Un funzionario dell’intelligence di Berlino è stato arrestato con l’accusa di alto tradimento per la presunta trasmissione a Mosca di segreti di Stato. Lavorava nella divisione Sigint, tra le più importanti in Europa e cruciale nella guerra in Ucraina. Che cosa sapeva? Che cosa ha passato? Le risposte a queste domande determineranno la credibilità futura dell’agenzia ”bucata”
Le agenzie d’intelligence dei Paesi alleati e partner della Germania sono in questi giorni alle prese con le implicazioni del caso di Carsten L., il funzionario del Servizio federale di intelligence (Bundesnachrichtendienst, l’agenzia di intelligence esterna) arrestato mercoledì scorso a Berlino con l’accusa di alto tradimento per la presunta trasmissione di segreti di Stato alla Russia. Sarebbe stato ricattato, secondo le ultime notizie di stampa, e avrebbe passato informazioni anche riguardanti la guerra in Ucraina. Al momento, non è noto quali informazioni l’agente abbia trasmesso a Mosca né si sa nulla sui suoi referenti russi in Germania. Potrebbe trattarsi di agenti del Servizio informazioni internazionale (Svr), l’agenzia di intelligence esterna della Russia.
Che cosa sapeva? Che cosa ha passato a Mosca? Domande a cui è di fondamentale importanza dare risposte dato il ruolo dell’uomo, che secondo quanto riportato dai media sarebbe stato un alto funzionario della divisione che si occupa di signals intelligence (Sigint). Si tratta di un’attività di raccolta di informazioni, tramite intercettazione e analisi dei segnali, che si è rivelata centrale nella guerra in Ucraina e nel sostegno occidentale alla resistenza di Kyiv. Così come il Bundesnachrichtendienst, uno degli attori centrali nella signals intelligence sul suolo europeo e uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti (la controparte è la potente National Security Agency) al di fuori del perimetro dell’alleanza Five Eyes che unisce Australia, Canada, Nuova Zelanda Regno Unito e Stati Uniti.
Le autorità tedesche avevano avvertito del rischio di un aumento delle attività di spionaggio russe alla luce della guerra in Ucraina. Bruno Kahl, capo del Bundesnachrichtendienst, ha detto che il servizio di intelligence ha collaborato con la procura subito dopo che le indagini interne hanno confermato le informazioni su un possibile caso di tradimento. Kahl ha sottolineato “spregiudicatezza e propensione alla violenza” della Russia e ha specificato che la discrezione è fondamentale per questo caso: “Ogni dettaglio di questo avvenimento che diventa pubblico significa un vantaggio per questo avversario nella sua intenzione di danneggiare la Germania”.
Secondo Marco Buschmann, ministro della Giustizia, è un “colpo importante contro lo spionaggio russo”. Ma rischia di essere anche un importante problema per la credibilità della Germania seppur il caso sia delicato visto che sono diversi i casi noti di arrestati per spionaggio mentre rari sono quelli che coinvolgono “agenti”, cioè funzionari dell’intelligence reclutati dalle agenzie di altri Paesi. L’ultimo è del 2014: un funzionario del Bundesnachrichtendienst è stato arrestato e condannato a otto anni di reclusione per aver trasmesso alla Cia oltre 200 documenti, alcuni classificati come “segretissimi”, ricevendo come compenso almeno 80.000 euro. Durante il processo a suo carico, l’imputato ha dichiarato di aver agito per noia, frustrazione e assenza di stimoli nel proprio lavoro. Tra i documenti passati alla Cia, anche un elenco con i nominativi reali degli operativi del Bundesnachrichtendienst all’estero. Nel 2014, la “talpa” aveva offerto i propri servizi anche all’intelligence russa.
Il caso Carsten L. ricorda quello di Alfred Spuhler, funzionario del Bundesnachrichtendienst (prima nella divisione Sigint, poi nel reparto ricognizione operativa) reclutato dalla Stasi, che grazie a lui venne a conoscenza di molte informazioni preziose, come i dettagli della cooperazione d’intelligence tra Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Il suo è ritenuto il più grande tradimento nella storia del Bundesnachrichtendienst. Inizialmente fu tenuto segreto e soltanto diversi anni dopo, a seguito della caduta del Muro di Berlino, vennero alla luce i dettagli della vicenda. Per l’intelligence tedesca fu un durissimo colpo. Non era più considerata affidabile dalle agenzie dei Paesi alleati e partner.
Le risposte alle domande di cui sopra potrebbero avere importanti ripercussioni sul futuro del Bundesnachrichtendienst.