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Verso una difesa europea. Cos’hanno detto Tremonti, Carta, Urso e Lucchini

Ieri si è tenuta la conferenza “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”, organizzata da Aspen Institute Italia con la collaborazione di Intesa Sanpaolo e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo. Un resoconto

“Il momento” per una difesa europea “oggi è arrivato, con l’emissione di eurobond per la pandemia e, si spera, non solo per quello”. A dirlo è Giulio Tremonti, presidente dell’Aspen Institute Italia e presidente della commissione Esteri della Camera, eletto con Fratelli d’Italia, nel corso della conferenza “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”, svoltasi ieri a Pavia presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi. Il convegno è stato organizzato da Aspen Institute Italia con la collaborazione di Intesa Sanpaolo e il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo. “Nel 2003 a Bruxelles fu proposta durante il semestre di presidenza italiano l’emissione di eurobond per finanziare infrastrutture e la difesa europea. Diciannove anni fa era forse un po’ troppo avanzata, il momento oggi è arrivato”, ha spiegato.

LE PAROLE DI CARTA (LEONARDO)

L’aggressione russa all’Ucraina “ha cambiato gli scenari politici europei. Ci ritroviamo a parlare di difesa europea che sembrava una cosa del secolo scorso”, detto Luciano Carta, presidente di Leonardo. Per questo, ha evidenziato, “la sicurezza e la difesa sono presupposti imprescindibili per la sostenibilità sociale ed economica e tali strumenti devono essere forniti da un’industria europea forte e sostenibile. Non possiamo contare sempre sul supporto statunitense, l’Europa deve essere consapevole di essere in grado di difendersi da sola. La garanzia di sicurezza è un fondamento del patto tra Stato e cittadino, la maggior autonomia europea nella difesa richiede capacità operative, tecnologiche e industriali. Non stiamo affrontando un’emergenza grave ma contingente come il Covid ma una sfida sistemica che richiede interventi di lungo termine”.

LE SPESE MILITARI

Nella difesa, ha osservato Carta, va considerata anche “la disinformazione” che attacca le società “non attraverso il lancio volantini come un tempo ma con l’uso della tecnologia quale l’Intelligenza artificiale per indirizzare la disinformazione su target prescelti”. Alla luce di tutto questo, ha proseguito il presidente di Leonardo, sono importanti gli investimenti. “Nel 2021 il budget europeo è stato di 220 miliardi, se i Paesi dovessero raggiungere il 2% del Pil il valore aumenterebbe di 60-70 miliardi l’anno. E questo non è che un punto di partenza. La Polonia si è data l’obiettivo del 5%. La Gran Bretagna del 2,5%. È indispensabile che a questi annunci seguano i fatti. Non sarà facile vista la difficile situazione economica, ma non ci si può sottrarre”.

COS’HA DETTO IL MINISTRO URSO

“Siamo dipendenti dagli Usa per la difesa, tentiamo di liberarci della sudditanza dalla Russia per l’energia e rischiamo una sudditanza tecnologica dalla Cina”, dobbiamo costruire in fretta “l’autonomia strategica sulla difesa – non basta una forza di intervento rapido –, l’autonomia sull’energia e l’autonomia sul digitale. Sono questi i tre pilastri”, ha spiegato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy e senatore di Fratelli d’Italia. “L’Europa deve essere un asse fondatale dell’Alleanza Atlantica e al contempo avere autonomia energetica e nel campo del digitale”, ha continuato sottolineando come la filiera produttiva “sempre più deve completarsi all’interno del Continente europeo. Prima il lockdown, poi l’altro choc della guerra in Ucraina ci hanno fatto capire che c’è stato un salto nella storia”.

LE DICHIARIZIONI DI LUCCHINI (INTESA)

“La riflessione promossa da Aspen Institute sul cinquecentesimo anniversario della battaglia di Pavia, che ricorre nel 2025, va dritta al cuore dei complessi problemi della nostra epoca e dei cambiamenti strutturali negli equilibri mondiali che sono in corso”, ha detto Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, nel suo intervento introduttivo alla conferenza. “Il perno della questione mi sembra, come ben indica il Rapporto presentato oggi, in quale misura la tecnologia possa influenzare la struttura politica di riferimento e la sicurezza internazionale, tema che si sviluppa sul terreno della cooperazione, della nuova difesa europea e dello sviluppo industriale”.

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