Il cancelliere tedesco è il primo capo di governo di un Paese occidentale a far visita al leader Xi Jinping dopo l’incoronazione del Congresso. L’occasione per Pechino, i dubbi di Bruxelles e degli alleati spiegati dal direttore esecutivo del centro studi tedesco Merics
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz il 3 e 4 novembre sarà in Cina. Al suo fianco una delegazione di uomini d’affari dalla Germania. È il primo capo di governo di un Paese occidentale che va a far visita al leader Xi Jinping dopo l’incoronazione del Congresso del Partito comunista cinese per il suo terzo, storico mandato che rafforza ancora di più il suo potere e la sua posizione nel Paese.
È un momento delicato, ha spiegato Mikko Huotari, direttore esecutivo del centro studi tedesco Merics. “In una situazione del genere, la visita del cancelliere tedesco sarà interpretata dalla Cina come un’approvazione del governo di Xi, motivo per cui il viaggio è controverso all’interno della coalizione tedesca e tra alcuni Paesi partner europei. Scholz è apparentemente disposto a pagare questo prezzo per promuovere i propri interessi e quelli delle aziende tedesche che investono pesantemente in Cina”, ha dichiarato l’esperto evidenziando come, anche nel contesto della guerra d’invasione della Russia in Ucraina, sia opportuno “non sopravvalutare la capacità della Germania di influenzare da sola” le dinamiche che coinvolgono anche la Cina.
A dimostrare la delicatezza del momento il cancelliere Scholz ha scritto prima di partire un editoriale su Politico Europe per rispondere alle critiche, in patria e in Europa. “Come la Cina sta cambiando, deve cambiare anche il nostro modo di trattare con la Cina”, ha spiegato. “Se mi reco a Pechino come cancelliere federale tedesco, lo faccio anche come europeo”, ha aggiunto provocando a rassicurare i partner.
La visita, ha osservato Huotari, potrebbe essere un’occasione per fare chiarezza – nel governo ma anche verso l’Europa e la Cina – sulla politica di Berlino nei confronti di Pechino, a partire da questioni come le implicazioni nelle relazioni sino-europee del sostegno di Pechino a Mosca, delle minacce a Taiwan e dell’indifferenza verso gli interessi europei. Ma “sembra che ci siano ancora più incertezza e disunione, il che crea un alto rischio per il corso della politica tedesca sulla Cina”, ha commentato Huotari. “Pechino cercherà di sfruttare il cancelliere per i propri scopi e la fiducia reciproca nella coalizione è stata danneggiata su questo tema. In Europa o tra i partner like-minded, ci sono grandi incertezze e dubbi su come si configuri un corso tedesco di business as usual”.
La visita di Scholz segue la tradizione della politica cinese della Germania, che per decenni si è concentrata sulla cooperazione economica, ha osservato ancora l’esperto. “Attualmente vi sono segnali di un cambiamento di rotta, in parte dovuto allo sviluppo di una strategia per la Cina. A livello diplomatico, il governo tedesco sta già dando priorità alle relazioni con altri Paesi, come l’India e il Giappone; le aziende stanno rivalutando i rischi di fare affari in Cina e stanno intensificando le loro attività in altri Paesi. In futuro, l’approccio della Germania alla Cina dovrà essere improntato a un duro e sobrio realismo, al fine di individuare i punti in comune e le opportunità di cooperazione ancora esistenti”, ha concluso.