo abbiamo visto cosa gli Ucraini stavano facendo ai nostri fratelli nell’Est del Paese.

Cosa pensi del governo russo?

Cosa penso del governo russo? Beh… gli ultimi quindici anni sono andati bene. Abbiamo avuto buoni servizi, buona assistenza sociale e medica, buona educazione e occupazione. La mia vita e quella della mia famiglia e dei miei amici è molto buona, non siamo ricchi ma classe media. Credo che resteremo più o meno così, con questo tenore di vita. In Russia abbiamo sempre qualche crisi e siamo abituati, siamo induriti dai problemi. Ma questo periodo “buono” degli ultimi quindici anni, credo che continuerà.

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Ivan, venticinque anni, si è da poco laureato in relazioni internazionali, e ha anche studiato in Italia per un periodo. È originario di Mosca, ed è fuggito dalla Russia per evitare di essere arruolato.

Vuoi raccontarmi di quando hai deciso di lasciare la Russia?

Un mese fa. Sono stati i giorni più emotivamente intensi della mia vita, ero sicuro che da un momento all’altro avrebbero chiuso i confini e sarei rimasto bloccato in Russia. Io mi sono laureato a maggio, ma risulto ancora come studente sui miei documenti, quindi in teoria non mi avrebbero arruolato. Ma non si sa mai. Avevano detto che avrebbero arruolato solo gente con esperienze militari e hanno preso gente che ha fatto un anno di leva, magari dieci anni fa. Hanno detto che le operazioni di arruolamento erano finite almeno quattro volte. Quindi sai, non mi fidavo molto.

Ho preso un aereo per Orenburg, da lì un autobus mi ha portato in Kazakistan. Ho impiegato qualche giorno ad arrivare ad Astana e da lì sono volato ad Adalia, in Turchia, dove mi trovo ora. Qui posso stare fino a tre mesi senza bisogno di un visto, ma ho già fatto domanda per un visto di lavoro e ho pagato la casa per un anno.

Mi trovo molto bene, sono triste di aver lasciato la famiglia, ma qui sono in un posto turistico, molto bello e benestante. I miei genitori vorrebbero lasciare la Russia, ma i miei nonni non possono rimanere da soli, né sarebbero in grado di spostarsi da qualche altra parte. Qui ci sono parecchi russi, che non frequento perché sono stufo dei russi e credo che questo valga anche per loro. Ci sono anche molti profughi ucraini, ma non ci sono mai scontri né nulla di simile. In Turchia ci sono poliziotti dappertutto e quindi non ci sono mai disordini.

Cosa pensi di questo intervento della Russia?

Noi in Russia scherziamo dicendo che facciamo sempre le cose in maniera disordinata e con un sacco di danni. Credo che questo sarà quello che succederà in Ucraina, la Russia vincerà perché è più forte, ma facendo tantissimi danni e subendo un sacco di perdite. Quello che non capisco è come ragionano gli altri Paesi. All’inizio della guerra prendevano in giro Putin dicendo che non era capace di fare nulla e che l’esercito russo era un esercito di dilettanti. Oggi dicono che Putin è un terrorista che distrugge l’Ucraina… mettetevi d’accordo. O è un incapace o è un pericoloso terrorista. Mi fa innervosire l’ipocrisia di molti paesi come la Polonia o la Lettonia. Quando gli Ucraini ammazzano i nostri soldati, non ricordo quale politico lettone si è congratulato con loro. Quando noi rispondiamo con i missili dicono “oddio, i Russi sono pazzi”. Anche noi abbiamo i nostri morti. L’altra cosa che non capisco è perché parliate di quando Putin non ci sarà più. Che senso ha? Putin è al potere adesso e purtroppo dobbiamo farci i conti.


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