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Trump corre, ma Murdoch e i grandi donatori repubblicani lo scaricano

Rupert Murdoch e Ivanka, il boss di Blackstone e il fondatore di Citadel. I nomi pesanti che a questo giro non sosterranno Donald Trump, mentre annuncia la terza corsa per le presidenziali

Come previsto, Donald Trump ha annunciato la sua nuova candidatura per la presidenza degli Stati Uniti. Il magnate si presenterà alle elezioni del 2024, nonostante le pressioni del Partito Repubblicano per rinviare l’annuncio – o anche rinunciare del tutto – dopo i risultati delle elezioni di midterm.

Lo slogan è lo stesso della campagna elettorale che l’ha portato alla Casa Bianca nel 2016: “Make America great again […] Per rendere l’America di nuovo grande, stasera annuncio la mia candidatura a presidente degli Stati Uniti”, ha detto Trump.

Questa volta però The Donald non gode dello stesso appoggio. Iniziando da Rupert Murdoch, il quale avrebbe detto espressamente all’ex presidente che i suoi media a questo giro non lo sosterranno, e punteranno invece sulla probabile candidatura di Ron DeSantis, governatore della Florida e grande vincitore delle ultime elezioni.

Secondo il Guardian, “l’impero mediatico di Murdoch vuole staccarsi nettametne dall’immagine ormai danneggiata dell’ex presidente e dal suo declinante potere politico”. La scorsa settimana i media dell’impero Murdoch, tra cui Fox News, Wall Street Journal e New York Post, si sono schierati contro Trump, definendolo un perdente e il responsabile di aver trascinato i repubblicani “da un fiasco all’altro”.

Sconfitte con cui non vuole più fare i conti la figlia preferita di Trump, Ivanka, grande assente all’annuncio di ieri. Pochi giorni prima, con un comunicato, Ivanka aveva spiegato i motivi che l’hanno spinto ad “abbandonare” il padre, questa volta, nelle sue ambizioni politiche: “Amo molto mio padre, ma questa volta scelgo di dare priorità ai miei figli e alla vita privata che stiamo creando come famiglia”.

“Non ho piani di essere coinvolta in politica – ha precisato -. Amerò e sosterrò sempre mio papà, lo farò fuori dalla scena politica”. Ivanka ha ringraziato “l’onore di avere servito al popolo americano e sarò sempre orgogliosa per i molti successi della nostra amministrazione”.

Sembra che il padre avesse cercato di convincere Ivanka e anche il marito, Jared Kushner, a salire sul palco con lui durante il grande annuncio per la candidatura del 2024, ma secondo il New York Post “non vogliono tornare sotto i riflettori ed esporre i loro figli a una nuova campagna”. Dietro questa scelta, sicuramente anche l’interesse di portare avanti i loro affari senza le limitazioni imposte dall’attività politica.

Altra assenza significativa è stata quella del figlio Donald Trump Jr. Alcune fonti sostengono che era impegnato in una battuta di caccia e non ha potuto prendere in tempo un volo per tornare a Mar-a-Lago, Florida, all’evento del padre.

Sul fronte repubblicano, non sostengono Trump Mitt Romney, John Bolton, Jeff Flake, Colin Powell, George W. Bush e Cindy McCain, vedova di John McCain.

Come riferito da Axios, anche Stephen A. Schwarzman – presidente, ceo e co-fondatore di Blackstone, colosso del private equity, ha preso le distanze. “L’America è al suo meglio quando i suoi leader sono radicati oggi e domani, non oggi e ieri – ha dichiarato Schwarzman -. È tempo che il Partito Repubblicano si rivolga a una nuova generazione di leader e ho intenzione di sostenere uno di loro nelle primarie presidenziali”.

Questa è un’importante defezione da parte di un mega donatore dei repubblicani, che era sostenitore di Trump. Ugualmente, Ken Griffin, fondatore dell’hedge fund Citadel, ha dichiarato che alle prossime elezioni sosterrà il governatore della Florida Ron DeSantis e non più Trump.

“Due dei più grandi e influenti donatori repubblicani del Paese sono alla ricerca di un candidato di prossima generazione – si legge su Axios -. Trump non ha bisogno di soldi. Ma è probabile che le dichiarazioni di Schwarzman e Griffin diano una spinta ad altri nomi repubblicani e li spingano a farsi avanti”.



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